“Con la cultura non si mangia?”, il libro di Dario Franceschini

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ROMA – È in libreria “Con la cultura non si mangia?”, il nuovo saggio di Dario Franceschini (La Nave di Teseo, collana i Fari, pp. 176, 18 euro): «La cultura non è solo il racconto di quello che siamo stati e che siamo, è il centro di una strategia per rilanciare lo sviluppo, per costruire un paese più inclusivo e accogliente, più forte nello scenario europeo e internazionale. Un paese aperto al futuro», dice Franceschini.

«In attesa che Dario Franceschini reindossi le vesti del narratore puro, del romanziere padano, che tanti consensi ha avuto, anche oltralpe, questo suo nuovo saggio è quanto mai opportuno. Dopo la crisi pandemica e nel mezzo dell’invasione dell’Ucraina, è giusto che cresca la consapevolezza del ruolo centrale, unico, della cultura a tutti i livelli, anche politico e anche nel dialogo tra le nazioni», aggiunge Elisabetta Sgarbi, Direttrice Generale ed Editoriale de La nave di Teseo.

Il libro “Con la cultura non si mangia” scolpiva lapidaria una frase attribuita a un noto ministro di qualche anno fa. Eppure, in un paese come l’Italia che dell’intreccio tra arte, storia, creatività, paesaggio ha fatto da secoli il tratto più forte della propria identità, la cultura può e deve essere non solo una leva di crescita civile, ma il motore di uno sviluppo economico sostenibile, la chiave per iniziare a costruire il mondo che verrà, dopo la pandemia e la guerra in Ucraina. Questo libro è insieme manifesto di idee e diario di viaggio, racconto dal vivo di una stagione vissuta nel cuore del ministero che presidia la bellezza: da Pompei al Colosseo, dai musei al teatro, dalla musica al cinema, dalle grandi capitali dell’arte al più piccolo dei borghi.

Dario Franceschini ha pubblicato nel 2006 il suo primo romanzo “Nelle vene quell’acqua d’argento”, con il quale ha vinto in Francia il Premier Roman di Chambéry e, in Italia, il premio Opera Prima Città di Penne e il premio Bacchelli. Ha in seguito pubblicato “La follia improvvisa di Ignazio Rando”, da cui è stato tratto un omonimo spettacolo teatrale, “Daccapo”, “Mestieri immateriali di Sebastiano Delgado” e “Disadorna”. I suoi romanzi sono tradotti in Francia per Gallimard. Dal 2021 è ministro della cultura del governo Draghi, dopo aver ricoperto lo stesso incarico per sei anni nei governi Renzi, Gentiloni e Conte 2.