Da Verdone a Muccino, da Amelio a Comencini: i film italiani che vedremo

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ROMA – Davvero tanti i film italiani che vedremo prossimamente nelle sale. Il territorio della commedia non può che fare spazio a Carlo Verdone, questa volta alla testa di una band di solisti come Anna Foglietta, Rocco Papaleo, Max Tortora per “Si vive una volta sola”. Ma dietro di lui c’è un Christian de Sica in grande spolvero con “Sono solo fantasmi”, e un ambizioso Gabriele Muccino che con “I migliori anni” punta al fascino del racconto corale con uno spaccato di storia italiana che si affida a un cast di stelle: Pierfrancesco Favino, Micaela Ramazzotti, Kim Rossi Stuart, Claudio Santamaria, Nicoletta Romanoff. E infine i “Supereroi” di Paolo Genovese, tornato a sorpresa sul set proprio in queste settimane, ed un esperto del genere come Fausto Brizzi già in attesa della sala con “Se mi vuoi bene”, interpretato da Claudio Bisio e Sergio Rubini.


E poi ci sono i film difficili da collocare sulla carta. Questa classifica non può che aprirsi all’insegna del “bambino prodigio” Gabriele Mainetti alle prese con il montaggio di “Freaks Out”, suggestivo salto nel tempo per il regista di “Jeeg Robot” chiamato a una difficile conferma. E’ un ritorno pieno di promesse anche quello di Giorgia Farina con “Guida romantica a posti perduti”, che ha portato a Londra l’astro nascente Andrea Carpenzano a misurarsi con protagonisti internazionali come Jasmine Trinca, Irène Jacob, Clive Owen.

Torna invece nel suo piccolo-grande mondo romano Gianni Di Gregorio con “Cittadini del mondo” che lo vede alla ricerca di una tardiva felicità insieme a Giorgio Colangeli e al rimpianto Ennio Fantastichini. E torna a dirigere una storia tutta sua, dopo anni dedicati al documentario, anche Giuliana Gamba con un racconto tutto al femminile (protagoniste Claudia Gerini, Angela Finocchiaro, Paola Minaccioni e Caterina Guzzanti) dal titolo accattivante, “Burraco fatale”, in cui si rivede un’indimenticata Loretta Goggi.

Infine i nababbi del Natale, quelli destinati a contendersi la vetta del box office a suon di milioni, nonostante un guastafeste dalla lunga storia. Parliamo di Aldo, Giovanni e Giacomo con “Odio l’estate” (perché a Natale mette allegria vedere le traversie di tre vacanzieri con rispettive famiglie) e di Checco Zalone, pronto a riprendersi il suo pubblico con “Tolo Tolo”. Ma tra i litiganti già spunta il lungo naso di “Pinocchio” con cui Matteo Garrone corona il suo sogno assoluto, oggi intinto nell’inchiostro di una favola nera, riportando tra l’altro sul grande schermo Roberto Benigni (stavolta nel ruolo di Geppetto).

La postazione del cinema d’autore è riccamente presidiata. Ci sta di diritto Cristina Comencini con le suggestioni di un mystery sullo sfondo dell’alta società napoletana come “In buona compagnia” con Giovanna Mezzogiorno e Vincenzo Amato; le fanno compagnia Giorgio Diritti con “Volevo nascondermi” con Elio Germano, nonché Ferzan Ozpetek che ritorna ai suoi temi favoriti per “La dea fortuna” che riunisce Stefano Accorsi ed Edoardo Leo insieme a Jasmine Trinca.

E sopra tutti un maestro come Gianni Amelio, atteso da un appuntamento cruciale ad “Hammamet” con Pierfrancesco Favino che ridà vita a un leader della politica (Bettino Craxi) con le sfaccettature e le contraddizioni che in anni recenti avevano nutrito la ricerca espressiva di un altro “grande” come Marco Bellocchio.

Novità dell’anno è senz’altro il ritorno in grande stile del cinema di genere, sia pure con l’impronta e la personalità di registi ormai più che emergenti. C’è già grande attesa per un’icona come “Diabolik” che finalmente diventa film grazie ai fratelli Manetti con Luca Marinelli bel tenebroso, Miriam Leone nella tuta di Eva Kant e un ineffabile Ginko col volto di Valerio Mastandrea. Cerca conferma, dopo un debutto dorato e la notorietà acquisita come scrittore, Donato Carrisi che per “L’uomo nel labirinto” ha avuto a disposizione una vera coppia d’assi come Dustin Hoffman e Toni Servillo.

E’ destinato a stupire Tony D’Angelo, che con “Calibro 9” ritorna sui passi di un maestro del “B Movie” come Fernando Di Leo e lancia in pista un trio d’attori ben calibrato come Marco Bocci, Ksenia Rappoport e Michele Placido. La vera sorpresa potrebbe essere il debutto di Marco D’Amore con “L’immortale”, che supera di slancio l’etichetta di spin off di “Gomorra” e cerca una consacrazione personale pur senza rinnegare il proprio passato personale e artistico.

E anche in questo settore produttivo (assolutamente determinante per un rilancio del cinema italiano come industria popolare) c’è un outsider: Marco Lombardi firma “Ladro di giorni”, un road movie in stile noir che ha in Riccardo Scamarcio un “bad guy” carismatico, forte di una sceneggiatura a orologeria e di un cocktail tra tradizione italiana e stile all’americana davvero originale.