Con la pandemia, le vendite oltre frontiera sono calate dell’11%: una discesa meno marcata di quella subita dalla Francia (-15%). Le distanze rispetto a Parigi si sono ridotte così a 111 milioni, contro i 211 di cinque anni fa. Rispetto al vino, il duello con i francesi sulle acque minerali vede una dinamica opposta: il prezzo medio all’export è più alto per le acque italiane (36 centesimi al litro) che per quelle francesi (26 centesimi).
Se tutti i Paesi stranieri – con l’eccezione degli Stati Uniti – hanno ridotto le importazioni complessive, anche sul mercato interno la situazione non è delle migliori. I dati NielsenIQ, partner di Nomisma nell’Osservatorio Mineral Water Monitor, evidenziano nel 2020 una stazionarietà delle vendite in Gdo in valore (-0,2%) con un leggero incremento sul fronte dei volumi (+1,6%). Con il Covid calano le vendite di acque gassate e lievemente gassate (rispettivamente -1,3% e -1,5% a volume), mentre crescono gli acquisti da parte degli italiani di acque lisce (+1,8%) e soprattutto effervescenti naturali (+5,0%), che rappresentano l’unica categoria a mettere a segno un incremento delle vendite anche in valore: +5,6%. Con il lockdown sono quasi raddoppiate le vendite online (+93% a valore).
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