La linea sottile tra sogno e ricordo nell’Espressionismo di Ronak Moshiri, quando la figurazione fuoriesce dall’astrazione

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sound of blue

La direzione verso cui va la linea creativa di un artista nasce dalla sua indole e anche dalla necessità di manifestare la propria interiorità ascoltando solo quell’istinto espressivo che non può essere controllabile con la ragione, bensì ha bisogno di fluire in maniera quasi impulsiva fino a concretizzarsi sulla tela. Questo è tanto più vero quanto più lo stile scelto tende verso l’indefinitezza oppure al contrario rimane legato alla figurazione pur spostandola dalla realtà per entrare nella dimensione fiabesca dell’immaginazione, dell’impalpabilità evocata da immagini eteree eppure in grado di rappresentare quella parte del sé spesso dimenticata o messa a tacere davanti alla routine della quotidianità. La protagonista di oggi resta in una terra di mezzo in cui da una base completamente informale e decontestualizzata fuoriesce la dimensione visibile e affascinante di un mondo sospeso e coinvolgente.

L’Espressionismo fin dalla sua nascita ha presentato differenti sfaccettature sulla base della personalità del singolo interprete ma anche del paese di provenienza degli artisti che scelsero di aderire a quel movimento in cui tutte le regole della pittura tradizionale erano sovvertite, rivisitate secondo un nuovo modo di intendere l’arte che non doveva più rimanere all’interno dei canoni di perfezione estetica ed esecutiva precedenti, bensì poteva liberarsi dagli schemi e mostrare che l’interiorità dell’autore di un’opera poteva prevalere e travolgere con la sua forza espressiva l’osservatore. I Fauves furono i primi a rompere i ponti con il passato, presentando opere costituite da colori forti, pieni, persino aggressivi, guadagnandosi perciò la denominazione di belve, pur restando agganciati ai soggetti del passato come gli interni degli appartamenti, i luoghi familiari, i paesaggi, a tutto ciò che apparteneva al vissuto quotidiano rivisitato completament con il nuovo stile dei grandi maestri della corrente, Henri Matisse, Maurice de Vlaminck e André Derain. Da quel momento in avanti le linee guida tracciate dai pionieri francesi furono ampliate e approfondite, estremizzate in alcuni casi, per andare a costituire un movimento destinato a durare nel tempo trasformandosi e riattualizzandosi ai cambiamenti della società, parlo ovviamente dell’Espressionismo il quale fu allineato al singolo autore ma anche all’indole comune del paese di appartenenza degli artisti che vi aderirono. Dunque l’Esistenzialismo austriaco di Egon Schiele affiancato alla rappresentazione sarcastica di Oskar Kokoschka sembrava contrapposto all’angoscia costantemente presente del maestro norvegese Edvard Munch e del danese Emil Nolde, e ancora i colori vivaci di un mondo ideale dei tedeschi Franz Marc e di Ernst Ludwig Kirchner tendevano la mano alle atmosfere esotiche di Paul Gauguin e a quelle fiabesche e ingenue di Marc Chagall. Fu proprio quest’ultimo a delineare un mondo sospeso, una dimensione in cui la purezza, i sentimenti semplici e romantici della vita potessero elevare l’essere umano verso una dimensione più serena, trasportarlo in un luogo ideale dove tutto era idilliaco e pieno di emozione. Il suo Espressionismo tralasciava dunque i colori forti e pieni dei Fauves e dei gruppi tedeschi del Die Brücke e del Blaue Reiter per rarefare le sue atmosfere attraverso sfumature che rendevano i suoi dipinti soffici, magici, pieni di suggestione morbida, invitando così il fruitore a perdersi in quelle visioni oniriche in cui egli stesso si immergeva ogni volta in cui dipingeva. Gli sfondi talvolta indefiniti e pieni di simboli, si avvicinavano pertanto a un’astrazione sottile, nel suo caso necessaria a dare una collocazione ultraterrena, trascendente, in cui inserire i protagonisti dei suoi dipinti. È proprio nell’Espressionismo di questo grande maestro del Novecento che è possibile trovare le radici della pittura dell’artista iraniana Ronak Moshiri la quale esalta l’associazione tra astrazione e figurazione per sottolineare la necessità di allontanarsi dalla realtà per poter essere capaci di immergersi nelle sensazioni più profonde che nel suo caso sembrano uscire da un regno immateriale in cui il ricordo si confonde con il sogno, in cui ciò che è davvero appartenuto all’esperienza si mescola con le credenze, con le emozioni più poetiche dell’artista la quale dà una sua personale visione del mondo lontano a cui appartengono le sue origini.

il verbo degli uccelli
1 Il verbo degli uccelli verde – tecnica mista su tela, 60x60cm

I protagonisti appaiono sospesi in un’ambientazione intangibile, come se emergessero da un luogo non luogo dove non è possibile aggrapparsi alla concretezza della realtà perché lo sguardo e l’emozionalità devono lasciarsi andare senza alcuna guida da parte della logica; dunque l’Informale diviene una sorta di guscio dentro cui collocare le lievi figure evocative del mondo ideale di Ronak Moshiri, quell’universo costituito dall’unione tra natura ed essere umano dove la convivenza è armonica, dove emergono i pensieri gentili, i gesti delicati con cui mostrare il reciproco rispetto e il desiderio di proteggersi vicendevolmente.

bride nature eden
2 B Bride nature Eden – tecnica mista su tela, 100x90cm

Le tonalità utilizzate dall’artista sono lievi, sfumate, impalpabili proprio per sottolineare l’esistenza di quella terra di mezzo tra realtà e immaginazione dentro cui rifugiarsi quando l’oggettività si allontana troppo dalla propria essenza, quando diverge e si oppone a una sensibilità fortemente presente al punto di rendere necessaria un’evasione verso una dimensione più affine.

the conference of the birds
3 The conference of the birds 15 – tecnica mista su tela, 50x60cm

La connessione tra individuo e natura è protagonista di alcune serie pittoriche di Ronak Moshiri dove le donne, che l’artista ama mettere al centro della sua ricerca artistica, dialogano con gli uccellini ascoltandone il canto attraverso cui essi comunicano trasportandole dentro il loro universo semplice e lirico in cui potersi lasciar andare e dimenticare i problemi esterni; The conference of the birds 15 mostra perciò una ragazza, che quasi si confonde con lo sfondo di cui l’abito riprende i motivi astratti, nel momento di ascolto di un uccello tanto vicino a lei e tanto certo della purezza del suo animo da poggiarsi sulla sua testa senza alcuna paura, senza il timore di essere scacciato o peggio intrappolato poiché percepisce l’energia della donna, sente il suo bisogno di entrare in contatto con la sua parte più delicata, più dolce e soprattutto perché la natura femminile è materna, non contiene in sé l’aggressività spesso appartenente all’uomo.

contemplating
4 Rumi (Contemplating serie) – tecnica mista su tela, 130x100cm

Nella serie Contemplating invece la gamma cromatica degli sfondi diviene più neutra, più chiara e luminosa mentre di contro le figure sono più accennate, meno presenti nella tela, quasi come se dovessero perdersi al suo interno mantenendo solo i dettagli funzionali ad armonizzarsi con il titolo; nell’opera Rumi infatti, dedicata al grande teologo e poeta mistico musulmano Ronak Mushiri, viene raffigurata quell’elevazione spirituale invocata dal massimo autore della letteratura persiana e la danza che i suoi seguaci crearono dopo la sua morte per raggiungere gli stati meditativi necessari a connettersi con la propria interiorità. Le due donne infatti si guardano ma tutto ciò che è intuibile dal sottile tratteggio dell’autrice sono le chiome dei capelli e gli sguardi che si rivolgono, probabilmente complici in quel percorso evolutivo che insieme stanno compiendo.

nezami
5 Nezami 6 – tecnica mista su tela, 130x100cm

L’azzurro è invece il colore predominante con cui Ronak Moshiri mette in scena le poesie del grande poeta epico romanzesco persiano Nizami Ganjavi, conosciuto come Nezami o Nizami, e dunque le tele della serie a lui intitolata sono avvolte da un’atmosfera sognante, lirica, i personaggi sono immersi nella delicatezza della narrazione e rappresentano alcune scene romantiche e serene di quei racconti in rima che tanto hanno colpito la fantasia e la sensibilità dell’artista come di moltissime persone di tutto il mondo mediorientale.

nezami 2
6 Nezami 2 – tecnica mista su tela, 100x130cm

I dipinti dunque sono vere e proprie tavole illustrative di alcuni versi dove chi ne conosce le radici si sente trascinato all’interno di una concretizzazione delle parole del poeta, chi invece non è in grado di risalire ai passi che hanno originato i dipinti, può semplicemente lasciarsi trasportare dalla magia espressiva di Ronak Moshiri e di immaginarsi calato nelle sue ambientazioni suggestive e piene di magia, come se dentro quel mondo l’anima potesse abbandonarsi e liberarsi senza il timore di essere ferita, disillusa.

il verbo degli uccelli serie
7 Il verbo degli uccelli – tecnica mista su tela, 50x60cm

Dunque le trame indefinite degli sfondi diventano tappeto narrativo per celebrare una cultura, quella persiana, poco conosciuta in Occidente ma ancora fortemente viva e sentita nei paesi che hanno fatto parte di quel mondo con radici antichissime e legate a forti valori; l’artista costituisce così un ponte tra sogno e ricordo, tra tradizioni, usi e costumi differenti eppure coniugabili attraverso la magia dell’arte. Ronak Moshiri ha al suo attivo molte mostre in Iran, in Italia e in Lussemburgo, e la partecipazione a collettive in Iran, Francia, Italia, Stati Uniti, Svizzera, Monaco, Giappone, Stati Uniti e Austria, ed è inserita da diversi anni nel Catalogo dell’Arte Moderna di Giorgio Mondadori.

RONAK MOSHIRI-CONTATTI

Sito web: https://www.wikiarte.com/ronak-moshiri/

Facebook: https://www.facebook.com/ronak.moshiri

Instagram: https://www.instagram.com/ronakmoshiri/

The thin line between dream and memory in the Expressionism of Ronak Moshiri, when figuration emerges from abstraction

The direction in which an artist’s creative line goes stems from his nature and also from the need to manifest his inner self by listening only to that expressive instinct that cannot be controlled by reason, but needs to flow almost impulsively until it materialises on canvas. This is all the more true the more the chosen style tends towards indefiniteness or, on the contrary, remains tied to figuration while displacing it from reality to enter into the fairy-tale dimension of imagination, of the impalpability evoked by ethereal images yet capable of representing that part of the self often forgotten or silenced before the routine of everyday life. Today’s protagonist remains in a middle ground in which from a completely informal and decontextualised base emerges the visible and fascinating dimension of a suspended and enthralling world.

Since its inception, Expressionism has presented different facets based on the personality of the single exponent, but also on the country of origin of the artists who chose to adhere to that movement in which all the rules of traditional painting were subverted, revisited according to a new way of understanding art that no longer had to remain within the previous canons of aesthetic and executive perfection, but could break free from the mould and show that the interiority of the author of an artwork could prevail and overwhelm the observer with its expressive force.

The Fauves were the first to break with the past, presenting works made up of strong, full, even aggressive colours, thus earning themselves the name of beasts, while remaining attached to the subjects of the past such as flat interiors, familiar places, landscapes, to everything that belonged to everyday life completely revisited with the new style of the great masters of the current, Henri Matisse, Maurice de Vlaminck and André Derain. From that moment onwards, the guidelines drawn by the French pioneers were broadened and deepened, extreme in some cases, to constitute a movement destined to last over time, transforming and updating itself to the changes in society, I am obviously talking about Expressionism, which was aligned with the individual author but also with the common temperament of the country to which the artists who adhered to it belonged.

Thus the Austrian Existentialism of Egon Schiele flanked by the sarcastic depiction of Oskar Kokoschka seemed to contrast with the ever-present anguish of the Norwegian master Edvard Munch and the Danish Emil Nolde, and again the vivid colours of an ideal world of the Germans Franz Marc and Ernst Ludwig Kirchner reached out to the exotic atmospheres of Paul Gauguin and the fairy-tale and naive atmospheres of Marc Chagall. It was the latter who delineated a suspended world, a dimension in which purity, the simple and romantic feelings of life could elevate the human being to a more serene dimension, transport him to an ideal place where everything was idyllic and full of emotion. His Expressionism therefore omitted the strong, full colours of the Fauves and the German Die Brücke and Blaue Reiter groups to rarefy his atmospheres through nuances that made his paintings soft, magical, full of soft suggestion, thus inviting the viewer to lose himself in those dreamlike visions in which he immersed himself every time he painted.

The sometimes undefined backgrounds, full of symbols, thus approached a subtle abstraction, in his case necessary to give an otherworldly, transcendent setting in which to place the protagonists of his paintings. It is precisely in the Expressionism of this great 20th century master that one can find the roots of the painting of the Iranian artist Ronak Moshiri, who enhances the association between abstraction and figuration to emphasise the need to distance oneself from reality in order to be able to immerse in the deepest sensations that in her case seem to come out of an immaterial realm where memory mingles with dreams, where what has really belonged to experience is mixed with beliefs, with the most poetic emotions of the artist who gives her personal vision of the distant world to which her origins belong.

The protagonists appear suspended in an intangible setting, as if emerging from a non-place where it is not possible to cling to the concreteness of reality because the gaze and emotionality must let go without any guidance from logic; thus, the Informal becomes a sort of shell within which to place the gentle figures evocative of Ronak Moshiri‘s ideal world, that universe constituted by the union between nature and human beings where coexistence is harmonious, where emerge gentle thoughts, delicate gestures with which to show mutual respect and the desire to protect each other. The tones used by the artist are light, shaded, impalpable precisely to emphasise the existence of that middle ground between reality and imagination in which to take refuge when objectivity strays too far from one’s essence, when it diverges and opposes a strongly present sensibility to the point of necessitating an escape to a more akin dimension.

The connection between the individual and nature is the protagonist of some of Ronak Moshiri’s pictorial series in which women, whom the artist likes to place at the centre of her artistic research, converse with the birds, listening to their song through which they communicate, transporting them into their simple and lyrical universe in which they can let themselves go and forget external problems; The conference of the birds 15 thus shows a girl, who almost merges with the background whose abstract motifs are echoed in the dress, listening to a bird so close to her and so certain of the purity of her soul that it rests on her head without any fear, without the being scared of being chased away or worse, trapped, because it perceives the energy of the woman, it feels her need to get in touch with her most delicate, sweetest side and above all because the feminine nature is maternal, it does not contain within itself the aggressiveness often belonging to man. In the Contemplating series, on the other hand, the chromatic range of the backgrounds becomes more neutral, clearer and brighter while, on the other hand, the figures are more hinted at, less present in the canvas, almost as if they were to get lost within it, keeping only the details functional to harmonise with the title; in the work Rumi, in fact, dedicated to the great muslin theologian and mystical poet Ronak Mushiri, is depicted that spiritual elevation invoked by the greatest author of Persian literature as well as the dance that his followers created after his death in order to reach the meditative states necessary to connect with their own interiority.

The two women in fact look at each other, but all that is intuitable from the author’s subtle sketching are the locks of their hair and the glances they give each other, probably accomplices in that evolutionary path they are taking together. On the other hand, blue is the predominant colour with which Ronak Moshiri depicts the poems of the great Persian epic romance poet Nizami Ganjavi, known as Nezami or Nizami, and thus the canvases in the series named after him are enveloped in a dreamy, lyrical atmosphere. The characters are immersed in the delicacy of the narrative and represent some romantic and serene scenes from those rhyming tales that have so struck the imagination and sensitivity of the artist as well as of many people throughout the Middle Eastern world.

The paintings are therefore true illustrations of certain verses where those who know their roots feel drawn into a concretisation of the poet’s words, those, on the other hand, who are not able to trace the steps that originated the paintings, can simply allow themselves to be transported by the expressive magic of Ronak Moshiri and imagine themselves immersed in her evocative settings full of magic, as if within that world the soul could abandon and free itself without the fear of being wounded, disillusioned. So the indefinite textures of the backgrounds become a narrative carpet to celebrate a culture, the Persian one, little known in the West but still strongly alive and felt in the countries that have been part of that world with very ancient roots and linked to strong values; the artist thus constitutes a bridge between dream and memory, between different traditions, customs and habits that can nevertheless be combined through the magic of art. Ronak Moshiri has to his credit many exhibitions in Iran, Italy and Luxembourg, and participation in group shows in Iran , France , Italy , the United States , Switzerland , Munich , Japan and Austria, and has been included for several years in Giorgio Mondadori’s Catalogue of Modern Art.