Festival di Sanremo, si va verso il poker di Amadeus

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Amadeus – foto di Marco Rossi per Ufficio Stampa Rai

SANREMO – Ormai archiviato Sanremo 2022, è già tempo di pensare al futuro. C’è chi vorrebbe ancora Amadeus al timone della kermesse. A chi chiedeva se farà il poker, il conduttore e direttore artistico ha risposto: “Devo essere convinto io di avere le idee, l’energia e la forza, non è uno speciale di prima serata si Raiuno che proviamo a fare insieme. Il Festival è una macchina importante che va pensata e ragionata”. Per quanto riguarda la Rai ci sono tutti i presupposti per la riconferma di Amadeus anche per l’edizione del 2023: “Squadra che vince non si tocca”, ha dichiarato l’amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes. “Sarebbe pazzesco non partire da qui, è ovvio con questo successo. Ma dobbiamo parlarci e il primo a volerlo deve essere Amadeus. Per ora non c’è niente di definito”.

Sul Fantafestival che ha animato in questi giorni i social, Amadeus ha detto: “Con i social non sono molto capace. Alla seconda puntata ho chiesto a mio figlio e ho scoperto che è una cosa bellissima e divertente e li ho lasciati fare, perché siamo noi che dobbiamo andare incontro ai giovani. sono io che devo informarmi sul loro mondo e su cosa gli piace”. Anche le presentazioni non istituzionali sono state una caratteristica di questo Festival: “Avevo bisogno di calore, di abbracciare il cantante e di sostenerci a vicenda, anche perché da due anni ci mancano l’abbraccio e il contatto fisico”. A ispirarlo è stato Pippo Baudo “una persona a cui siamo tutti molto legati. Avrei voluto averlo al Festival ma non è stato possibile per un suo piccolo problema alla schiena”.

Come ha sentito Baudo, Amadeus ha sentito anche i conduttori che lo hanno preceduto, Carlo Conti, Fabio Fazio e Claudio Baglioni “che mi hanno mandato messaggi quasi ogni giorno”. Qualora non dovesse esserci l’Amadues Quater, a chi verrà dopo di lui il conduttore non si sente “di dare consigli, non sono in grado e ognuno deve fare Sanremo come meglio crede. L’unica cosa che potrei dire è che non si può tornare indietro, la porta della musica attuale aperta da Claudio Baglioni con Mahmood e Ultimo non si può chiudere”.