Francia, patria di rivoluzione?

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gillet gialli Francia

La protesta dei gilet gialli contro i rincari del carburante si trasforma in una rivolta nazionale: 280mila in piazza in tutta la Francia

FRANCIA – Era iniziata così, circa due mesi fa, la battaglia online, per frenare i rincari della benzina. In strada, in tutta la Francia, erano già scesi moltissimi lavoratori, costringendo il governo a far retro front sull’aumento dei prezzi.

Ma il ’68 ci insegna che dalle rivolte operarie, alla solidarietà studentesca a una vera e propria rivolta nazionale il passo è breve. Così in poche settimane dal blocco degli svincoli autostradali e gli scioperi operai, la rivolta si è diramata ai piccoli-medi commercianti in sciopero, fino alle università e i licei occupati.

Puntuali e numerosi ogni sabato, da metà novembre ormai, operai e studenti, commercianti e artigiani, disoccupati e pensionati scendono in piazza per gridare all’unisono “Macron destitution”.

bandiera francia manifestazione

Che cosa accomuna questa moltitudine eterogenea? La lotta contro il “governo dei ricchi”. Dall’abolizione della nuova imposta sul patrimonio immobiliare di Macron al ripristino della “tassa sui ricchi” (revocata nel 2016), dall’esigenza di infrastrutture più accessibili alla modifiche di politiche universitarie e scolastiche, fino alla battaglia internazionale sul clima; oggi le rivolte e le manifestazioni abbracciano ambiti così vasti da coinvolgere quasi l’intera popolazione.

Così gli ormai passati alla storia come “les gilets jaunes”, non si associano agli ideali di nessun partito o sindacato ma urlano e manifestano solo in nome di un paese più equo per TUTTI.

E se da Parigi a Lione, da Marsiglia a Bordeaux fino a Tolosa quasi i tre quarti della popolazione francese è scesa in piazza con le stesse richieste e gli stessi cori da stadio, il grazie lo dobbiamo a Facebook e Twitter, i due social media che con foto, video e manifesti hanno messo in comunicazione il nord e il sud del paese, portando avanti una rivolta online degna del ventunesimo secolo.

D’altronde che i francesi covino dentro sé uno spirito rivoluzionario non è una novità ormai dal 1789 e, come ha ben sottolineano il leader della France Insoumise (la Francia ribelle), Jen-Luc Mélenchon: “tutte le rivoluzioni in Francia, iniziano con rivolte fiscali”.

Sembra quindi che l’ormai rivolta nazionale, non abbia intenzione di placarsi nemmeno con il Natale alle porte, anzi i leader del movimento dichiarano che questo è soltanto l’inizio.

Infatti, il discorso del Presidente della scorsa settimana, è quasi passato inascoltato e la violenza per scopi politici che tanto ci ricorda il ’68, ha continuato a occupare i centri di tutte le maggiori città francesi anche lo scorso fine settimana.

Nessuno, neppure l’Eliseo, sembra aver chiaro dove o come si svilupperanno i prossimi “sabati dei gilet gialli”, ma la storia sembra consigliarci che i francesi non molleranno la presa fin quando non otterranno una vittoria.

A cura di Rossella Savojardo