I ritratti di Agrippino Martello, per esaltare e celebrare il fascino e il mistero delle donne

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ritratto agrippino martello

La tendenza di alcuni artisti a narrare l’indefinito, l’inafferrabilità di concetti che devono necessariamente liberarsi dall’immagine figurativa è tanto forte e irrinunciabile quanto lo è per altri l’esigenza di partire da tutto ciò che l’occhio conosce per andare a esplorare dettagli e frangenti che solo in virtù dell’interpretazione dell’esecutore dell’opera divengono elementi essenziali per scoprire l’essenza dei protagonisti raffigurati. L’artista di cui vi parlerò oggi parte dalla realtà per andare a scavare, e tentare di scoprire, il mistero e il fascino che avvolgono la donna.

Nel corso della storia dell’arte il ritratto ha sempre costituito il mezzo per immortalare volti di personaggi illustri, celebri, oppure di gente comune che grazie alla sensibilità dell’artista sono divenuti icone per ciò che hanno rappresentato, soprattutto grazie a quella volontà emersa verso la fine dell’Ottocento di dare spazio e rilievo anche a chi sarebbe stato destinato a non lasciare alcuna traccia nella storia; l’occhio degli artisti di ogni tempo è stato sempre particolarmente attratto però dalla figura femminile. I secoli precedenti hanno consacrato icone mitologiche, donne di cui non si conosceva l’identità oppure signore aristocratiche raccontate in una veste inedita, basti pensare alla Nascita di Venere di Botticelli, alla Gioconda di Leonardo da Vinci, alla Ragazza con l’orecchino di perla di Jan Vermeer o a Giuditta II di Gustav Klimt in cui Adele Bloch-Bauer è divenuta simbolo del potere di seduzione delle donne. Nel corso del Novecento il ritratto femminile non ha smesso di essere protagonista e di affascinare i maggiori esponenti delle correnti e dei movimenti che hanno modificato completamente l’approccio all’espressione artistica e il punto di vista sulla realtà: dal Ritratto di Dora Maar di Pablo Picasso, al Ritratto di Jeanne Hébuterne di Amedeo Modigliani, da Woman with a book di Fernand Léger alle donne polinesiane immortalate da Paul Gauguin, come nel celebre quadro Gli antenati di Tehamana, senza dimenticare i volti iconici e indimenticabili della Pop Art, come Marylin Monroe ed Elisabeth Taylor, che Andy Warhol ha consegnato al mondo dell’arte generando di fatto una fusione, una contaminazione tra diverse forme espressive che dopo la sua intuizione ha ispirato molti altri artisti. In tutte queste opere lo sguardo del ritrattista, uomo, sembra soffermarsi su quell’inafferrabile enigma che la donna racchiude in sé, quell’essere al tempo stesso ingenua ma anche seduttrice, poetica e al contempo affascinante esattamente in virtù di quel dualismo che appartiene indissolubilmente alla sua natura. Il punto di vista delle artiste donne invece, anch’esse autrici di grandi ritratti come la Ragazza in verde di Tamara de Lempicka o i numerosi autoritratti di Frida Khalo, è differente poiché entrambe queste grandi rappresentanti della pittura femminile, e anche altre prima e dopo di lori, dimostrano un approccio inverso rispetto a quello dei colleghi uomini, per loro non c’è un mistero da svelare bensì un’interiorità da lasciar fuoriuscire, emozioni o sensazioni da liberare e interpretare per comunicarle e svelarle all’osservatore. L’artista Agrippino Martello, in arte Mister_art, scopre fin da bambino la sua inclinazione artistica e decide perciò di intraprendere gli studi accademici, si forma prima presso l’Istituto Statale d’Arte per la Ceramica di Caltagirone e poi presso l’Istituto Statale d’Arte di Venezia-Mestre, per inseguire e soddisfare la sua sete di sapere, di apprendere e di migliorare il proprio stile attraverso lo studio della tecnica, una volta raggiunta la quale può personalizzare e dare alle sue opere un’impronta in cui fonde il proprio impulso naturale e le conoscenze del suo percorso formativo.

Il ritratto di grace kelly agrippino martello
1 Il ritratto di Grace Kelly
madame gold agrippino martello
2 Madame gold

Si lascia affascinare dalla figura femminile Martello, tanto quanto hanno fatto i grandi maestri del passato, figura che racconta da diversi punti di vista attraverso uno stile semplice, quasi Art Deco per alcuni elementi come la tendenza ad appiattire la prospettiva e rendere patinate le immagini affidando al chiaroscuro il compito di infondere quel lieve rilievo ai dettagli che desidera mettere in evidenza, oppure semplicemente generando ombre in punti strategici funzionali alla narrazione delle sue protagoniste.

Frida Kahlo
3 Frida Kahlo

D’altro canto non si può non notare, soprattutto in alcune opere come Frida Kahlo, una forte impronta espressionista, laddove il colore diviene attore principale dell’impetuosità e determinazione di una donna simbolo di resilienza, di coraggio, di forza e di impeto emotivo che l’ha tenuta legata per tutta la vita all’amore tempestoso ma indissolubile con Diego Rivera; le tonalità scelte da Martello sono intense, vibranti e accese, in accordo con il temperamento della grande artista del Novecento.

la geisha agrippino martello
4 La geisha

Nella tela La geisha al contrario, l’atmosfera intorno alla donna è soffusa, tenue, per sottolineare la delicatezza e la soavità dei movimenti che da sempre contraddistinguono questi personaggi della tradizione giapponese; l’artista si lascia coinvolgere dal volto e dalla gestualità della protagonista di cui non modifica i colori naturali bensì lascia che emergano perché già completi e perfettamente affini al mistero che avvolge la sua figura, a quell’aura di incomprensibilità che ne avvolge lo sguardo e l’espressione. Lo sguardo infatti è ciò che Agrippino Martello punta a mettere in rilievo in ogni sua opera, perché è attraverso di esso che tutto si svela oppure si nasconde, a volte trasparente altre penetrante, in alcuni casi sfuggente e in altri divertito, quasi a schernirsi davanti all’osservatore, ma sempre determinante per narrare la personalità o il frangente descritto.

la marylin monroe del 2018 agrippino martello
5 La Marylin Monroe del 2018

Nella tela La Marylin Monroe del 2018 Agrippino Martello immortala una donna comune, come se volesse sottolineare che ciascuna esponente del mondo femminile attraverso un particolare sguardo, una posa ammaliatrice e grazie alla capacità di un artista di immortalare e mettere in luce la sua bellezza, può diventare un’icona, personaggio principale malgrado nella vita quotidiana non lo sia; l’espressione della protagonista è infatti divertita e al tempo stesso lusingata dall’attenzione che, in virtù dell’atto creativo sta ricevendo, quasi come se il semplice atto dell’essere ritratta solleticasse la sua innata vanità che abitualmente nasconde dentro se stessa. Il bianco e nero scelto da Martello infonde all’opera un’atmosfera retro che la avvicina allo stile Art Deco.

l'autoritratto di mister art agrippino martello
6 L’autoritratto di Mister_Art

L’autoironia è invece l’elemento principale della tela L’autoritratto di Mister_art in cui l’artista immortala se stesso in una posa ammiccante, con sguardo obliquo, a nascondere la vera essenza che in qualche modo ha bisogno di restare celata, perché è attraverso le proprie opere che ciascun artista rivela la sua sensibilità, la sua parte più morbida, empatica, spontanea.

il mistero dello sguardo agrippino martello

Dunque un artista particolare Agrippino Martello, che attinge a differenti stili per dare vita a un linguaggio stilistico proprio attraverso il quale narra il suo punto di vista, la sua ammirazione per quel mondo femminile che non smetterà mai di affascinare gli uomini di tutti i tempi e gli artisti di ogni epoca.

AGRIPPINO MARTELLO-CONTATTI
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