In Italia ancora non si muove nulla ed è necessario redigere urgentemente un Piano di ripristino ambientale, come richiesto dalla Strategia Europea per la Biodiversità, e un programma di rimozione di barriere. Il Piano dovrebbe indicare come l’Italia intenda contribuire a ripristinare la connettività e a rimuovere opere obsolete per contribuire, con almeno 1.600 km di fiumi riqualificati, all’obiettivo europeo.
Sui fiumi la Strategia UE afferma che “occorre adoperarsi di più per ristabilire gli ecosistemi di acqua dolce e le funzioni naturali dei fiumi. Uno dei modi per farlo consiste nell’eliminare o adeguare le barriere che impediscono il passaggio dei pesci migratori e nel migliorare il flusso libero dei sedimenti: s’intende così ristabilire lo scorrimento libero di almeno 25.000 km di fiumi entro il 2030”.
“Il tempo per agire è quasi scaduto – sottolinea Andrea Agapito Ludovici, Responsabile Acque WWF Italia – è necessario da un lato iniziare a rinaturalizzare i nostri fiumi, e dall’altro bloccare ulteriori interventi di mini-idroelettrico lungo i corsi d’acqua naturali ed evitare la costruzione diffusa di invasi, che aumentano la frammentazione del reticolo idrico superficiale e la vulnerabilità agli impatti dei cambiamenti climatici del territorio. E come WWF abbiamo voluto dare il nostro contributo con l’iniziativa LiberiAmo i Fiumi, con l’obiettivo di mappare, con sempre maggior precisione, tutto ciò che ostacola artificialmente i nostri corsi d’acqua. Per creare una banca dati europea delle barriere”.
Gennaro Cirillo, Consigliere nazionale di FNCK: “La Federcanoa ha avviato la campagna “Amate la Canoa” per la sensibilizzazione ai temi ambientali che si è ben conciliata con l’iniziativa di “LiberiAmo i fiumi” e i canoisti della federazione si sono uniti al censimento delle barriere lungo i fiumi che, oltre ad arrecare un grave impatto non consentono di vivere il fiume a pieno e in sicurezza”.
Mario Narducci, Spinning Club Italia: “Fra le molte cause della triste situazione dei fiumi italiani, l’artificializzazione dei corsi, troppo spesso equiparati a meri condotti idraulici, ne rappresenta una delle maggiori. In particolare gli ormai eccessivi sbarramenti privi di adeguate scale di risalita per pesci vengono a impedire le naturali migrazioni stagionali o riproduttive che sono essenziali per l’intera vita acquatica”.
L'Opinionista® © 2008-2023 Giornale Online
Testata Reg. Trib. di Pescara n.08/08 dell'11/04/08 - Iscrizione al ROC n°17982 del 17/02/2009 - p.iva 01873660680
Pubblicità e servizi - Collaborazioni - Contatti - Redazione - Network -
Notizie del giorno -
Partners - App - RSS - Privacy Policy - Cookie Policy
SOCIAL: Facebook - Twitter - Instagram - LinkedIN - Youtube