Il mulino a vento di Roma. Intervista a Harry Greb

541

l'abbraccio harry grab

Siamo portati a pensare che i beni culturali siano solo i monumenti, ma ci sono altri luoghi vissuti dai cittadini e altrettanto importanti che oggi, purtroppo, sono vuoti, in degrado, che stanno lì e non dicono niente mentre invece meriterebbero un altro destino. Luoghi che magari si trovano ai margini delle città, in quartieri popolari, con muri cadenti, strade sconnesse.

Ecco che, allora, un’opera d’arte, un murales, può fare la differenza, può restituirli una voce, renderli di nuovo fruibili e attrattivi. Un riscatto per le comunità che li vivono e un modo per trasformare un disagio in opportunità.

I murales di Harry Greb sono un esempio perfetto per dire che c’è speranza, non tutto è perduto, ma dipende anche da voi. I veri colpevoli siamo noi, ogni volta che marchiamo una distanza, una differenza, ogni volta che cadiamo nel pregiudizio, che perdiamo la bussola del buon senso dimenticando che la solidarietà è uno dei pochi grandi valori di questa vita.

Edward Henry Greb, detto Harry, è stato un pugile statunitense. Soprannominato “The Pittsburgh Windmill”, nel corso della sua breve ma intensissima carriera combatté un totale di 298 incontri divenendo campione americano dei pesi mediomassimi dal 1922 al 1923 e campione mondiale dei pesi medi dal 1923 al 1926.

Oggi il mulino a vento di Harry Greb opera e lavora a Roma nei panni di uno street-artist di talento che dopo averlo conosciuto meglio non posso che definirlo un romantico ragazzo di Monte Sacro,zona multietnica a nord est di Roma.

Alla domanda sul perché della scelta del suo pseudonimo risponde che il pugile di Pittsburgh non aveva paura di sfide all’apparenza proibitive e non si perdeva troppo in chiacchiere. Insomma una figura epica, che lo ha sempre appassionato .

Ha scelto un pugile come pseudonimo perché la vita va vissuta combattendo e lui lo fa disegnando sui muri della sua città .

Conoscetelo meglio anche voi.

Harry tu hai dedicato alle vittime del coronavirus che non hanno potuto abbracciare i propri cari un murales che hai chiamato “l’abbraccio”. L’immagine, tratta del film “Qualcuno volò sul nido del Cuculo”, di Miloš Forman del 1975, è apparsa sui muri esterni dell’Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani, uno degli ospedali che lotta in prima linea contro il Covid-19. Il fotogramma immortala l’abbraccio tra gli attori Jack Nicholson e Will Sampson, quest’ultimo raffigurato con il volto coperto dalla mascherina e le mani dai guanti. Ebbene la situazione di emergenza e l’incertezza che abbiamo vissuto è stata la situazione perfetta per incitare l’uomo a scoprire le proprie possibilità?

L’abbraccio che ho disegnato è stato per me il simbolo dell’aspetto forse peggiore della pandemia. La frustrazione, il dolore e l’impotenza di chi non ha potuto nemmeno dare un ultimo “abbraccio” ai propri cari. Non parlerei di situazione perfetta, è stata una situazione “emergenziale”, si è trattato di drammatiche circostanze durante le quali le persone hanno dovuto loro malgrado attingere in maniera improvvisa al proprio bagaglio emotivo e culturale. Il fatto di misurarsi con un “nemico” comune ha sicuramente creato nella comunità una sorta di fratellanza, di altruismo che probabilmente si era un po’ perso.

Credi nella forza dell’altruismo? O meglio l’emergenza, in qualsiasi versione, fa venire fuori tutta la potenza dell’altruismo, nel dare qualcosa agli altri senza né chiedere né attendere contropartite. Ma anche nell’essere consapevoli che da soli non ce la può fare nessuno. Lo stesso rispetto delle regole, è una scelta di altruismo: non esco di casa per evitare di fare danni agli altri, e non solo a me stesso. Ma l’altruismo, può essere declinato da decisioni politiche, per ridurre le insopportabili, e insostenibili, distanze economiche e sociali del mondo globale?

Pur non essendo un sociologo ma semplicemente un creativo che esprime idee e concetti, a volte scomodi, su temi di stretta attualità attraverso disegni, credo fortemente nella forza dell’altruismo. Credo che momenti come quelli che abbiamo passato negli ultimi mesi possano creare una reazione positiva, che sia il rispetto delle regole o semplicemente solidarietà, volontariato o qualsiasi altra forma di comprensione sociale. Poi certamente spetta alla coscienza politica cogliere l’occasione per ridurre il divario sociale dopo un’esperienza simile..speriamo.

“Razzismo, povertà, falsi miti, influencer, trapper, politici, banchieri, arroganza del potere: nun te reggae più”. E’ quanto si legge nel tuo murales dedicato a Rino Gaetano, nell’anniversario della morte avvenuta il 2 giugno del 1981, Ebbene parafrasando una nota poesia di Rene Philombe qui est l’homme qui te ressemble? Perché non riusciamo a vincere ancora oggi le discriminazioni? Qual è la tua idea?

Ripeto non sono un sociologo, un intellettuale o un’opinionista, di quelli che hanno la soluzione a tutti i mali della società. Credo che semplicemente ci sia in atto un processo culturale, economico e sociale che preveda solo in parte la risoluzione di tali problemi, mi riferisco alla discriminazione. Credo infatti che vengano visti come marginali rispetto al corso del progresso globale. Non ci si rende conto, se non di fronte a fatti drammatici o catastrofici, che senza risolvere queste situazioni ataviche si tornerà sempre al punto di partenza. Non si completerà mai quel tanto agognato cammino verso il benessere comune, di cui ci si riempie la bocca, se continueremo a lasciare indietro i più deboli.

Non sei un sociologo ok ,ma i murales, oltre ad essere una forma artistica, sono sempre stati anche un modo per comunicare tematiche sociali come simbolo di protesta. Queste opere d’arte sono sempre più apprezzate dalla comunità e spesso sono gli stessi cittadini a chiedere murales su commissione. Roma poi e’ una città in forte fermento nell’ultimo periodo, soprattutto per quanto riguarda murales su tematiche sociali. Veniamo a noi. Su un altro murales , ironico,sempre per le vie della tua amata Roma ci sono come protagonisti due politici di sinistra, la sindaca Virginia Raggi e il presidente del Lazio Nicola Zingaretti, mentre si dondolano sopra un cumulo di immondizia.Il riferimento è al rimpallo di responsabilità sulla questione rifiuti tra la Regione Lazio e il Comune di Roma, che ormai da tempo si scaricano le colpe dell’emergenza rifiuti nella Capitale. È questa L’ idea politica d’Italia? Solo un “pensiero del proprio tempo”legato ad aneddoti sempre più grotteschi?

Quando si riveste un ruolo per cui è richiesta la capacità decisionale che faccia gli interessi del cittadino, ci si deve assumere delle responsabilità anche in situazioni scomode. Insomma la gente ha bisogno di risposte e di decisioni, possibilmente in tempi brevi. E chi viene votato ha il dovere di assumere tali oneri senza girare intorno ai problemi o declinandone le responsabilità.

Il murales su Morricone. Il maestro ha fatto sapere dopo la sua morte ,attraverso le parole del suo legale,di volere un funerale in forma privata per non disturbare nessuno.Un grande uomo con una grande umiltà. E allora come insegnare l’umiltà in un epoca in cui non va di moda?

Ho solo voluto omaggiare un genio contemporaneo che ci lascia un’eredità immensa, ricca di emozioni e di bellezza. Una figura probabilmente in via di estinzione. Non mi sembra infatti che oggi la società, per come è strutturata e per i valori che sta trasmettendo, possa accogliere altri talenti così puri e così integri dal punto di vista umano come lo è stato il “Maestro” Ennio Morricone.

Progetti futuri?

Progetti futuri tanti e vari dal punto di vista artistico sperimentale ..spero di poterli mostrare prossimamente.

Buon lavoro Harry.