Il Nouveau Réalisme di Ermanno Di Sandro, i frammenti di immagine che raccontano storie

418

grande collage

Il collage è una tecnica artistica che da un lato allontana l’esecutore dall’approccio tradizionale della pittura ma dall’altro permette di entrare in quel meccanismo caro ad alcuni movimenti del secolo scorso, del recupero di materiali destinati ad altro uso che vengono trasformati in linguaggio espressivo; la capacità di raccogliere immagini e poi unirle nella loro frammentarietà per dar vita a un percorso all’interno di quei dettagli di esistenza narrati dall’esecutore dell’opera, costituisce tutt’oggi un approccio diverso, insolito, ma incredibilmente affascinante perché dialoga con l’osservatore in maniera diretta, conquistandolo in virtù di ciò che già conosce e poi conducendolo verso il messaggio che l’artista desidera trasmettere. Il protagonista di oggi sceglie proprio il collage per dar vita a uno stile attraverso il quale racconta i suoi punti di vista e i ricordi legati a frangenti o eventi che sono rimasti incisi sulla sua memoria.

Subito dopo la metà del Novecento, quando la sperimentazione e la tendenza a rinnegare l’immagine per sottolineare ed esaltare il predominio del gesto plastico su qualsiasi realtà conosciuta o su ogni soggettivizzazione da parte dell’esecutore dell’opera furono superate, si avvertì l’esigenza non solo di recuperare il contatto con la quotidianità, con ciò che lo sguardo già conosceva, ma anche di compiere un percorso contrario al precedente, troppo intellettuale per essere compreso da un pubblico ampio, cercando quindi un linguaggio che potesse andare verso le persone, che potesse incontrare il gusto della classe media che stava cominciando ad acquisire sempre più benessere economico e dunque poteva e voleva avere in casa dei pezzi d’arte pur non avendo ancora le capacità di potersi permettere un’opera tradizionale. Emerse così un nuovo gruppo di artisti che vollero scegliere un mezzo comunicativo alla portata di tutti, generando così un punto di unione tra arte e popolo, tra ciò che era l’espressione creativa e ciò che invece apparteneva alla quotidianità; in questo contesto nacque la Pop Art che, pur essendo partita intorno agli anni Cinquanta con le serie di stampe numerate e relativamente a basso costo e la rappresentazione di oggetti del supermercato come la Zuppa Campbell o le icone del cinema, nel caso di Andy Warhol, o con i personaggi dei fumetti come nelle opere di Roy Lichtenstein, ebbe una successiva evoluzione nel decennio successivo con lo stile innovativo fatto di collage misto a pittura di Robert Rauschenberg e le opere dedicate alle bandiere di Jasper Johns entrambi vicini al New Dada per filosofia espressiva e per la caratteristica di utilizzare materie di uso comune e parti di fotografie e ritagli di giornale per realizzare i loro lavori. Dall’altra parte dell’oceano questa evoluzione stilistica prese il nome di Nouveau Réalisme e contraddistinse un gruppo di artisti variegato e sfaccettato che aveva come linea guida quella di utilizzare materiali della realtà quotidiana, anche quelli più banali come frammenti di specchi e di ceramica, che venivano trasformati in irregolari tessere di mosaico nelle fantastiche sculture di Niki de Saint Phalle e i ritagli di giornale e di cartelloni pubblicitari che caratterizzarono la produzione artistica dell’italiano Mimmo Rotella, il quale rese nota la tecnica del decollage, lo strappo intenzionale di manifesti utilizzata anche da tutti gli affichistes francesi. L’artista e architetto italiano Ermanno Di Sandro è esponente di questo stile artistico che operò tra gli anni Sessanta e i Settanta del Novecento, dunque relativamente breve, eppure in grado di lasciare un segno importante nell’arte del Ventesimo secolo soprattutto se contestualizzato a quell’epoca in cui rivolgersi al grande pubblico era un principio irrinunciabile.

capriccio sensuale con belle donne grappe e arte
1 Capriccio sensuale con belle donne, grappe e arte

La capacità di evocare ricordi ed emozioni legate a quei frammenti di memoria, in Di Sandro prescinde da ogni altro intento di base, come quello del riutilizzo di materiali di uso comune o l’importanza del rapporto tra opera d’arte e folklore urbano e industriale tipici del Nouveau Réalisme, e si sofferma invece su quel desiderio di suscitare emozioni, nel suo caso nostalgiche, attraverso le proprie, quelle che non riesce a esimersi di inserire nei suoi lavori.

la grande piramide civilta
2 La grande piramide, civiltà palazziale fluviale

Celebra la donna, si ispira agli oggetti che appartengono alla sua quotidianità o al suo vissuto, li mescola, li fa interagire nei suoi collage che raccontano di istanti di vita del Novecento, di tutto ciò che ha costituito un po’ il simbolo di un periodo, gli anni Novanta, quelli durante i quali si è cominciato a delineare il suo stile artistico così come la sua personalità espressiva che nel corso del tempo non si è mai allontanata dal movimento a cui si è ispirato. Diversamente da Mimmo Rotella, Ermanno Di Sandro non strappa i manifesti bensì preferisce un approccio più equilibrato, più meditato, procedendo dunque a recuperare ciò che desidera inserire nei suoi lavori attraverso il ritaglio, un’attenta ricerca volta a strutturare il risultato finale che deve non solo assecondarsi all’intento espressivo ma anche al tema che di volta in volta vuole trattare.

sardegna fascinosa scatti
3 Sardegna fascinosa

In altri casi invece utilizza addirittura materiali della sua storia personale, ricordi di luoghi visitati e di eventi che hanno fatto parte del suo cammino, facendoli diventare protagonisti principali dell’opera, come nel caso di Sardegna fascinosa, dove le foto sono scatti dell’autore realizzati con una vecchia camera analogica semiautomatica Minolta e raffiguranti paesi della Sardegna orientale, come se dovessero costituire un desiderio di rendere eterno il percorso effettuato, quel viaggio alla scoperta della parte più vera e meno conosciuta di una delle maggiori isole italiane. Il bianco e nero è incredibilmente evocativo, tanto quanto l’idea di riunire in un’unica opera tutte le immagini permette al tempo di fermarsi perché quei fotogrammi non possono essere dimenticati all’interno di un album che non viene mai sfogliato, al contrario diventano parte integrante della quotidianità di chi sceglie di avere in casa un’opera tanto personale ed emozionante per la memoria.

eventi di una vita
4 Eventi di una vita

In Eventi di una vita invece Di Sandro riunisce e incolla su cartone frammenti di un pannello espositivo legato a un suo lavoro architettonico, sottolineando ancora una volta quanto un episodio della vita personale, la sua come quella di un committente, possa trasformarsi in lavoro di cui godere ogni giorno perché davanti ai propri occhi, come un memento diverso dai vari diplomi e riconoscimenti appesi alle pareti bensì parte di una composizione artistica in grado di conquistare sia per la razionalità di esecuzione, la scelta accurata delle parti da inserirvi, sia per il cammino emozionale che la sua osservazione spinge a intraprendere, ogni qualvolta lo sguardo si posi su di essa.

tributo alla dea mefite
5 Tributo alla dea Mefite

Ma il tocco più fortemente Nouveau rèaliste emerge in Tributo alla dea Mefite, dove Ermanno Di Sandro celebra la figura della donna in tutte le sue sfaccettature, evocando una dea solo come pretesto per raccontare cento, mille donne, rappresentate da sguardi, da corpi, da sorrisi, da sculture a lei dedicate, da parti anatomiche che la rappresentano in tutta la sua complessità e nella capacità di mantenere il suo ruolo misterioso e al tempo stesso fondamentale nel corso dei secoli; molteplici i materiali utilizzati, dai ritagli di giornale alle fotografie, dalle etichette ai biglietti di museo, dai cartoncini policromi ai fogli di calendario, in concerto armonico per andare a costruire quella personalità femminile caleidoscopica e affascinante avvicinabile in qualche modo alla figura divina di una dea, celebrata, temuta, omaggiata e sempre amata dall’uomo che non riesce a resistere alla sua malìa.

macinacaffe e bella donna
6 Macinacaffè con bella donna

Il tema della donna è fortemente presente nelle opere di Ermanno Di Sandro, come se in qualche modo egli non riuscisse a concepire l’esistenza lontano da una natura tanto incomprensibile e inafferrabile quanto fondamentale per l’equilibrio maschile poiché ne costituisce il bilanciamento, l’equilibrio e la compensazione che diversamente mancherebbe; nell’opera Macinacaffè con bella donna sembra giocare con l’atmosfera domestica, quella che costituisce un rifugio sicuro con i suoi oggetti quotidiani e le certezze di quanto si è certi di trovare al ritorno o al risveglio, e il turbamento costituito da una ragazza avvolta da un abito fasciante, sensuale e dunque in contrasto con una dimensione rassicurante come quella della casa. Eppure quella donna costituisce il sogno, l’ideale verso cui tendere e con cui, forse, alleviare la routine della vita ordinaria, conquistandola al punto di far parte di quella realtà. O forse il bello sta proprio nel sognare qualcosa che forse potrebbe non realizzarsi mai, che potrebbe semplicemente restare irraggiungibile e per questo ancor più affascinante.

capriccio proto futurista cubista
7 Capriccio Proto-Futurista-Cubista

Ermanno Di Sandro inizia a muovere i primi passi nel mondo dell’arte nella seconda metà del Novecento, e parallelamente alla sua carriera di architetto e archeologo di successo ha sempre coltivato la passione per l’arte che recentemente ha deciso di mostrare al grande pubblico ricevendo notevoli consensi dal pubblico e dalla critica.

ERMANNO DI SANDRO-CONTATTI
Email: ermannoarchitetto@libero.it
Sito web: www.ermannodisandro.com
Facebook: https://www.facebook.com/ermannodisandro

The Nouveau Réalisme of Ermanno Di Sandro, fragments of images that tell stories

Collage is an artistic technique that on the one hand distances the performer from the traditional approach of painting, but on the other allows him to enter that mechanism dear to certain movements of the last century, of the recovery of materials destined for other uses that are transformed into expressive language; the ability to collect images and then unite them in their fragmentary nature to create a path within those details of existence narrated by the executor of the artwork, still constitutes a different, unusual, but incredibly fascinating approach because it dialogues with the observer in a direct manner, winning him over by virtue of what he already knows and then leading him towards the message that the artist wishes to convey. Today’s protagonist chooses precisely the collage to give life to a style through which he recounts his viewpoints and memories linked to moments or events that have remained engraved on his memory.

Immediately after the mid-twentieth century, when experimentation and the tendency to disavow the image in order to emphasise and exalt the predominance of the plastic gesture over any known reality or over any subjectivisation on the part of the work’s executor were overcome, was felt the need not only to recover contact with the everyday, with what the eye already knew, but also to take a contrary path to the previous one, which was too intellectual to be understood by a broad public, thus seeking a language that could go out to the people, that could meet the taste of the middle class that was beginning to acquire more and more economic wealth and therefore could and wanted to have pieces of art in their homes even though they did not yet have the ability to afford a traditional artwork. Thus emerged a new group of artists who wanted to choose a communicative medium within the reach of everyone, thus generating a point of union between art and the people, between what was creative expression and what belonged to everyday life; in this context was born Pop Art awhich, although it started around the 1950s with the series of numbered and relatively cheap prints and the representation of supermarket objects such as Campbell’s Soup or film icons, in the case of Andy Warhol, or with comic book characters as in the artworks of Roy Lichtenstein, had a subsequent evolution in the following decade with the innovative style of collage mixed with painting by Robert Rauschenberg and the works dedicated to flags by Jasper Johns, both close to New Dada in terms of expressive philosophy and the characteristic of using everyday materials and parts of photographs and newspaper cuttings to make their works.

On the other side of the ocean, this stylistic evolution took the name Nouveau Réalisme and distinguished a variegated and multifaceted group of artists whose guiding principle was to use materials from everyday life, even the most banal such as fragments of mirrors and ceramics, which were transformed into irregular mosaic tesserae in Niki de Saint Phalle’s fantastic sculptures, and the newspaper and billboard cuttings that characterised the artistic production of the Italian Mimmo Rotella, who made known the technique of decollage, the intentional tearing of posters also used by all the French affichistes. The Italian artist and architect Ermanno Di Sandro is an exponent of this artistic style that operated between the 1960s and the 1970s, thus relatively short-lived, yet able to leave an important mark on 20th century art, especially if contextualised at a time when addressing the general public was an indispensable principle. The ability to evoke memories and emotions linked to those fragments of memory, in Di Sandro disregards any other basic intentions, such as that of reusing everyday materials or the importance of the relationship between the work of art and urban and industrial folklore typical of Nouveau Réalisme, and instead dwells on that desire to arouse emotions, in his case nostalgic, through his own, those that he cannot help but include in his artworks.

He celebrates women, he is inspired by objects that belong to her everyday life or to her experience, he mixes them, he makes them interact in his collages that tell of instants of 20th century life, of everything that constituted a bit of a symbol of a period, the 1990s, those during which his artistic style began to take shape as well as his expressive personality that over time has never strayed from the movement that inspired him. Unlike Mimmo Rotella, Ermanno Di Sandro does not tear down posters but prefers a more balanced, more meditated approach, thus proceeding to retrieve what he wants to include in his works through cropping, a careful research aimed at structuring the final result that must not only comply with the expressive intent but also with the theme he wants to deal with from time to time. In other cases, however, he even uses materials from his personal history, memories of places he has visited and events that have been part of his journey, making them the main protagonists of the artwork, as in the case of Charming Sardinia, where the photos are shots taken by the author with an old Minolta semi-automatic analogue camera and depicting villages in eastern Sardinia, as if they were to constitute a desire to make eternal the journey he has made, that journey to discover the truest and least known part of one of the largest Italian islands. The black and white is incredibly evocative, as much as the idea of bringing all the images together in a single work allows time to stand still because those frames cannot be forgotten inside an album that is never leafed through, on the contrary, they become an integral part of the everyday life of those who choose to have such a personal and emotional work of art in their homes.

In Events of a life, on the other hand, Di Sandro brings together and pastes on cardboard fragments of an exhibition panel linked to one of his architectural works, once again emphasising how much an episode of personal life, his own as well as that of a commissioner, can be transformed into an artwork to be enjoyed every day because it is in front of one’s eyes, like a memento other than the various diplomas and awards hanging on the walls, but rather part of an artistic composition capable of conquering both for the rationality of its execution, the careful choice of the parts to be inserted into it, and for the emotional journey that its observation prompts one to undertake, each time one’s gaze rests on it. But the most strongly Nouveau rèaliste touch emerges in Tribute to the goddess Mephitis, where Ermanno Di Sandro celebrates the figure of woman in all her facets, evoking a goddess only as a pretext for recounting a hundred, a thousand women, represented by looks, bodies, smiles, sculptures dedicated to her, and anatomical parts that represent her in all her complexity and in her ability to maintain her mysterious yet fundamental role over the centuries; a multitude of materials are used, from newspaper cuttings to photographs, from labels to museum tickets, from polychrome cards to calendar sheets, in harmonious concert to build that kaleidoscopic and fascinating female personality that can somehow be approached to the divine figure of a goddess, celebrated, feared, paid homage to and always loved by the man who cannot resist her malice.

The theme of woman is strongly present in Ermanno Di Sandro’s artworks, as if somehow he could not conceive of existence away from a nature that is as incomprehensible and elusive as it is fundamental to male equilibrium since it constitutes the balance, equilibrium and compensation that would otherwise be lacking; in the artwork Coffee Grinder with Beautiful Woman, he seems to play with the domestic atmosphere, that which constitutes a safe haven with its everyday objects and the certainties of what one is sure to find when one returns or wakes up, and the disturbance constituted by a girl wrapped in a swathing dress, sensual and therefore in contrast to a reassuring dimension such as that of the home. Yet that woman constitutes the dream, the ideal towards which to strive and with which, perhaps, to alleviate the routine of ordinary life, conquering it to the point of becoming part of that reality. Or perhaps the beauty lies precisely in dreaming of something that may never come true, that may simply remain unattainable and for this reason more fascinating. Ermanno Di Sandro took his first steps in the art world in the second half of the 20th century, and in parallel with his career as a successful architect and archaeologist, he has always cultivated a passion for art, which he has recently decided to show to the general public, receiving considerable acclaim from the public and critics alike.