Esce il token non fungibile LMB di Paolo Cattaneo, l’intervista

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“Il web aiuta a veicolare i contenuti digitali, sicuramente una rivoluzione che ha permesso la condivisione ma anche una perdita di valore dell’opera digitale”

paolo cattaneoIl token non fungibile “LMB#” è la creazione di un ambiente digitale e quasi tangibile grazie all’uso di un software di Generative Art, che dà vita a dei livelli di forme composte da particelle e ispirate dalla linea d’onda del brano “The Lomb” di Cattaneo. LMB#, in uscita giovedì 1 aprile per Freecom e disponibile su rarible.com (la traccia intera è in esclusiva solo per i possessori dell’NFT), è il primo contributo al genere del musicista, cantautore e performer elettronico bresciano Paolo Cattaneo e del new media artist Giorgio Funaro.

Paolo Cattaneo ci ha gentilmente concesso un’intervista.

“LMB#” è la tua nuova creazione, di che cosa si tratta?
“LMB#” è un NFT, un token non fungibile, che trasforma in visual l’estetica del suono analogico del brano “The Lomb”, tramite strutture digitali che si compongono per creare un mondo visivo e sonoro.

Com’è nato questo progetto?
Nasce dalla mia passione per la cryptoarte e per l’arte generativa. La collaborazione con il media artist Giorgio Funaro ha permesso di creare questo ambiente digitale e quasi tangibile. Funaro ha dato vita a dei livelli di forme composte da particelle e ispirate dalla linea d’onda del mio brano “The Lomb”. Quest’ultimo è un brano totalmente improvvisato con synth analogici e strumenti digitali, prodotto e improvvisato con il bassista Andrea Lombardini.

Dove hai trovato l’ispirazione?

Mi ha ispirato la blockchain. Spinto dall’idea di poter finalmente autenticare un’opera fatta digitalmente e aumentarne il valore, data la rarità dell’opera stessa. Grazie alla blockchain l’opera digitale può diventare quindi unica. LMB# è infatti un NFT unico. Questo token e il brano collegato sono la mia prima pubblicazione solista nel mondo dell’elettronica, dove sintetizzatori analogici e batterie elettroniche dialogano fra loro fondendosi con l’architettura visiva del video “tokenizzato”.

Come ti sei avvicinato alla tua professione?

Sono diplomato in contrabbasso. Ho suonato in orchestra e durante il periodo di studio, di viaggi e di concerti, mi sono appassionato alla musica d’autore. Pian piano ho cominciato a comporre alcuni brani, inizialmente scrivendo personalmente i testi, in seguito con la collaborazione di amici/parolieri di fiducia, come Giovanni Peli e Stefano Diana. La curiosità e la sperimentazione, grazie anche agli eccezionali musicisti coinvolti nella produzione degli ultimi album, mi hanno portato a un suono elettronico sempre più caldo e immersivo. Piano piano mi sono allontanato dall’essere cantautore, dando vita ad alcuni live dove l’ascolto è in primo piano in un dialogo profondamente umano con il pubblico. Una delle ultime produzioni live è stata infatti il “concerto scomposto” a casaBASE di Milano, dove ogni musicista ha suonato in una stanza differente dell’edificio che ospitava la performance e il pubblico aveva la possibilità di muoversi fra una stanza e l’altra, ascoltando l’esecuzione di un singolo strumento, o l’insieme dei musicisti esclusivamente nella mia “stanza”. Concludendo il mio percorso come cantautore, ho fondato nel 2018 il progetto elettronico Jay Perkins insieme a Giovanni Battagliola. Synth, elettronica analogica, strumenti elettroacustici e improvvisazione sono gli elementi della sperimentazione di questo duo. Oggi sono esclusivamente musicista e performer elettronico, sempre alla ricerca di un personale cinematic sound attraverso intimità e libera sperimentazione.