Unirai: “Vigilanza si occupi della par condicio sindacale”

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ROMA – “L’inqualificabile episodio che abbiamo denunciato ieri, relativo alla ridicola pretesa di qualche “sindacalista” Rai della sigla ex monopolista, di censurare i nostri interventi sulle testate del servizio pubblico, mette in evidenza l’esistenza di un problema enorme che la commissione di vigilanza dovrebbe affrontare ed è quello della par condicio sindacale. Per questo faremo una richiesta formale nelle prossime ore alla presidente Barbara Floridia e a tutti i commissari. È inaudito, come successo in questi giorni, che le testate Rai diventino megafono solo della posizione di uno dei sindacati dei giornalisti oggi presenti dentro l’azienda. Il monopolio sindacale è finito e tutti devono prenderne atto”.

Lo afferma il sindacato Unirai, liberi giornalisti Rai, dipartimento di Figec-Cisal. Pronta la replica dell’esecutivo Usigrai: “La rappresentanza sindacale è fortunatamente libera e normata dalla legge. La Commissione di Vigilanza siamo certi si occuperà della Rai, ma per contrastare i tentativi di trasformarla in megafono dei partiti. Respingiamo con forza i tentativi della politica, soprattutto dei partiti di maggioranza, di condizionare la libertà sindacale dei giornalisti Rai. Usigrai chiede una Rai libera dai partiti. Unirai chiede aiuto ai partiti”, è scritto in una nota.

Controreplica dell’Unirai: “Ci saremmo aspettati dall’Usigrai una parola di condanna rispetto ai tentativi di censura ai nostri danni e invece nulla. Che peccato! Prendiamo comunque atto con piacere che anche per l’Usigrai la rappresentanza sindacale è libera. Un riconoscimento ovvio anche se tardivo. L’Usigrai informi i colleghi del Cdr di Rainews24 che invece pretendono di stabilire chi come e quando può parlare. Unirai non “chiede aiuto ai partiti”, ma chiede agli organismi competenti di discutere, tra le varie emergenze della Rai, anche di una questione non più rinviabile, quella del pluralismo sindacale. La Rai non ha padroni. In Rai tutte le voci devono potersi esprimere”.