Rispetto a settembre 2021 l’aumento di quest’anno è pari al 2%. Una diminuzione dello 0,5%, invece, si registra nei confronti di agosto. Un dato che non deve destare sorpresa né preoccupazione in quanto alla fine dell’estate tradizionalmente scadono molti contratti di natura temporanea attivati proprio per fare fronte alla crescita della domanda per esigenze stagionali.
A settembre sono aumentate del 2,7% le assunzioni e del 4,2% le cessazioni. Per quanto riguarda le tipologie contrattuali, a fare la parte del leone sono stati i contratti a tempo determinato (applicati al 54 per cento dei nuovi assunti), contratti che assicurano ai ‘piccoli’ la flessibilità di cui hanno bisogno e ai dipendenti retribuzione e diritti garantiti anche ai contrattualizzati a tempo indeterminato.
Rimarchevoli sono anche i segni ‘più’ per i contratti a tempo indeterminato (+14 per cento) e per l’apprendistato (+19,8 per cento), testimonianza di quanto, nonostante il perdurare dei fattori socio-economici di incertezza dovuta alla crisi internazionale e alle sue conseguenze, le imprese artigiane, micro e piccole puntino sul consolidamento degli organici.
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