Intervista a Riccardo Mangiacapra, io, la musica e la mia tela

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In me c’è la stagione della scrittura e la stagione della lettura, una esclude l’altra

Ha fatto ancora una volta centro nel cuore palpitante dei suoi lettori Riccardo Mangiacapra. E lo ha fatto a questo giro con l’intenso romanzo La tela di Archimede (Spirito Libero Edizioni). Un testo che vi terrà incollati fin dalle prime pagine tanto è stato abile, non solo il protagonista ma anche l’autore, a tessere una magistrale tela immaginaria. E se siete curiosi di sapere quale sia stata la colonna sonora che ha allietato la sua stesura leggete con attenzione fino in fondo questa intervista.

Riccardo come ti stai preparando ad affrontare il Salone del Libro di Torino?

Salve Laura, con tanta emozione perché se anche in precedenza avevo dei miei libri presenti in Salone, quest’anno ufficialmente sono tra gli scrittori presenti nello stand Blitos e Spirito Libero e poi al di là delle presentazioni già fatte, sono curioso di conoscere l’impatto del mio romanzo La Tela di Archimede con il grande pubblico. Insomma sono emozionato e lusingato di partecipare come scrittore.

la tela di archimedeSi dice che in Italia si legga poco eppure Festival ed Eventi Letterari sono spesso affollati. Come mai secondo te?

Devo confessarti una cosa, tutti i dati ci portano a dire che in Italia si legge poco e credo sia vero, ma girando per librerie vedo tantissime presentazioni di scrittori emergenti. Per fare una battuta sembrerebbe che ci siano più persone che scrivono che quelle che leggono.

Devi considerare che sono cambiati anche i mezzi, se soli 15 anni fa ci avessero detto che in futuro la nostra biblioteca sarebbe entrata nel nostro telefonino, non avremmo preso sul serio il nostro interlocutore. Oggi in rete e anche fuori dalla rete, trovi audiolibri, romanzi e classici in formato digitale. Una varietà di proposte che è difficile da quantizzare. Penso che sia cambiato il modo di apprendere e perciò di leggere, non penso che “il libro” sia morto penso che abbia cambiato forma.

Quando ti dedichi alla scrittura trovi anche il tempo per leggere?

Generalmente no, nei periodo in cui sono immerso a scrivere un romanzo o una serie di poesie, non leggo. Lo faccio per non farmi influenzare dalle trame, dallo storytelling, dai personaggi che trovo nel libro. Poi sono abbastanza stagionale, in me c’è la stagione della scrittura e la stagione della lettura, una esclude l’altra.

In particolare quando ai incominciato a scrivere La tela di Archimede ti sei lasciato affascinare da qualche altro autore?

No anche se i miei “riferimenti” sono quelli di sempre, sono gli autori che prediligono la storia alla descrizione delle cose, cito Fenoglio ma anche Amanniti e il mitico Baricco, insomma i neorealisti. Mi piace spingere la mia fantasia ma sempre in storie credibili e autentiche. Drammi e gioie come in ognuno di noi, la semplicità del racconto in contrapposizione alla complessità della vita.

E la musica? Ami scrivere ascoltandola?

La musica è parte integrante della vita, non a caso i miei personaggi di solito ascoltano la musica. Ti racconto una cosa, mia figlia ha frequentato l’officina Pasolini che è la struttura regionale del Lazio che seleziona i giovani nel canto e nel teatro, penso di averle trasmesso l’amore verso il cantautorato, da buon poeta sono sempre stato affascinato da i cantanti autori del loro successo e lei rimanendo nel solco tracciato dal padre, ha aggiunto la freschezza e la modernità della sua scrittura e delle sue melodie. Per cui ti rispondo di si non fosse altro per quello che canta lei, ma a parte la battuta amo De Gregori, Venditti ma anche i cantautori più recenti come Ermal Meta e Artù.

Il tuo Archimede, indiscusso protagonista della tua nuova opera, da giovane e successivamente da adulto quali brani e cantanti avrebbe ascoltato?

Archimede è nato negli anni 70 per cui è cresciuto con De Andrè e Dalla per cui penso che da giovane avrà ascoltato in cassetta L’Anno che verrà, sperando in anni diversi da quelli che stava vivendo in famiglia, ma anche La guerra di Piero o La canzone di Marinella che l’avranno accompagnato nei suoi studi, embrioni di quella tela che stenderà in età adulta, poi ritrovandolo a Londra in anni recenti me lo immagino nella sua casa di Notting Hill ascoltare Rain on Medi Lady Gaga e Ariana Grande.