“Il nuovo cittadino deve essere pienamente consapevole del principio di eguaglianza, della parità tra uomini e donne, della laicità dello Stato. Essere cittadini italiani presuppone l’acquisto di doveri e diritti, come l’esercizio dell’elettorato attivo e passivo e significa diventare, automaticamente, cittadini europei. Da qui la necessità che si compia un percorso culturale di formazione, di insegnamento, di accettazione della nostra cultura. Nella scorsa Legislatura la riforma si è impantanata e personalmente ritengo che frequentare un percorso di studi di cinque anni, come previsto da quella proposta di legge, non fosse sufficiente. In linea con il mio gruppo parlamentare, Fi, penso occorra un arco temporale più lungo e scandito dal superamento degli esami conclusivi del percorso di studi. In questo modo potremmo avere la ragionevole certezza che chi acquisisce la cittadinanza è anche un nuovo cittadino italiano”, ha concluso Pagano.
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