La cosa più importante sulla Terra

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tegole

Un ragazzo ha perso il suo Amore a causa di un tragico incidente. Non lo consola la musica, l’amico del cuore… solo un messaggio della Lei perduta lo fa andare avanti. Fino a che proprio il messaggio gli aprirà una porta incredibile, che darà un significato particolare al “per-sempre”.

Il giovane Secundo lasciò andare le corde della chitarra con un ultimo gesto rabbioso delle dita. Strimpellava da ore e la mano destra era a pezzi. Non riuscivano più a fare musica , lui, la mano, le corde, il cuore. Il cuore avrebbe avuto bisogno di più musica.

Il ragazzo piombo’ sul letto e iniziò a piangere, col gomito sulla faccia. Nina era morta da due mesi.

Il suo amore gli aveva lasciato un ultimo biglietto: un post-it dove era scritto in stampatello con la matita verde TI AMERÒ PER SEMPRE.NINA.

Glielo aveva lasciato sulla porta di casa; e poi quello sciagurato tuffo in piscina aveva reso quel bigliettino l’unica cosa di lei, per Secundo.

Si sollevò per prendere di nuovo la chitarra, e questa volta staccò dalla cassa il biglietto giallo. Lo teneva sempre incollato lì.

“Peccato, Nina, mi dispiace. Tra un po’ questo pezzetto di carta si sciuperà si consumerà. Come te, come me. Lo devo plastificare”.

Sospirò perché almeno aveva qualcosa da fare.

Riattivato dall’idea della conservazione necessaria del messaggio, infilò i primo paio di jeans puliti che trovo’, inserì delicatamente il post-it in tasca e s’ avvicinò alla porta della camera.

Bastava un cenno a sua madre, per avvertire che usciva. Da due mesi sua madre non gli faceva domande. La vita su un galleggiante: nessuna domanda, nessuna risposta. Praticamente, la vita migliore.

Secundo però non raggiunse nemmeno la maniglia. All’improvviso un voluminoso oggetto volante entrò dalla finestra aperta. Pareva un grosso ragno di metallo, illuminato da decine di luci diverse.

Puntò due luci gialle sul ragazzo ed emise un leggero sibilo. Secundo salto’ verso la finestra mentre l’oggetto planava sulla scrivania.

“Ehi Bacucco! Merd*, il tuo drone si è infilato nella mia camera! Mi ha fatto prendere un colpo! Sei matto?” urlò verso il piano di sotto.

Bacucco – nomignolo affibbiato per l’abitudine del ragazzino di andarsene in giro imbacuccato col cappuccio, anche d’agosto – s’affacciò dalla finestra del primo piano e volse il viso in alto:

“Cavolo Secundo, che sbraiti? Guarda che non ho più il drone da una settimana! Mi hanno beccato col fumo e mi hanno messo in punizione.

Mio padre ha sigillato in garage la moto e il drone. Gli ha tirato anche un calcio, quello stronz*! Probabilmente l’ha rotto e non funzionerà più …”.

E seguirono improperi a ripetizione.

“Okay allora di chi è questo coso?”

Il “coso” nel frattempo s’era fermato in mezzo alla scrivania ed aveva abbassato tutte le lucine multicolori. Il ragazzo si accostò coll’intento di afferrarlo e scaraventarlo fuori, ma l’oggetto decollò fino a sfiorare il soffitto.

Poi il “coso” parlò, con una voce metallica come la sua materia:

“Nativo, qual è la cosa più importante su questo Pianeta?”

“Eh?” Secundo rimase a bocca aperta. “Porc… sei più sofisticato di quanto possa costruire Bacucco. No, non sei un drone di Bacucco!”

“Io sono Esploratore. Devo riferire. Quale è la cosa più importante su questo Pianeta? Prego rispondere, Nativo”.

“Magnifico magnifico; sei stato progettato proprio wow! Che spot è? Cavolo sui social appena… ti posso riprendere? No? Ok allora ti rispondo subito”.

Secundo ritornò serio, estrasse dalla tasca il post-it e lo mostrò in alto verso l’oggetto sospeso:

“Ecco vedi? L’ha scritto la mia ragazza. Questa è la cosa più importante sulla Terra”.

“Questo? Il piccolo oggetto giallo?”

Secundo annuì, triste.

Il ragno metallico riaccese le lucine: aveva puntato un blocchetto di post-it gialli che erano rimasti sulla scrivania.

“Nativo, posso prendere questo materiale?” e lanciò un piccolo raggio rosso sul blocchetto.

“Mi chiamo Secundo. Certo, ne ho a decine. Ma che te ne fai? Ma che pubblicità siete? Una Candid Camera?”

Esploratore non rispose, volò veloce verso la finestra aperta dopo aver inglobato il blocchetto giallo, e sparì come era venuto.

Secundo non fece nemmeno in tempo a riprendersi dalla sorpresa, che Bacucco entrò di corsa in camera:

“Mi ha fatto passare tua madre. Dov’è? C’è ancora, eh? Che ha fatto?”

“Lascia stare guarda. Sono depresso. Ma vedi tu, una specie di drone pubblicitario credo… tante domande boh. Ma era molto molto più sofisticato del tuo, Bacucco”.

“Ma lo dovevi bloccare, bastava chiudere la finestra. Così lo sostituivo col mio”.

“Vattene. Devo plastificare il biglietto di Nina”.

Bacucco si grattò la spalla imbarazzato, annuì ed indietreggiò fino alla porta. Non osò voltare le spalle all’amico, e all’ultimo messaggio di Nina.

Era passato molto tempo. Tutti in silenzio immobili per captare il minimo segnale dal blocchetto. Ventiquattro bigliettini gialli, incollati con precisione infinita sullo schermo trasparente.

In attesa.

“Non succede niente” disse il Controllore.

L’Assemblea era stata riunita di proposito: l’argomento era ghiotto visto l’avvicinarsi a quel Pianeta interessante.

“Esploratore!”

“Controllore, io.. il Nativo…”

“E se avesse mentito? Forse lo sanno fare. Non li conosciamo” intervenne uno dell’Assemblea.

“Ecco c’ erano dei segni incisi sopra. Ora li riproduco” intervenne Esploratore.

In breve la scritta TI AMERÒ PER SEMPRE.NINA apparve su tutti e ventiquattro bigliettini. E non successe niente.

Il Controllore sbuffò: “Deciso: si tratta di materiale inerte. Nessuna proprietà né fisica né chimica rilevante. Materiale deteriorabile. Non disponibile qualche tipo di potenza”.

Sentenziato questo, dispose di eliminare i ventiquattro bigliettini. L’Assemblea deliberò che quel Pianeta non era interessante, possedendo cose che non avevano potenza.

Allora l’astronave virò verso altre mete nello Spazio. La fortuna di non essere interessanti è di non avere nemici. Infatti per quella volta la Terra fu salva. I bigliettini furono lanciati fuori dall’Astronave.

Secundo non poté mai sapere che il messaggio della sua ragazza era destinato a durare per sempre, vagando nello Spazio Profondo in ventiquattro biglietti.

Eterni ed incorrotti, come l’amore di Nina.