Non appena si supera l’incipit dell’Albedo – romanzo d’esordio di Francesco Serra, classe 1991 – non potrà che essere chiaro al lettore che si trovi davanti a una narrazione che ha intenti ben distanti dal raccontare semplicemente una storia di mistero per cui gli sia offerto di trovare la soluzione che risolva il caso definitivamente. L’Albedo di Serra è invece molto di più, poiché tra le righe di un omicidio ambientato a Milano – il ritrovamento di un corpo colpito da ferite di arma da fuoco – si fa portavoce di un problema che, al giorno d’oggi, non può che essere considerata una delle piaghe maggiori della società contemporanea.
Milano, Zona Famagosta, agosto 2013. Il pretesto narrativo è l’omicidio di un personal trainer, Pierdavide, rinvenuto a opera di un duo investigativo singolare, il Commissario Esposito e il Prof. Mariani – specialista di Medicina Legale che da tempo collabora con la Polizia per i casi irrisolti. Tutto all’apparenza lascia dedurre che si tratti di un semplicissimo omicidio: il giovane uomo senza vita porta tre ferite da arma da fuoco, al braccio destro ha legata la sua sacca per lo sport, dentro cui è facile ritrovare i suoi documenti per scoprirne da subito l’identità. La storia sembra presentare Pierdavide come la vittima di tutta la faccenda, ma in realtà, proseguendo col racconto si scoprirà che non tutto è come sembra. Il mandante dell’omicidio potrebbe essere il proprietario della palestra, anche perché qualche mese prima rispetto al rinvenimento del cadavere, Pierdavide si era macchiato di una colpa, colpa che di fatto poteva aver portato a un calo della clientela; ma d’altro canto, Pierdavide potrebbe essere un malcapitato, finito nelle mire di un assassino senza alcun movente.
Al di là della trama del romanzo – su di cui, per non rovinare il piacere della lettura al lettore, è meglio tacere – appaiono evidenti le capacità di Serra come autore. Prima di tutto quella di costruire personaggi dotati di forte riconoscibilità e spessore psicologico: ognuno dei personaggi che il lettore incontra – dalla fidanzata di Pierdavide, al fratello gemello Pietro, all’amica Caterina e fino al duo di investigatori – che ben richiama la nota accoppiata letteraria del Dottor Pasquano e il Commissario Montalbano – è finemente architettato, tanto che il lettore potrà trovarsi a indovinare le mosse e le azioni dei personaggi ancora prima che vengano narrate. Ma fortissima è anche la capacità di inserire tra le righe dell’opera, messaggi che racchiudono il senso dell’esistere di questo romanzo: non tramite noiosi “spiegoni”, ma tramite le azioni e i gesti dei protagonisti.
Serra, con il suo romanzo d’esordio, offre ai lettori una storia che si fa carico di raccontare la contemporaneità ma senza impedirgli di potersi gustare la narrazione come un momento di evasione – che appunto non manca di offrire continui spunti di riflessione. Il ruolo della donna, l’impossibilità e i sentimenti di sfiducia che la bloccano prima di denunciare la violenza di cui è vittima, e persino l’incapacità della società in cui viviamo di tener testa agli atti violenti. In questo senso, all’interno dell’Albedo il messaggio politico è quasi più forte della storia, come a ribadire con forza, per l’ennesima volta, che si può fare letteratura e parlare a un pubblico molto vasto non solo attraverso temi pop e leggeri, ma anche sviscerando problematiche serie e da risolvere quanto prima.
SCHEDA DEL LIBRO
Titolo dell’opera: L’Albedo
Autore: Francesco Serra
Editore: Albatros Edizioni
Genere: Giallo/Thriller – Racconto breve
Pagine: 65
Link di vendita: https://www.amazon.it/Lalbedo-Francesco-Serra/dp/8830657549