Anelli non mette in discussione l’ottima qualità della nostra sanità pubblica, ma si dice convinto che “se non riusciremo a trovare le risorse per avere personale sufficiente e motivato” sarà “la fine del Ssn” e lo scivolamento verso sistemi assicurativi che lasceranno indietro i meno abbienti.
“Il sistema non regge – ammonisce Anelli – perché mancano i presupposti: i medici se ne stanno andando, sia quelli ospedalieri sia quelli di famiglia, perché il sistema non è più attrattivo, la loro qualità di vita è peggiorata e preferiscono andare a lavorare in una cooperativa o all’estero piuttosto che essere costretti a carichi di lavoro insostenibili. In questa prospettiva il grido di allarme vero è che siamo all’anticamera della fine del Ssn”.
“Già oggi molti italiani dei ceti medio-alti utilizzano il sistema assicurativo come sostitutivo di quello dello Stato, e se non si investiranno risorse per mantenere o attrarre professionisti, il servizio sanitario nazionale sarà sempre meno efficiente ed efficace e un sistema assicurativo sarà il passo successivo. A quel punto – ammonisce il presidente Fnomceo – una parte importante della popolazione avrà problemi di assistenza, perché si svilupperà una sanità di serie A e una di serie B”.
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