Liberare l’UE dalla dipendenza dal gas russo: il piano

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L’Agenzia Internazionale dell’Energia ha stilato un piano suddiviso in 10 punti per ridurre la dipendenza dell’Unione Europea dal gas naturale russo

PARIGI ‒ Il contributo dato dalla Russia alla domanda crescente di energia è molto alto, soprattutto in Italia, ma non solo. Nel 2021 l’Unione Europea ha importato oltre 380 milioni di metri cubi al giorno di gas dalla Russia, per un totale di 140 miliardi di metri cubi l’anno.

La domanda che ci siamo fatti fin dal primo giorno di guerra è: cosa possono fare i governi e i consumatori per ridurre le importazioni?

Il gas naturale è, tra le fonti di energia, quella che influisce in modo più determinante nello scenario energetico e politico globale, e dopo lo scoppio del conflitto Ucraina-Russia dobbiamo fronteggiare una sfida difficile in breve tempo. Ad oggi può sembrare un’utopia liberarsi da questa dipendenza, ma in base al progetto stilato dall’Agenzia Internazionale per l’Energia possiamo fare molto per tagliare almeno in parte le importazioni di gas dalla Russia.

L’AIE ha predisposto un piano suddiviso in 10 punti, con l’obiettivo di ridurre le importazioni di 50 miliardi di metri cubi in un anno, ovvero oltre un terzo.

Il piano è coerente con il Green New Deal europeo: al centro del progetto vi è infatti un’accelerazione degli investimenti in tecnologie pulite ed efficienti, oltre che una temporanea diminuzione dei consumi stessi.

È necessaria una coordinazione armonica e un intenso dialogo internazionale sui mercati energetici per garantire i risultati. Vediamo in sintesi i 10 punti:

1. Nessun nuovo contratto di fornitura di gas con la Russia. L’Unione Europea deve diversificare le sue forniture di gas e i suoi contratti verso altre fonti.

2. Sostituire le forniture russe con gas da fonti alternative.

3. Introdurre obblighi minimi di stoccaggio del gas per rafforzare la resilienza del mercato. Ciò consentirà di soddisfare le oscillazioni stagionali della domanda, e fornirebbe inoltre una garanzia contro eventi imprevisti, sopratutto in una fase di tensioni geopolitiche come quella che stiamo affrontando.

4. Accelerare la diffusione di nuovi progetti eolici e solari.
Si prevede che nel 2022 l’aumento di capacità solare fotovoltaica ed eolica e il ritorno alle condizioni meteorologiche medie aumenteranno la produzione da queste fonti rinnovabili di oltre il 15% rispetto a 2021. Un’implementazione più rapida di sistemi solari fotovoltaici sui tetti delle abitazioni ridurrebbe le bollette dei consumatori. Un programma di sovvenzioni a breve termine che copra una parte dei costi di installazione farebbe incrementare gli investimenti.

5. Massimizzare la produzione da fonti quali bioenergia e nucleare.

6. Adottare misure a breve termine per mettere al riparo i consumatori vulnerabili di elettricità dai prezzi elevati.
L’attuale struttura del mercato fa sì che i prezzi elevati del gas nell’UE si traducano in prezzi elevati nell’elettricità all’ingrosso, potenzialmente con profitti eccezionali per le aziende. Per impedire ciò, si potrebbero valutare misure fiscali provvisorie per aumentare le aliquote sugli utili inaspettati delle società elettriche: queste entrate fiscali andrebbero quindi redistribuite ai consumatori per compensare, almeno in parte, l’aumento delle bollette.

7. Velocizzare la sostituzione delle caldaie a gas con le pompe di calore.
Sistema economico ed efficiente per riscaldare le case, consentirebbe di ridurre il fabbisogno di gas di 2 miliardi di metri cubi in un anno.

8. Accelerare i miglioramenti dell’efficienza energetica negli edifici e nell’industria. Ciò avrebbe, come ulteriore conseguenza positiva, l’aumento della competitività industriale.

9. Incoraggiare una regolazione temporanea del termostato da parte dei consumatori.
Ad oggi la temperatura media per il riscaldamento negli edifici nell’UE è superiore ai 22°C. Un abbassamento della temperatura consentirebbe un risparmio energetico annuo di circa 10 miliardi di metri cubi per ogni grado di riduzione, con un impatto positivo anche sugli importi delle bollette. È urgente più che mai effettuare campagne di sensibilizzazione dei cittadini per incoraggiare questi comportamenti.

10. Intensificare gli sforzi per diversificare e decarbonizzare le fonti di flessibilità del sistema elettrico. In particolare la flessibilità stagionale, ma anche il cambio della domanda e la riduzione dei picchi.