Lino Vairetti: “L’edizione 2022 del Blubar Summer Festival è stata di altissima qualità”

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lino vairetti e maurizio rapino

Il Direttore Artistico traccia un bilancio delle quattro serate che hanno avuto un ottimo riscontro di pubblico

Successo per la ventesima edizione del Blubar Summer Festival a Francavilla al Mare: tanta la gente accorsa nelle quattro serate che, come da caratteristica della manifestazione, hanno abbracciato vari generi musicali. Si è passati dal pop raffinato ed elegante di Red Canzian la prima sera con una straorinaria apertura in acustico di James Maddock e Alex Valle, alla seconda con un concerto all’alba del Gruppo Caronte, alla seconda sera a tema prog e rock con I Maghi e a seguire Le Orme che hanno festeggiato i 50 anni del celeberrimo album “Uomo di pezza”, alla terza a tema blues con i favolosi Blue Staff del grande Mario Insenga e le sonorità meravigliose della Treves Blues Band capitanata dal “Puma di Lambrate” Fabio Treves, fino all’ultima con i sorprendenti Dikky’N us e l’attesissimo ritorno della Bandabardò con Cisco.

Novità di quest’anno è stata la consegna del premio letterale musicale “BluBar Music Book”.

Altra grandissima novità l’arrivo nel ruolo di Direttore Artistico, dopo gli anni di Maurizio Malabruzzi, di Lino Vairetti, storico leader degli Osanna, entrato dunque nella famiglia del Blubar non più come musicista (vi si era già esibito col suo gruppo nelle passate edizioni), ma con un compito sicuramente più delicato e di grande responsabilità. Vairetti ha portato la sua immensa esperienza di musicista, ma anche e soprattutto di organizzatore di eventi, senza snaturare lo spirito del festival. I risultati lo hanno premiato: è stata infatti un’edizione di altissima qualità, senza ombra di dubbio fra le migliori nei vent’anni di vita del festival.

lino vairetti

Proprio con Lino Vairetti abbiamo tracciato un bilancio delle quattro serate.

Partiamo col fare un bilancio del Blubar Summer Festival 2022 e anche personale …

“Decisamente positivo! C’è stata un’ottima affluenza di gente, abbiamo proposto un panorama musicale di altissimo livello, dai nomi più prestigiosi ai giovanissimi che si sono rivelati straordinari. È stata un’edizione con delle punte eccellenti, tutto ha funzionato bene.

Io ho una grande esperienza: oltre ad essere musicista, organizzo anche eventi. Ero Direttore Artistico di un consorzio di teatro e folklore della Regione Campania che si chiamava Cortef (Consorzio Regionale Teatro e Folklore): agivamo molto sulle tradizioni campane e con loro ho portato gruppi e spettacoli in tutto il mondo. Ho fatto anche il mio Afrakà Rock Festival per 21 edizioni portando il meglio del rock internazionale, da Keith Emerson, Procol Harum, Spencer Davis Group e tanti altri. Al Blubar ho trasmesso tutta la mia esperienza non solo di musicista, ma di chi sa gestire l’organizzazione. Il Blubar è messo su da uno staff che ha un’incredibile passione per la musica e da 20 anni si dedica alla causa. Ha Maurizio Rapino come capo e riferimento, uno molto tenace e dotato di grande personalità, instancabile, un vero trascinatore che riesce a portare avanti un gruppo dove tutti lavorano dalla mattina alla sera. Io sono entrato in punta di piedi in un qualcosa di già organizzato da 20 anni: il mio scopo è stato semplicemente integrarmi nel gruppo e farne parte. Ho ereditato il ruolo di Direttore Artistico da Maurizio Malabruzzi, un mio caro amico, persona di grande cultura e esperienza che io rispetto molto. Ho avuto anche qualche piccolo dubbio prima di accettare, ma poi l’ho fatto con entusiasmo e grande rispetto per lui come intellettuale e persona”.

Il programma del festival è stato molto vario nei generi musicali: è stata una scelta mirata?

“È da sempre così. Il Blubar non è un festival tematico: è dedicato alla buona musica che parte dagli anni’60 e arriva fino ai ’90. Si attinge in un repertorio vasto in 40 anni di storia di qualità, senza entrare nel mondo trap o rap: è una precisa scelta. Prendiamo tutto ciò che piace nei vari generi. Il Blubar è molto “aperto” anche perché il pubblico dei vacanzieri è eterogeneo e dunque devi accontentarlo: il pop va bene per più persone, poi ci sono generi più di settore come il blues o il jazz. La mission del Blubar è diversificare i generi per dare una visione generale della cultura italiana ed internazionale della musica”.

Il premio letterario “BluBar Music Book” è stata la grande novità di questa edizione 2022: ce ne parla?

“Quando sono stato chiamato come Direttore Artistico ho avuto subito alcune idee. Ho voluto fare una sigla spot video e sonora del Blubar e poi mi sono inventato questo premio. Già Malabruzzi faceva delle presentazioni di libri o personaggi. La letteratura musicale italiana ha nomi importanti e allora ho ideato questo premio. Ho esaminato una serie di libri con Maurizio Becker, il presidente di giuria, scegliendo poi di seguire il filone tematico delle serate. La prima abbiamo premiato Carmine Aymone e Michelangelo Iossa per il libro su Paul McCartney (lo ha ritirato solo Carmine Aymone) visto che si esibiva Red Canzian, per noi il Paul McCartney italiano e ci è sembrato carino l’abbinamento. La seconda c’era il concerto delle Orme e dunque la scelta è caduta su Guido Bellachioma, direttore editoriale della rivista Prog Italia. La terza era una serata blues dunque abbiamo optato per il libro “A noi ci piaceva il blues” di Antonio Tricomi e Giorgio Verdelli . L’ultima sera abbiamo scelto i movimenti italiani e il premio è andato a “Napule’s Power” di Reanto Marengo, che è il “papà dei critici musicali”, ha quasi 80 anni ed ha fatto tanto per la musica: era doveroso omaggiarlo. Consegnare il premio è servito anche per il cambio palco fra le due esibizioni. Quest’anno è mancata la pedana laterale per problemi tecnici, ma è andata benissimo comunque”.

Si sono esibiti anche dei gruppi giovani in questa edizione …

“Mi piace evidenziare questo punto: i giovani sono stati grandiosi, una nota molto positiva.
A partire dai Dikky’n us che si sono allontanati dalla brutta musica che gira oggi e con talento e estrosità si sono distinti, ma anche il Gruppo Caronte che è esibito all’alba”.

Quali sono stati i momenti migliori di questa edizione 2022?

“La punta di diamante a mio giudizio è stata la Treves Band, il gruppo che ha evidenziato una qualità sonora di altissimo livello internazionale. Travolgente la Bandabardò, Red Canzian ha portato uno spettacolo organizzato quasi come fosse televisivo”.

Una nota per lo spazio dedicato ai gruppi locali, quest’anno è stato il turno de I Maghi che giocavano praticamente in casa ….

“È stata una serata emozionante. Loro ci tenevano molto, volevano dare il meglio e ci sono riusciti”.

Il Blubar Summer Festival è stato idealmente dedicato a Vittorio De Scalzi, recentemente scomparso ….

“Vittorio identifica l’insieme dei generi musicali: sapeva spaziare dal prog alla musica leggera e ci è sembrato di identificare l’anima del Blubar in lui. È stato un grande talento. Per il festival era un amico, ma sarebbe potuto essere lui il direttore artistico al posto mio, c’era questa possibilità. Ero un suo grande fan, ma soprattutto per me era come un fratello. Con Le Orme gli abbiamo dedicato l’esecuzione di “Una Miniera. La sua musica rimarrà immortale”.