Le poesie risultano caratterizzate da un prevalente impianto naturalisticamente descrittivo, ricco di note essenziali, felici nella loro precisione rappresentativa: «Sei piccolo, ma robusto, / fine il tuo pelame, / più dei capelli umani / e leggero più dei fili di seta. / Vivi bene con i tuoi fratelli / sulle Ande. / Il tuo viso assomiglia / a quello del coniglio, / orecchie tondeggianti, / occhi neri e grandi, / con lunghe vibrisse» (Cincillà); «Strano anche tu / che secerni un alone nero / per nasconderti dagli inopportuni. / Per il nuoto / ti fornisci di ampie penne laterali. / Una conchiglia interna hai, / sei, forse, invidioso della seppia» (Calamaro); «Voli negli ampi spazi / o solenne dominatrice / del cielo. / Osservi con acuti occhi / grandi vallate / dai cieli infiniti» (Aquila).
Sovente l’attenzione dell’autrice si concentra sugli aspetti cromatici («Delicata e morbida / la tua pelliccia, / bianca d’inverno, / rosso gialliccia nelle altre stagioni» (Ermellino); «Originario delle Canarie / conosciuto come cantante / della bella melodia. / Con piume verdi e giallo-oro / ti nutri di poco: semi, frutta e foglie. / Gli uomini han giocato con te / e con gli incroci / ed ora è diverso il tuo piumaggio: / rosa, salmone o arancione» (Canarino), mentre il delicato richiamo evocativo e il conseguente discorso diretto sono sintomatici di un chiaro coinvolgimento affettivo: «Dal manto oscuro, / occhi dolci e timidi, / amato dai bimbi, / quando si accostano a te. / Paziente e calmo / quando nei prati godi la pace / del mare d’erba, / diventi cocciuto / quando ti punti / sulle tue ragioni» (Asino); «Come sei lunga, / raggiungi persino i due metri. / Se fosse in altezza, / tu potresti giocare a pallacanestro. / Ami stare nelle acque profonde / degli Oceani e del Mediterraneo (…) La tua bocca è larga / e hai labbra carnose. / Ti dai anche il rossetto? / Non passi inosservata, / o cernia» (Cernia); «Canti spesso durante / il tuo volo ondulato / e il tuo cantar melodioso, / quando sei in gabbia, / tra le case degli uomini / ci incanta / e ti aiuta a mitigar / la tua prigionia. / Pensi alla libertà / molto agognata» (Cardellino).
È noto quanto la presenza zoologica sia ricorrente nel genere favolistico, da Esopo in poi, con il correlativo, costante riferimento antropico, agevolmente riscontrabile anche nei componimenti della scrittrice moderna: «Agisci con forza / contro chi disturba la sicurezza / dei tuoi compagni. / Spesso, uomini di difesa, prendono da te il nome, / come guardie del corpo, / per proteggere la vita altrui» (Gorilla); «Pure alcuni umani / si comportano come te, / quando si arricchiscono / con affari poco limpidi / e approfittano delle tragedie, / dei tempi difficili. / O pescecane, /datti una calmata / e abbi pietà dei più deboli» (Pescecane).
L’antropizzazione del regno animale avviene inoltre per il tramite della tradizione storica ed etico-intellettuale, leggendaria e simbolico-religiosa; mi limito a un’esemplificazione davvero sommaria: «Ci riporti ai draghi / delle antiche leggende, / con il fuoco improvviso. / Ma tu sei più piccolo. / Verde il tuo colore / e pauroso il tuo aspetto. / Per gli antichi Greci / eri il signore delle acque» (Drago volante); «E accompagni, con le tue sorelle, / Babbo Natale / che con una slitta magica / per le vie stellari / al suono di violini celestiali / porta doni / a tutti i bimbi / che lo aspettano con gioia» (Renna); «Ami stare solo / e non essere tormentato, / ma diventi pericoloso e subdolo / come nel verde giardino dell’Eden, / con le tue perfide tentazioni. / E per colpa tua Adamo ed Eva / hanno abbandonato il Paradiso» (Serpente).
Data l’insistita costruzione culturale il bestiario di Roberta Fava può includere animali fantastici (l’unicorno, l’araba fenice, il grifone), nell’àmbito – come ha visto bene un lettore acuto come Enzo Concardi – di una generale concezione creazionistica: «Hai la gualdrappa, / fascia bianca lunga / dalle spalle alla coda, / che ti distingue. / Non vuoi essere uguale agli altri, / ma unico nel tuo genere. / Anche tu sei una creatura strana, / creata dalla mano / di un Artista celestiale» (Tapiro).
Floriano Romboli
Roberta Fava, Lo zoo naturale (Se gli Animali potessero parlare), pref. di Enzo Concardi, Guido Miano Editore, Milano 2022, pp. 296, isbn 978-88-31497-73-2, mianoposta@gmail.com.
Recensione di Floriano Romboli
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