Lombardia è la più penalizzata dalla crisi energetica, le imprese puntano su autoproduzione

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Pannello solare fotovoltaicoMILANO – La crisi energetica in corso penalizza la Lombardia più di ogni altra regione italiana. E non solo perché questo territorio concentra la maggior parte delle attività produttive del Paese, ma anche perché tra i combustibili di origine fossile utilizzati per i consumi complessivi della popolazione e delle imprese, il metano incide per il 54%, contro una media nazionale del 40%. E’ quanto emerge dal Rapporto Lombardia del Sole 24 Ore.

Il nuovo numero, in edicola domani, dedica l’apertura alla manifattura lombarda che, secondo il Rapporto, sta risentendo più di altre degli aumenti fuori controllo che i prezzi del gas hanno registrato da un anno a questa parte. Fortunatamente, le aziende più lungimiranti avevano già avviato da anni progetti di riduzione dei consumi da un lato e di autoproduzione dall’altro, il che ha consentito a molte realtà di contenere per il momento l’impatto della crisi. Tuttavia, l’emergenza attuale e, soprattutto, la prospettiva che questa situazione non si risolverà a breve stanno spingendo gli imprenditori ad accelerare sugli investimenti in fonti rinnovabili.

Impianti fotovoltaici, soprattutto, ma anche centrali a biomassa, cogeneratori e altre soluzioni il cui investimento, considerati gli attuali prezzi del metano, sono destinati a rientrare in tempi piuttosto brevi. Le risorse del resto non mancano, grazie agli incentivi delle istituzioni locali e nazionali, ma non mancano i problemi. Come sempre, i tempi e la burocrazia, a cui si aggiunge ora la carenza di materiali e di posatori, come racconta Eugenio Camera, titolare di Nearchimica, azienda chimica di Legnano, che produce già autonomamente il 35% dell’energetico utilizzata, grazie a un impianto fotovoltaico, ma vorrebbe ora aumentare la quota fino al 50%.

Ci sono poi le industrie energivore, come quelle della carta, per le quali risparmio energetico e autoproduzione, per quanto avanzati, non sono sufficienti a coprire il fabbisogno. È il caso di Cartiera dell’Adda, di proprietà della holding Paper Board Alliance. “Abbiamo un impianto di cogenerazione e una centrale a biomassa che in Adda ci fornisce circa il 25% dell’energia da fonti rinnovabili, ma non basta”, racconta il ceo Giuseppe Cima.

La Lombardia con i suoi sei impianti di stoccaggio è il polo italiano del metano. La provincia che ospita la maggior parte degli stoccaggi è quella di Cremona, seguita dal Milanese. Nel sottosuolo della pianura si nascondono disponibilità per immagazzinare 8,5-9 miliardi di metri cubi di gas sui 17 miliardi di stoccaggi di cui dispone l’Italia, seconda in Europa per disponibilità dopo la Germania. Depositi vengono riempiti di gas quando la domanda è scarsa e l’offerta è meno cara, cioè in genere d’estate. Ma quest’anno non è stato così, si legge sul Rapporto del Sole 24 Ore dedicato alla regione, in edicola venerdì 4 novembre.

Milano e la Lombardia hanno un loro dossier da presentare al neonato governo. Da Palazzo Marino a Palazzo Lombardia i temi caldi: il caro energia, che impatta sia sulla Pa che sulle imprese, i costi delle metropolitane in costruzione e i ritardi nei Giochi invernali del 2026. Per Milano le priorità sono una maggiore flessibilità nel bilancio comunale, l’aiuto per il caro-energia e la gestione del trasporto pubblico, fronte su cui Palazzo Marino ha un contratto di servizio con la società del trasporto pubblico locale per circa 800 milioni, scrive il Rapporto Lombardia del Sole 24 Ore, ma in prospettiva non potrà bastare. Anche per la Lombardia è importante ribadire al nuovo governo la necessità di un sostegno all’economia per ridurre l’impatto dei costi energetici. In più, uscire dall’impasse in cui sembrano finite le Olimpiadi invernali: dall’organizzazione agli sponsor, fino alle infrastrutture stradali e ai siti per le gare.

Nuove altezze per i capannoni. E un raccordo stradale di appena 983 metri, cambiamenti che per Mantova sono stati i segnali di una svolta radicale, elementi di una scelta più ampia che ha fatto dell’attrattività territoriale il perno della strategia. Cuore del nuovo sviluppo è l’area industriale di Valdaro, snodo intermodale che dopo anni di stasi ha infine trovato numerosi clienti disposti ad investire e a creare in pochi anni oltre 1500 posti di lavoro, spiega il Rapporto Lombardia di venerdì 4 novembre.

Dopo Fassa Bortolo, che punta attraverso un investimento da 80 milioni di euro a creare 200 posti di lavoro, e il maxi-centro logistico di Adidas, il gruppo siderurgico Eusider sta realizzando a Ostiglia il suo maggiore investimento del periodo: un nuovo impianto da 50mila metri coperti per la lavorazione di tubi e tondi. Ed è di pochi giorni fa l’accordo con gli spagnoli di Affinity per rilevare gli ultimi 150mila metri. In Lombardia nel primo semestre 2022 l’export ha continuato a crescere: +22,1% a prezzi correnti rispetto allo stesso periodo del 2021, per 19 miliardi di euro di valore, prima regione in Italia. Lo certifica, si legge sul Rapporto Lombardia, il monitor dei distretti industriali a cura della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo. Le aziende della regione fanno meglio del risultato nazionale, che pur registra una crescita del 17,7% rispetto ai primi sei mesi 2021 (oltre i livelli 2019), prima del rallentamento atteso prossimamente.