Mercato del lavoro, boom di assunzioni nel settore healthcare

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Il trend coinvolge anche l’Europa, soprattutto la metà occidentale, e quindi anche l’Italia, con un mercato che raggiungerà i 5 miliardi di fatturato entro i prossimi due anni

“La fortuna non esiste: esiste solo il momento in cui il talento incontra l’opportunità”: con queste parole il noto filosofo Seneca definiva un concetto più che mai attuale, soprattutto in ottica professionale. Lavoro è sempre sinonimo di opportunità? Forse non sempre, ma di sicuro, ad oggi, c’è davvero un gran bel movimento in tutti i principali settori operativi. Secondo una serie di ricerche effettuate dalla Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica, però, un asset su tutti sta davvero esplodendo in termini di opportunities, ovvero quello sanitario. Le prime conferme in merito giungono da una recente indagine condotta da Yahoo Finance, secondo cui solo negli USA nel corso del 2023 hanno trovato lavoro oltre 650mila persone nell’ambito healthcare: da medici ad infermieri fino a ricercatori e scienziati.

E non è finita qui perché, nel mese di gennaio dell’anno corrente, lo stesso settore ha creato altri 70mila posti di lavoro, pari quasi al 20% dell’incremento dell’intera forza lavoro americana. E quali sono le previsioni in vista del futuro? Stando a quanto indicato da Linkedin, il future sarà più che roseo e lo sarà in tutto il mondo: infatti, entro il 2030 verranno create addirittura 40 milioni di opportunità lavorative a livello globale. E in Europa? Il trend si dimostra di grande impatto anche nel Vecchio Continente, soprattutto, nella metà occidentale in cui è presente anche l’Italia: a questo proposito, Mark Wide Research mette in risalto il fatto che, entro i prossimi 2 anni, il mercato del medical recruitment supererà i 5 miliardi di euro di fatturato, registrando una crescita media annuale composta del 7%.

All’interno di questo scenario è coinvolto, quindi, anche il Bel Paese, in cui, ad oggi, circa 1,5 milioni di persone sono impiegate nella sanità pubblica e privata (Statista). Restando sulla stessa lunghezza d’onda, fa notizia il fatto che, nell’era della fuga dei cervelli oltreoceano, ci siano molti professionisti del settore, in particolar modo scientists e researchers, che decidono di effettuare il percorso inverso. Questa tendenza, già in voga in dal periodo pandemico secondo fonti del calibro di Seattle Times e Nature, è tuttora molto forte e ne sono una prova vivente Federica Albanese e Luca Finetti, i quali, dopo essere cresciuti negli USA e in Canada in veste di ricercatori, hanno fatto rientro in Italia, entrando a far parte del team della Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica, realtà di spicco nel territorio lombardo che si pone come obiettivo primario quello di valorizzare e promuovere la ricerca scientifica nel settore delle Scienze della Vita, come Addetti all’Area Scientifica.

“La fuga di cervelli è una tematica che non smetterà mai di risultare attuale – affermano Albanese e Finetti – Da qualche anno, però, possiamo confermare che l’Italia, grazie ad investimenti mirati ed efficaci soprattutto in ottica tecnologica, sta tornando ad essere un punto di riferimento a livello globale per innumerevoli settori operativi. Di FRRB ci ha colpito fin da subito la volontà di emergere e far sentire la propria voce e la propria vocazione, ovvero l’importanza della ricerca a 360°. Dopo anni trascorsi tra Stati Uniti e Canada, che saranno sempre una seconda casa per noi, abbiamo avvertito il desiderio di tornare in Italia per metterci in gioco, ma non solo. Vogliamo mettere in pratica quanto appreso nel corso degli anni precedenti e aiutare i nostri futuri colleghi a far crescere quella che, al giorno d’oggi, è una realtà punto di riferimento nel proprio settore”.

Fanno seguito alle parole dei due professionisti made in Italy, indicazioni più dettagliate in merito alle principali novità, oltre all’aspetto occupazionale, che andranno a caratterizzare il settore sanitario in vista dei prossimi anni. Un ulteriore approfondimento elaborato da Linkedin mette in primo piano l’utilizzo, sempre più consapevole, dei dispositivi tecnologici di ultima generazione al fine di perfezionare l’operatività dei professionisti day by day. In seguito, non possono mancare rimandi alla telemedicina e all’intelligenza artificiale, in particolar modo in fase di elaborazione e raccolta dati. Per ultimi, ma non meno importanti, ci saranno sempre più robot avveniristici che aiuteranno i medici in corsia e i ricercatori negli studi e avatar virtuali capaci di anticipare, con precisione maniacale, risultati di operazioni chirurgiche e progetti di ricerca.