Morte Imane Fadil, Sbai: “Ambasciatore Marocco faccia chiarezza anziché polemizzare con me”

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ROMA – “Come mai l’Ambasciatore del Marocco a Roma non ha denunciato il caso della morte di Imane Fadil, ma è rimasto in silenzio per 25 giorni? Perché non parla pubblicamente di questa storia? Come rappresentante della comunità marocchina in Italia sarebbe stato suo dovere trovare il tempo di interessarsene, anziché preoccuparsi di polemizzare con Souad Sbai per aver legittimamente chiesto chiarezza su questa storia. Io non sono contro il Marocco, né contro chi lavora e svolge il proprio dovere in Ambasciata, ma con la mia associazione mi sono sempre occupata delle donne maltrattate e ci costituiremo parte civile anche per Imane. Mentre l’unica dichiarazione degna di nota da parte dell’Ambasciatore è stata affidata ad uno sterile comunicato stampa nel quale, anziché rispondere nel merito della vicenda, si preoccupava semplicemente di annunciare una querela per diffamazione nei miei confronti, sviando così l’attenzione dal problema”.

È quanto dichiara Souad Sbai (foto), presidente dell’associazione donne marocchine in Italia – Acmid.

“Nel negare tutte le accuse rivoltemi dall’Ambasciatore – aggiunge Sbai – mi riservo il diritto di ricorrere alla Corte per difendere il mio onore e la mia reputazione. La nostra comunità è ormai abituata alle sue minacce, ma sia chiaro che tutto ciò non distoglierà la mia attenzione, da giornalista e attivista per i diritti delle donne, dal continuare a chiedere a gran voce giustizia per Imane”.