Morti Bianche in Italia: 834 vittime da gennaio a settembre 2018

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MILANO – L’incremento della mortalità è dell’8,5%. Un dato che tradotto in vite umane racconta di 65 vittime sul lavoro in più dello scorso anno. Così gli infortuni mortali nella nostra Penisola nei primi 9 mesi del 2018 sono stati 834, contro i 769 del 2017.

E l’emergenza, sebbene sia più marcata in alcune aree del Paese come Lombardia, Emilia Romagna e Veneto non ha confini. Perché si muore da Nord a Sud del Paese coinvolgendo soprattutto lavoratori con esperienza tra i 45 e i 64 anni. Questa in sintesi la prima immagine elaborata dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega, sulla base dei più recenti dati INAIL.

Gli incrementi di mortalità più significativi rispetto al 2017 vengono registrati in Veneto (20 vittime in più), in Lombardia (+19), in Piemonte e Calabria (+16), in Campania (+15). In Calabria le vittime sono più che raddoppiate (13 nel 2017, 29 nel 2018).

“Numeri agghiaccianti dietro ai quali si celano storie di dolore di centinaia di famiglie che hanno perso padri, madri, figli o figlie – sottolinea l’Ing. Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega – e se non bastano le statistiche per capire il dramma, allora è sufficiente digitare le parole ‘morti sul lavoro’ nella Rete per catturare quotidianamente cronache di morti sul lavoro che, agli occhi di chi come noi lavora per la sicurezza nei luoghi di lavoro, sembrano sempre, o quasi, ‘morti annunciate’”.

Osservando il numero degli infortuni si scopre che sono 581 coloro che hanno perso la vita in occasione di lavoro e 253 in itinere. Intanto c’è sempre una media di mortalità a dir poco inquietante nel nostro Paese: ogni mese 93 vittime, ovvero 23 lavoratori che ogni settimana perdono la vita in Italia; 74 le donne decedute nel 2018. Gli stranieri morti sul lavoro da gennaio a settembre 2018 sono 136 (lo scorso anno erano 120).

Sempre la Lombardia, poi, in cima alla graduatoria anche con il più elevato numero di vittime in occasione di lavoro (75 decessi). Seguono Emilia Romagna (68), Veneto e Piemonte (55), Lazio (46), Toscana (45), Campania (43), Sicilia (30), Liguria (27), Calabria (24), Puglia (23), Friuli (19), Abruzzo (16), Sardegna (13), Basilicata (11) Marche (10), Molise (9), Trentino Alto Adige (7) e Umbria (5).

Il settore in cui si conta il maggior numero di vittime in occasione di lavoro è quello delle Costruzioni (con 90 decessi) seguito dal settore dei Trasporti e Magazzinaggi che fa rilevare 74 morti e dalle Attività Manifatturiere (72) mentre nel Commercio, riparazione di autoveicoli e motocicli i morti sono 28.

Quasi la metà delle 834 vittime in Italia aveva un’età compresa tra i 50 e i 64 anni. La provincia in cui si conta il maggior numero di infortuni mortali in occasione di lavoro è Roma (34 decessi). Ed è seguita da Torino (28), Milano (24), Napoli (20), Genova (19), Bologna (16), Treviso (13).

Per quanto concerne infine le rilevazioni degli infortuni totali (compresi quelli in itinere) è sempre Roma a condurre le fila (47), seguita da Torino (35), da Milano (34), Napoli (26), Foggia e Genova (23), Bologna (20), Verona (19), Bergamo, Padova e Treviso (16), Cuneo e Venezia (15).