Orlando: “Sì al salario minimo, ma con il consenso delle parti sociali”

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ROMA – “Credo che ci siano le condizioni, a patto naturalmente di costruire anche le condizioni di un consenso tra le forze sociali, perché è chiaro che non può essere una scelta che in qualche modo viene fatta scavalcando Confindustria e sindacato. Però va anche detta una cosa, che questa scelta ci costringerà a scavalcare Confindustria e sindacato se nel frattempo non si rivedono i meccanismi della contrattazione”. Lo ha affermato il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, sulla possibilità di introdurre il salario minimo nell’intervista rilasciata a PresaDiretta nella puntata “Il salario minimo”, che andrà in onda domani, lunedì 14, alle 21.20 su Rai3. Il ministro ha sottolineato che “la contrattazione nel nostro Paese si è fortemente indebolita nel corso di questi anni perché non c’è un criterio che definisce la rappresentanza”.

“Qualche settimana, fa per esempio, c’è stato un caso di venti imprese che hanno siglato con una fantomatica organizzazione sindacale un contratto che era al di sotto del contratto di quel comparto”. Si chiamano contratti pirata e “sono quasi sempre al ribasso”, ha spiegato il ministro, secondo quanto riporta una anticipazione stampa. “E questo è uno dei motivi che ha visto il nostro Paese arretrare nell’andamento salariale rispetto ad altri paesi europei”.

“Usiamo il salario minimo – dice Orlando – per stimolare il meccanismo contrattuale, per fare in modo tale che anche negli ambiti dove il sindacato non riesce ad arrivare le persone siano garantite, come sta succedendo in Germania”. E alla domanda se con questa legislatura si possa arrivare a un salario minimo per legge, il ministro sottolinea che “è complicato perché naturalmente questo è un governo e una maggioranza che ha posizioni molto articolate. Quello che posso dire – ha aggiunto – è che mi sembra che nessuno possa nascondersi il fatto che, a fronte di una ripresa dell’inflazione, il fatto che i salari italiani non crescono diventa un grande problema per i lavoratori, ma diventa anche un grande problema per l’economia italiana, perché questo significa anche il rischio di un crollo della domanda interna”.

Secondo il reportage di PresaDiretta, a fronte di un certo numero di contratti, tra subordinati e parasubordinati – sono anche 10, 12, 14 tipi di fattispecie diverse – si verificano abusi di rilievo. Su questo utilizzo usa e getta dei lavoratori Orlando dice: “Ci sono piccole imprese che utilizzano questi strumenti perché non sono in grado di fare competizione su altri livelli. E però ci sono anche grandi soggetti che scaricano sulla catena dei fornitori i propri costi. C’è un disegno ben preciso che è quello di comprimere i salari in una fascia dei fornitori e in questo modo impoverire, in questo caso, sia le imprese che i lavoratori”.

E questo tessuto del mercato del lavoro così parcellizzato è causa anche di tutte queste morti sul lavoro? “Assolutamente – dice il ministro – e anche la congruità del contratto utilizzato rispetto all’attività svolta. Quando si vanno a fare le verifiche sui cantieri edili si trovano anche contratti che non corrispondono al tipo di lavoro che stai svolgendo. Io ho proposto, spero che questa norma diventi presto legge, che per esempio il 110 per cento, l’erogazione sia subordinata al fatto che uno ha dei dipendenti con dei contratti che sono collocati in quella filiera, perché altrimenti noi troviamo persone che sono formate per lavorare nella logistica, nell’ambito dei servizi, apprendisti, e te li trovi sulle impalcature, e poi dici come mai succedono gli incidenti, purtroppo anche questo è un pezzo del problema”.