Politica

Pd, Orlando: “Io candidato? Aggiungere nomi aggrava solo i problemi”

ROMA – “Io candidato per la guida del Pd? Aggiungere un nome a quelli di chi già si è candidato alla segreteria non mi sembra un modo di risolvere il problema ma, semmai, di aggravarlo”. Così Andrea Orlando, ospite del Caffè della domenica su Radio 24. “Continuo a insistere sull’esigenza di mettere al centro le idee”, ha ammonito. “Chiamarci Partito Democratico e del Lavoro? Sono pienamente d’accordo, a livello simbolico avrebbe una grandissima forza. Anzi dovremmo proporre questo nome con un referendum, in parallelo alle primarie”, ha infine dichiarato.

“Il lavoro non è più quello della fabbrica, fordista di una volta, ma tutto il mondo della piccola impresa, degli autonomi è schiacciato dei soggetti sovranazionali. In Italia il 12% dei lavoratori sono sotto la soglia di povertà”, ha affermato Orlando. “Si dice che i giovani non sono attratti dal lavoro ma un conto era il lavoro del passato che ti dava la possibilità di crescere e un conto il lavoro di oggi che non consente non solo di mantenere una famiglia ma neppure di vedere una crescita per il futuro. Un Partito Democratico nuovo dovrebbe rivolgersi a una platea molto vasta perché l’inflazione colpisce anche il ceto medio, anche quel pezzo di società che si sentiva al riparo”, ha spiegato l’ex ministro.

“Se Bonaccini rappresenta il vecchio ed Elly Schlein il nuovo sì vedrà nello sviluppo del lavoro del comitato costituente ma a sorpresa le istanze di novità e di cambiamento arriveranno dal mondo cattolico, dal mondo ambientalista”, ha detto ancora Orlando. “C’è una dialettica del tutto nuova tra chi pensa che le cose vadano bene cosi come sono e che con un po’ di buongoverno si possano evitare i danni più macroscopici e chi invece ritiene che per evitare quei danni sia necessario mettere le mani al funzionamento del sistema, pensare a politiche di redistribuzione, pensare a politiche di transizione ecologica, perché le cose non andranno da sole in quella direzione“, ha aggiunto.

Per quanto riguarda la manovra, “Il rischio di un aumento dell’evasione fiscale limitando i pos è evidente. Il segnale e’ “se non usate strumenti che rendono tracciabili i pagamenti noi siamo contenti”, ha affermato Orlando concludendo: “Le conseguenze le tragga, poi, ognuno”.

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Redazione L'Opinionista

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