21 marzo, inizio di primavera. Origini e tradizioni in Italia e nel mondo del primo giorno della stagione della rinascita
Oggi, mercoledì 21 marzo, ha inizio la primavera. É il giorno in cui cambia la stagione ma soprattutto quello in cui si celebra il risveglio della natura in tutta la sua bellezza dopo mesi di grigiore invernale, il ritorno alla vita, la rinascita, anche interiore. Legato in tutte le civilta antiche di Oriente e di Occidente a festeggiamenti diversi ma accomunati da simbolismi simili e, soprattutto, da un non so che di magico.
La festa di primavera più antica del mondo pare essere Sham El Nessim, risalente a circa 4700 anni fa in Egitto e denominata “Shamo”, che significa “rinnovo della vita”. Ancora oggi gli Egiziani la celebrano il primo lunedì dopo la Pasqua con picnic all’aria aperta. Tra i cibi consumati non mancano il pesce salato e le uova, simbolo, rispettivamente, di fertilità e benessere e di rinascita. Per la religione induista l’inizio della primavera coincide con l’Holi, la festa dei colori. In questo giorno, in cui il bene trionfa sul male, le differenze di casta si annullano: tutti scendono in piazza cantando e ballando, gettandosi addosso polveri di pigmenti coloratissimi. In Giappone è la giornata dedicata alla famiglia ma è soprattutto quella in cui si ammirano i ciliegi in fiore (Hanami) ,la cui bellezza porta con sé l’aspetto della transitorietà delle stagioni e della vita ma al contempo di vitalità.
Le tradizioni in Italia
Nell’Occidente le antiche feste primaverili hanno finito per fondersi con le cerimonie cristiane del periodo, Quaresima e Pasqua. Tuttavia, da nord a Sud, in molti paesi vengono ancora accesi i falò: nell’occasione si brucia la “vecchia”, un fantoccio che simboleggia l’inverno. Particolare, per il carattere propiziatorio insito, il falò a Santa Margherita Ligure, in provincia di Genova, ha per protagonisti Tunin e Manena: a seconda che il fuoco consumi prima il fantoccio donna (Manena) o il fantoccio uomo (Tunin) sarà, rispettivamente, un anno fortunato oppure no. In alcune località, la “vecchia” non viene arsa ma decorata, riempita di cibo e tagliata con conseguente distribuzione ai bimbi che hanno partecipato all’evento.
In ogni caso, sia che il rito rechi con sè buon auspicio come in Egitto o allegria come in India sia che racchiuda devozione alla natura come in Giappone o superstizione come in Italia, l’arrivo della primavera è sempre foriero di speranza, positività, leggerezza, di nuova energia e di un nuovo “sentire”.
A questo punto, non ci resta che augurarvi buon primo giorno di Primavera!