E’ quanto fa sapere in una nota il presidente di Property Managers Italia, Stefano Bettanin.
“I property managers che fanno parte della nostra Associazione operano in piena trasparenza e legalità – precisa Bettanin – Siamo stati i primi, dopo l’entrata in vigore del nuovo regime fiscale sulle locazioni brevi, a trattenere e versare allo Stato quanto previsto dalla legge che abbiamo contribuito ad ispirare. Abbiamo stimato che entro la fine dell’anno in corso, e a far data dall’entrata in vigore del nuovo regime fiscale, saranno 31 i milioni di cedolare secca versati dai nostri Associati in qualità di sostituti d’imposta”.
Bettanin ricorda che “da sempre chiediamo che le regole varate valgano per tutti e da sempre auspichiamo che il Legislatore ci consulti, mentre mette mano al settore, per ascoltare i suggerimenti costruttivi di chi nello short term lavora ogni giorno legalmente e producendo economia buona: basti pensare al rilancio delle economie locali di Borghi e centri minori che tornano a vivere grazie agli affitti brevi. Il turismo verso il Belpaese è aumentato, il viaggiatore contemporaneo ha il diritto di scegliere se soggiornare in albergo o in una casa: è in continua crescita il numero dei viaggiatori leisure e business che ad una camera di un hotel preferisce il calore, gli spazi maggiori, la privacy oltre alla possibilità di cucinarsi un pasto magari con i prodotti del luogo, garantiti da un soggiorno in un appartamento gestito professionalmente”.
L’impatto economico delle locazioni brevi è un fattore “innegabilmente positivo per tutti – sostiene Bettanin – I nostri imprenditori pagano le tasse e generano economia buona, creando posti di lavoro (manutenzione, pulizie, accompagnatori turistici ecc) e contribuendo a rivitalizzare località e destinazioni tagliate fuori dai grandi flussi perchè prive di strutture di altre tipologia. Senza considerare l’effetto positivo anche sulle grandi città come Milano, il cui centro storico è tornato a vivere grazie alle locazioni di breve e medio periodo sempre più scelte dalla clientela business.
I cosiddetti affitti brevi sono un’opportunità per l’Italia e non una iattura, come Federalberghi vuole far credere. Ci aspettiamo dal Governo di essere coinvolti nei processi decisionali in atto nei confronti del settore in cui con grande passione, competenza e professionalità operiamo ogni giorno. Non si può bloccare un settore che è una risorsa per il nostro Paese solo perchè gli albergatori non accettano che il modo di viaggiare sia cambiato”.
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