“Red Sparrow”, spy story tra sesso e inganno

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MILANO – ‘Red Sparrow’ è un film di tipo thriller diretto da Francis Lawrence che ha visto la sua uscita al cinema il 1° marzo con distribuzione della 20th Century Fox.

La pellicola è tratta dal romanzo “Nome in codice: Diva”, scritto dall’ex agente della CIA Jason Matthews,  e vede come protagonista l’avvenente Jennifer Lawrence che si innamora del bel Joel Edgerton nel ruolo di un agente della CIA.

Compaiono poi Matthias Schoenaerts, lo zio della Lawrence e vicedirettore dell’agenzia di intelligence russa,  la “talpa” Jeremy Irons, la mamma Joely Richardson e tanti altri attori membri un cast che in maniera eccellente e super-ispido hanno riportato sul grande schermo una storia di spionaggio ambientata ai giorni nostri con rimandi alla Guerra Fredda che miscela sesso, violenza, calunnie e intrighi.

Dominika Egorova, questo il nome della Lawrence, è una ballerina, la prima ballerina del Bolshoi che per un incidente provocato subisce un brutto intervento e perde la possibilità di continuare nel suo lavoro che è al contempo anche il suo grande sogno. Scoperto il motivo del dramma che l’ha colpita tramite foto procuratele dallo zio, Dominika accetta sempre su proposta di questo, di adescare un importante uomo d’affari per il governo così da poter far fronte alla mancanza di sostegno finanziario in cui si era ritrovata.

L’appuntamento, però, la rende testimone di un brutale omicidio e per non essere eliminata, Dominika è costretta contro la sua volontà ad entrare nella scuola Sparrow che niente di meno è che un servizio segreto che trasforma le reclute in glaciali assassine istruite a sedurre il nemico per ottenere lo scopo a qualunque prezzo.

Dominika diventa la più pericolosa “Sparrow” e terminato l’addestramento sotto la perfidia e la crudeltà perversa dell’Headmistress della scuola Sparrow Charlotte Rampling, all’ex ballerina viene affidata la missione di avvicinare l’agente della CIA Nathaniel Nash, personificato da Joel Edgerton, per scoprire chi sia la talpa che passa informazioni agli USA.

La Lawrence e Edgerton finiscono in una pericolosa frequentazione che tra meschini avvicinamenti e attrazione finisce per complicare le vicissitudini dell’imperativo compito a cui Dominika deve rispondere.

Pagherà aspramente la sua dissolutezza e impertinenza agli ordini della nazione con torture quasi fino alla morte riuscendo però ad avere una seconda chance dallo zio Vanja il quale da principio manifesta una certa debolezza verso la nipote.

Un film che termina con un inaspettato colpo di scena elargendo la Lawrence come suprema Sparrow degna di insigni riconoscimenti ufficiali persino dalla nazione russa, sempre restando composta nella sua inespressività topica.

Per tutto il corso dei 139 minuti in cui si articola la spy story, infatti, la Lawrence, che pur si mostra in seducenti nudi quasi integrali e immagini erotiche, non abbandona mai l’immagine di un’inserviente gelida e calcolatrice, avvezza a qualsiasi finto coinvolgimento emotivo e sentimentale.

Nulla traspare di romantico né di passionale, mai un gesto che si riconduca a spontaneità o sincera elargizione di approvazione dell’altro umano dinanzi a sé.

Gli abbracci con la mamma di cui si prende cura con dedizione e per le cui cure ha acconsentito a seguire le proposte dello zio, sono anch’essi ridotti ad un minimo contatto e a poche sillabe.

Una storia dunque, quella di Red Sparrow, che cattura in quanto enigmatica e con una tensione vigile per tutto il tempo quanto per nulla per l’emotività suscitata dal personaggio principale.

Nello sfondo di Budapest, poi Bratislava, Vienna e infine Londra, le riprese di “Red Sparrow” ripercorrono così un intreccio di torture e machiavellico doppiogiochismo che nel dispiegamento delle più terribili crudeltà assoggettate al potere e alla supremazia mostrano contestualmente il dramma di una donna che per sopravvivere si trova costretta ad ubbidire e relegarsi all’alienazione in una serrata facciata di compostezza e inscalfibilità.

Il finale riporta poi su liete note e chiude con dolcezza l’abiezione intercorsa. Un film che congela i sentimenti, fa restare in apnea, sconvolge in alcuni attimi e fornisce uno spaccato di quell’abuso e coercizione di cui il mondo è fin troppo pieno e usurato.

Monica Baldini