Rosario da Aversa: dove seguire in diretta la preghiera del 28 ottobre

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rosario aversa 28 ottobre 2020

Nuovo appuntamento con “Prega con noi” dalla Cappella maggiore del Seminario Vescovile di Aversa in diretta su Tv2000, IBlu Radio e Facebook

AVERSA – ‘Prega con noi’ Tv2000 e InBlu Radio invitano i fedeli, le famiglie e le comunità religiose a ritrovarsi, mercoledì 28 ottobre, alle 21, per recitare insieme il Rosario che verrà trasmesso da Tv2000 (canale 28 e 157 Sky), InBlu Radio, e su Facebook. La preghiera sarà trasmessa dalla Cappella maggiore del Seminario Vescovile di Aversa, in provincia di Caserta, con mons. Angelo Spinillo, Vescovo di Aversa.

MESSAGGIO INTRODUTTIVO DEL VESCOVO MONS. ANGELO SPINILLO

Carissimi fratelli e sorelle,

dal Seminario e dalla Diocesi di Aversa, questa sera abbiamo la gioia di condividere con voi la preghiera del santo rosario. Grazie agli efficaci strumenti della comunicazione sociale, anche se lontani, possiamo vivere in maniera più sensibile la fraternità spirituale che sempre unisce coloro che pregano insieme.

Come tutti sappiamo, lo scorso 3 ottobre il Santo Padre Francesco ci ha donato una Lettera enciclica intitolata “Fratres omnes”, “Fratelli tutti” e, nelle primissime battute di questo suo scritto, ha citato proprio l’espressione usata da Francesco D’Assisi per invitare tutti i credenti, e tutti gli uomini e le donne ad “un amore che va al di là delle barriere della geografia e dello spazio”, e che “… ama l’altro «quando fosse lontano da lui, quanto se fosse vicino»”.

Se il sentimento della fraternità supera le distanze e unisce le persone, credo che ancora più questo si possa dire della preghiera che unisce i figli intorno al Padre, li raccoglie nell’amore di Colui che li ha chiamati alla vita e, perciò, li rende fratelli.

In questo tempo di pandemia, in questo tempo in cui la necessità del distanziamento ci allontana fisicamente ed anche spiritualmente, in questo tempo in cui, come ancora dice il Papa al n.7: “Malgrado si sia iper-connessi si è verificata una frammentazione che ha reso più difficile risolvere i problemi che ci toccano tutti”, questa sera, come la Chiesa delle origini, sentiamo di poter essere “perseveranti e concordi nella preghiera, insieme … con Maria la madre di Gesù” (At 1,14).

Collegati per la preghiera, anche voi, carissimi fratelli e sorelle, siete spiritualmente raccolti con noi nella Cappella maggiore del Seminario Vescovile di Aversa. Convinti che come insegnava il Papa San Giovanni Paolo II, il Seminario minore è “un premuroso, benché iniziale, discernimento e accompagnamento” del fiorire della vocazione nei più giovani, siamo veramente grati al Signore che, questa sera, ci dona di poter pregare con voi per le vocazioni, per le vocazioni sacerdotali e consacrate, per le vocazioni missionarie e perché ogni battezzato possa vivere la sua particolare vocazione, ovvero possa vivere in ogni tempo ed in ogni realtà della storia come rispondendo alla chiamata del Signore Gesù, ed essere con Lui e con i fratelli fecondo di opere sante nella carità.

La Chiesa è la comunità dei fratelli e sorelle che vivono la grazia della vocazione, che sanno di essere in vita perché Dio li ha amati e chiamati ad essere come figli con il Padre. Di questo popolo, di questa famiglia di figli di Dio, Maria è la prima ed è colei che, per volontà di Gesù, condannato e crocifisso, è la madre di tutti noi credenti, di tutti noi che abbiamo la grazia di vivere nella Chiesa e che la riconosciamo come “Madre nostra”, “Madre della Chiesa”.

Ci è caro raccoglierci ora a pregare Maria, e a pregare con Maria, in questa cappella, davanti all’immagine che, in questo grande mosaico, voluto dal compianto Vescovo Antonio Cece, ce la presenta come “Madre della Chiesa”. Sembra quasi una contemplazione di Maria, madre e modello della Chiesa, che il Vescovo volle condividere con tutta la famiglia ecclesiale di questa Diocesi, e che particolarmente volle offrire ai giovani seminaristi. La visione che il Concilio ci ha donato della Chiesa e del nostro vivere nella Chiesa ha il suo fondamento nella Costituzione dogmatica sulla Chiesa, che annunziando il Cristo quale “Lumen gentium”, luce delle genti, riconosce la speciale chiamata della Chiesa ad esserne annuncio e sacramento vivo nella storia del mondo. In questa visione Maria SS. è colei che, per la sua particolare vocazione, per la pienezza della grazia che l’ha chiamata ad essere la madre di Gesù, del Cristo, dell’Emmanuele, del Dio con noi, è modello santo e totale della vocazione della Chiesa, e ne è Madre.

Era il 21 novembre 1964, quando il Papa, oggi santo, Paolo VI, promulgando la Costituzione dogmatica sulla Chiesa, “Lumen gentium”, nel discorso di conclusione della terza sessione del Concilio Vaticano II, con l’espressione latina che è stata riportata con lettere dorate sulla fascia azzurra che è alla base di questo mosaico, proclamò: “A gloria dunque della Vergine e a nostro conforto, Noi proclamiamo Maria santissima ‘Madre della Chiesa’, cioè di tutto il popolo di Dio, tanto dei fedeli come dei pastori, che la chiamano madre amantissima…”.

Non solo nei segni che, con tratto elegante, ci permettono di individuare i principali monumenti di Aversa, ma ancor più nelle presenze raffigurate nel mosaico ci pare di riconoscere la nostra Chiesa diocesana di Aversa come raccolta, convocata intorno a Maria e al Santo Padre, successore dell’apostolo Pietro. In tutte le sue componenti: Vescovo, Presbiteri, Laici, la Chiesa che vive in questa terra, nella storia di questa parte del mondo è chiamata a partecipare, a vivere, nella diversità dei carismi e dei ministeri, della stessa, unica vocazione ad essere con Cristo, in cammino nella storia del mondo incontro al regno di Dio.

Nella preghiera di questa sera, come ancora insegnava il Santo Papa Paolo VI, “… con animo pieno di fiducia e di amore filiale, noi innalziamo lo sguardo a lei… Ella che ci ha dato Gesù, la sorgente della grazia, non mancherà di soccorrere la chiesa, ora che fiorente per l’abbondanza dei doni dello Spirito Santo, s’impegna con nuova lena nella sua missione di salvezza”.

Consapevoli che la vocazione a vivere come fratelli nell’unica Chiesa di Cristo è vocazione a vivere la sua mirabile missione di annunciare Cristo alle genti, in questo mese tradizionalmente dedicato alle missioni, ci accompagneranno nella preghiera le presenze di alcuni fratelli che in questa nostra comunità, o partendo da questa nostra Chiesa, sono stati missionari in altre parti del mondo.

IL SEMINARIO VESCOVILE

Il Seminario di Aversa, vera gemma della tradizione luminosa della Diocesi, fu inaugurato nel 1566, dal pio e dotto vescovo Balduino de Balduinis. Ligio ai canoni della riforma, l’alto Prelato lasciò indelebile orma di un clero valido per spirito di carità cristiana e per cultura sia sacra che profana.Il vescovo successivo, Mons. Giorgio Manzolo (1582-1591), batté le orme e tenne viva la piccola fiammella. Più tardi, nel 1594, poiché si rendeva necessario allargare il seminario, il vescovo Pietro Ursino acquistò per 1700 ducati, a Piazza Plebiscito, il palazzo “del Tufo”, poco distante dal Seggio dei Nobili, e vi trasferì il Seminario con i suoi 12 alunni. In tempi a noi più vicini, il santo vescovo e poi cardinale Innico Caracciolo (1697- 1730), da particolare genio guidato, veniva nella determinazione di costruire un nuovo Seminario nell’antica sede di Piazza Normanna, accanto al Duomo e all’Episcopio sotto la direzione dell’architetto Carlo Beratti. Il 16 settembre 1725 avveniva il passaggio degli alunni dal vecchio al nuovo Seminario. Ciò che colpisce è la severità delle forme, mista alla semplicità, chiaramente richiesta dal committente, la cui formazione francescana imponeva uno stile di povertà, anche nelle forme, prive di sfarzo esteriore, tanto più in architettura. A ciò si aggiunga la massima che campeggia nel cortile, sotto l’orologio: “Tempora labuntur: labentia tempora signat machina.

Discamus dum fugit hora mori.” (Il tempo passa. La macchina segna il tempo che passa. Mentre fugge l’ora, impariamo a morire). Sul cortile quadrangolare, si affacciano il portico a pianterreno con volte a tutto sesto, sul quale si trovano numerosi locali adibiti a refettorio, palestra e biblioteca degli alunni; nel piano superiore l’ampio corridoio prende luce da alte arcate, chiuse dal progetto di restauro degli anni 1930. Gli ampi spazi, il cui utilizzo viene narrato nell’Appendix delle Constitutiones Seminarii Aversani del 1727, fanno supporre il gran numero di seminaristi residenti, che frequentavano gli studi classici e contemporaneamente la formazione vocazionale, tra i quali figure di santi sacerdoti che hanno illuminato la storia diocesana di Aversa. 25 Sotto il suo governo pastorale, l’istituto divenne fondamento di vera pietà e di educazione per i futuri leviti e toccò “l’apogeo di insperate grandezze”. Nel 1797 fu arricchito dal monumentale scalone di marmo, eseguito sotto la direzione di D. Pietro Finati. Il 4 novembre 1896 al Seminario fu aggiunta una seconda sede, per la quale fu utilizzato il collegio vescovile, alloggiato nel palazzo Ventignano-Della Valle, accanto alla chiesa di S. Andrea, nella via omonima. La nuova sede fu conosciuta come il “Seminario Minore”, ed ebbe vita per un quarantennio, diretta, con vero intelletto d’amore, dal can. Antonio Migliaccio, uomo di grande carità, di santa vita, fondatore delle “Discepole di S. Teresa del Bambin Gesù” di Qualiano.

Il Seminario oggi è un cenacolo di fede e di cultura, parte viva e ben integrata nel tessuto cittadino, pur conservando memoria storica dei tempi. Entrando nella Cappella maggiore, lo sguardo si poggia sul grande mosaico posto dietro all’altare: vi sono ritratti il Pontefice Paolo VI che consegna simbolicamente la chiesa di Aversa al Vescovo Antonio Teutonico, sotto la protezione della Madonna, di San Paolo, protettore della città e di San Carlo Borromeo, fondatore dei seminari. L’opera, commissionata dal Vescovo Teutonico (1936-1966), realizzata da G. Brancaccio “pictor imaginarius” e da F. D’Urso “pictor musiuarius”, fu successivamente inaugurata dal Vescovo Antonio Cece (1966-1980) nel 1966. Erano gli anni del Concilio Vaticano II, il tempo della profonda riflessione sulla fede e sui modi di comunicarla al popolo di Dio, secondo la volontà dei Padri conciliari che in quattro sessioni elaborarono importanti ed ancora attuali documenti ed atti apostolici. A memoria di questo straordinario evento, alla base dell’opera fu iscritta l’espressione conclusiva della III sessione del Concilio Vaticano II: “Igitur ad beatae Virginis gloriam ad nostrumque solacium, Mariam Sanctissimam declaramus Matrem Ecclesiae. Hoc est totius populi christiani, tam fidelium quam pastorum, qui eam matrem amatissimam appellant”. (Dunque, alla gloria della beata Vergine e per la nostra consolazione, dichiariamo Maria Santissima Madre della Chiesa.

Ciò è di tutto intero il popolo cristiano, tanto dei fedeli quanto dei Pastori, i quali la chiamano Madre amatissima). In questo luogo, a nostro vanto ed onore, il 13 Novembre 1990 il Santo Padre Giovanni Paolo II di V.M. ha pregato con tutti i sacerdoti della diocesi, ha 26 benedetto e incoraggiato singolarmente i seminaristi: un evento straordinario, per la commozione che ha lasciato dentro tutti coloro che lo hanno incontrato e per il nuovo vigore apostolico che ha immesso nella vita della Diocesi. Nell’accogliente e luminosa Cappella si succedono le celebrazioni eucaristiche ed i momenti di preghiera guidati dall’intera equipe del Seminario che con premura segue il cammino vocazionale dei tanti giovani, grazia di Dio inviata dallo Spirito Santo. Gli incontri mensili del Centro Diocesano Vocazioni, presente in tutte le realtà dei consacrati e dei laici che lo compongono, avvengono in questa suggestiva cornice, come le meditate Lectio rivolte ai giovani della Diocesi [tratto dall’opuscolo a cura della Diocesi di Aversa].