Scuola, ecco le Regioni che dicono ‘no’ alla ripresa di lunedì 11 gennaio

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ROMA – Aumenta il numero delle Regioni che ha deciso di rinviare ulteriormente il ritorno dei ragazzi delle superiori a scuola, prima fissato al 7 gennaio e poi slittato, per volontà del governo, a lunedì 11 gennaio.

In alcuni casi i governatori hanno deciso di lasciare a casa per le prossime settimane anche gli alunni delle medie e delle elementari. In altre, come Calabria, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Marche e Sicilia, i ragazzi delle superiori torneranno in aula il primo febbraio. Lazio, Emilia Romagna, Umbria e Sicilia si sono aggiunte al fronte delle Regioni che già nei giorni scorsi avevano deciso di lasciare in didattica a distanza i propri alunni ma ognuno ha scelto modalità e date diverse: i ragazzi delle superiori del Lazio rimarranno in dad fino al 17 gennaio (data già decisa da giorni anche in Molise e in Piemonte); la dad è fino al 24 in Emilia Romagna e in Lombardia mentre in Sicilia il governatore Musumeci ha deciso per la sospensione delle attività didattiche in presenza fino al 16 gennaio per le scuole elementari e medie inferiori e fino al 30 gennaio per gli istituti superiori.

In Umbria la Regione ha deciso didattica “esclusivamente a distanza” fino al 23 gennaio nelle scuole superiori. “Così è il caos: chiediamo che il governo, a fronte del fallimento delle misure che andavano adottate, si assuma la responsabilità del rinvio dell’apertura delle attività didattiche in presenza. Non si deleghi più nulla alle Regioni”, chiede la Flc Cgil, che si dice pronta alla mobilitazione. E mentre da febbraio si faranno i vaccini agli over 80 e ai docenti ma molti chiedono di anticiparne la somministrazione a questi ultimi, il governatore della Lombardia Fontana annuncia che partirà a breve una sperimentazione mirata basata sullo screening di studenti e docenti delle scuole secondarie di secondo grado per verificare concretamente l’incidenza del virus in questo ambito.

Il presidente del Comitato tecnico scientifico, Agostino Miozzo, invita a riflettere: “La scuola non è esente da rischi ma si può convivere con il rischio. Dobbiamo valutare area per area se le condizioni esterne alla scuola sono state soddisfatte. Se non si entra nella logica del rischio accettabile la scuola resterà chiusa con la didattica a distanza fino a settembre-ottobre, quando l’immunità di gregge sarà raggiunta”.

In Puglia un’ordinanza regionale ha stabilito che sino al prossimo 15 gennaio in tutte le scuole ci sarà la didattica a distanza, concedendo però la possibilità alle famiglie di chiedere ai presidi le lezioni in presenza. Anche in Basilicata (zona gialla dall’11 gennaio) il rientro in aula degli studenti delle scuole superiori è rinviato almeno fino al prossimo 31 gennaio. La decisione è stata presa dal presidente della Regione, Vito Bardi (centrodestra), che nelle prossime ore firmerà un’ordinanza per disporre la didattica a distanza fino al prossimo 31 gennaio.