Sicurezza sul lavoro, i dieci impieghi più pericolosi

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tommaso barone hse manager

“Investire nella diffusione della cultura della sicurezza è un dovere perché, oltre a ridurre i rischi, apporta un miglioramento tangibile al benessere psicofisico dei lavoratori”, spiega l’HSE advisor e coach Tommaso Barone

Il grave problema degli incidenti sul lavoro non conosce confini. In Italia il 2023 è iniziato nel modo peggiore possibile con addirittura 264 persone che hanno perso la vita nei primi quattro mesi dell’anno secondo i più recenti dati INAIL. Si devono poi aggiungere più di 86.000 casi di infortuni non mortali. Una tendenza che, però, è globale ed è altrettanto allarmante anche oltreoceano. Negli Stati Uniti, infatti, i numeri sono in aumento, 5.190 incidenti mortali nel 2021 con una crescita dell’8,9% rispetto all’anno precedente. Resta alto anche il numero di infortuni non letali che si assesta a 2,6 milioni, un leggero calo rispetto al 2020 che, però, non fa sorridere visto che il tasso di incidenti è rimasto invariato. Ma quali sono a livello statistico i lavori che mettono più a rischio l’incolumità delle persone? Secondo quanto recentemente rivelato in un articolo di USA Today dedicato all’ultimo report dell’U.S. Bureau of Labor Statistics, che si è basato sui più recenti dati relativi agli incidenti sul lavoro registrati negli Stati Uniti nel 2021, è il potatore di alberi il lavoro più pericoloso al mondo, seguito nella top 5 dal pilota di aerei e di elicotteri commerciali, da chi lavora in fattoria, dal boscaiolo e dal riparatore di tetti. Per decespugliatori e potatori il rischio più alto è quello di cadere mentre tagliano gli alberi e di essere colpiti da un ramo, non mancano, però, gli incidenti con la motosega. Al secondo posto chi guida velivoli come aerei che trasportano merci, elicotteri, aeroambulanze. Per questa categoria quasi tutti gli incidenti avvengono in volo. Anche lavorare con gli animali in una fattoria può essere rischioso, in questo caso il pericolo sta nei macchinari agricoli. La seconda metà della classifica vede i supervisori dei lavoratori dell’agricoltura e della pesca, gli agricoltori, i camionisti, i minatori e i tecnici agricoli.

“Numeri che invitano a tenere l’attenzione alta anche in Italia – spiega l’HSE advisor e coach Tommaso Barone (tommasobarone.it) – Quello della sicurezza sul lavoro è un concetto che riguarda cultura ed educazione. Diffondere la cultura della sicurezza sul lavoro è fondamentale e investire risorse sempre più importanti su questo tema diventa un dovere. Un posto di lavoro sicuro porta miglioramento tangibile all’ambiente e al clima lavorativo, senza dimenticare l’importante benessere psicofisico dei dipendenti. Fare gioco di squadra è un’arma vincente per un’azienda, l’obiettivo da raggiungere deve essere lo stesso per tutte le parti in causa nella consapevolezza che un posto di lavoro sicuro garantisce notevoli vantaggi. Con un approccio virtuoso e illuminato un datore di lavoro può garantirsi dipendenti seri e motivati”. In Italia sono stati ben 697.773 gli infortuni sul lavoro registrati nel 2022 secondo i dati diffusi dall’INAIL. Un numero provvisorio in attesa della Relazione annuale di metà anno che includerà l’analisi consolidata dell’andamento di infortuni e malattie professionali nel quinquennio 2018-2022. Proprio come gli Stati Uniti anche l’Italia fa registrare un trend in crescita con un aumento del 25,7% rispetto al 2021, del 25,9% rispetto al 2020 e dell’8,7% rispetto al 2019. Calano invece le morti sul lavoro ma la diminuzione è dovuta al minor numero di decessi legati a casi di Covid di origine professionale. Solo 10 le morti causate dal Covid nel 2022 contro le 294 del 2021 con un calo del -96,6%. Questi dati, se da un lato rallegrano per la minor pericolosità della pandemia, dall’altro riportano i numeri ai livelli pre-Covid e confermano l’incapacità di ridurre il tragico fenomeno delle morti sul lavoro.

Il decalogo per una cultura della sicurezza sul lavoro

Il problema della sicurezza sul lavoro va affrontato fin dalle radici puntando alla diffusione di una educazione e di una cultura che mira ad un luogo di lavoro sicuro. Ecco allora, secondo l’HSE advisor e coach Tommaso Barone (tommasobarone.it) quali sono i consigli per far crescere la diffusione della cultura della sicurezza in azienda e non solo:

1 L’educazione alla sicurezza sul lavoro dovrebbe iniziare in famiglia e a scuola. Deve far parte della formazione di bambini e ragazzi per far sì che possa diventare cultura condivisa.

2 Insistere sul concetto di rispettare chi ti sta vicino. In ufficio, a casa, in strada il rispetto è sempre fondamentale.

3 Informarsi e adottare le norme in tema di sicurezza dello Stato, partendo dal decreto 81 del 2008, perché seguirle risolverebbe all’origine gran parte dei problemi.

4 La sicurezza non è un’imposizione, ma un traguardo da raggiungere per il benessere psico-fisico dei lavoratori e per un ambiente di lavoro di qualità.

5 Le problematiche dei lavoratori devono essere sempre ascoltate per poter intervenire prontamente in caso di necessità.

6 Il datore di lavoro ha il dovere di garantire la sicurezza dei lavoratori così come i lavoratori devono fare attenzione alla sicurezza dei propri colleghi.

7 Fare gioco di squadra con la consapevolezza che un ambiente di lavoro sicuro porta vantaggi a tutti.

8 Ricordarsi che l’azione sbagliata di un singolo può avere conseguenze anche sugli altri colleghi.

9 Sia nel privato che nel pubblico tutti, nessuno escluso, sono coinvolti nella prevenzione e nel rispetto delle regole della sicurezza.

10 La sicurezza sul lavoro prevede un corretto stile di vita e una dieta sana e bilanciata.