Suggestioni emozionali affidate alla voce dei colori nell’Espressionismo Astratto di Adriano Bernetti Da Vila

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glacier

Il mondo interiore, quello delle emozioni più profonde e irrazionali, è stato la base di uno dei movimenti più rivoluzionari della seconda metà del Novecento, quell’Espressionismo Astratto che ha saputo coniugare il mondo della non forma, della non attinenza di un’opera alla realtà osservata, con quello di un sentire che non poteva, e non doveva, prescindere dal gesto creativo. Il protagonista di oggi sceglie questo linguaggio adottandone però la forma più meditativa, più calma e meno impetuosa.

Il percorso artistico di Adriano Bernetti Da Vila si è consolidato negli anni più giovanili osservando i gesti e il rapportarsi con la tela di suo padre, giunto alla pittura in tarda età ma completamente assorbito da essa al punto di coinvolgere il figlio nella sua passione. Il talento espressivo si rivela dunque una dote di famiglia che si palesa, anche nel caso di Adriano, tardivamente pur diventando una componente essenziale della sua vita attuale. Se inizialmente si era avvicinato allo stile verista seguendo le orme del talentuoso papà e dimostrando una particolare predisposizione per narrare la realtà osservata, in particolare le nature morte, con notevole intensità poetica, nel proseguire la sua sperimentazione pittorica avverte l’esigenza di allontanarsi dal mondo del visibile per scoprire la dimensione del puro sentire, di quell’essenziale invisibile agli occhi di cui parla Antoine de Saint-Exupéry nel suo capolavoro letterario Il piccolo principe. Per seguire questo nuovo cammino Adriano Bernetti Da Vila necessita di immergersi nella purezza del colore, nell’atmosfera meditativa e silenziosa che lo induce a entrare in contatto con la propria interiorità, con i ricordi, con la capacità di narrare un istante colto per caso o di lasciare che una sensazione si amplifichi dentro di sé per poi essere raccontata; la tecnica che più sente affine a questo nuovo modo espressivo è quella del Color Field di cui fu pioniere e grande maestro Mark Rothko, proprio per la capacità di generare emozione dentro l’emozione, di infondere nell’osservatore un profondo senso di magnetica riflessione, di apertura verso l’universo della pura percezione, togliendo dalla tela qualsiasi riferimento alla forma conosciuta, alla realtà osservata che distoglierebbe l’attenzione dal contatto con il mondo più intimo.

Accordi
1 Accordi: Too easy to say green or blue (Troppo facile dire verde o blu)

Adriano Bernetti Da Vila, con questa serie di opere, non solo racconta il proprio profondo sentire, la narrazione di un attimo irripetibile vissuto in un luogo dell’anima, o davanti a un’emozione oppure semplicemente lasciando parlare la voce dei colori, ma svela anche la sua indole introspettiva, incline a sussurrare più che a gridare, orientata a entrare in punta di piedi nelle corde dell’osservatore che proprio da quell’espressività morbida, evanescente, si sente attratto e stimolato a lasciarsi andare alla sensazione percettiva.

Carminio e indaco
2 Carminio e indaco

Ciascuna emozione viene filtrata dall’innato equilibrio dell’artista prima di essere liberata, a seguito di una metabolizzazione del visto, del percepito, che in qualche modo ha bisogno di tempo e di lentezza per essere manifestato all’esterno, di gradualità che sembra accordarsi perfettamente con l’esigenza di Da Vila di scegliere con cura l’accordo cromatico, la contiguità tonale o anche la discordanza, ma sempre a seguito di una consapevolezza emotiva essenziale per condurlo alla fase creativa, all’atto pittorico che si trasforma in estensione del pensiero.

Lisbon dreams
3 Lisbon dreams, Alfama (Sogni lisbonesi, Alfama)

Il suo percorso di approfondimento è un affascinante e silente viaggio nel mondo dell’irrazionale, della non figurazione che lascia campo libero agli echi interiori di una sensibilità delicata e al tempo stesso forte, bisognosa di mettersi in connessione con l’esterno, con la non forma che diviene sostanza e fondamento di tutto ciò che all’interno si sofferma, resta latente e poi fuoriesce in maniera pacata, misurata, calma, anche quando esprime sentimenti meno sereni e positivi.

Lisbon dreams
4 Lisbon dreams, the journey, the discovery (Sogni lisbonesi, il viaggio, la scoperta)

Nell’opera Lisbon dreams, the journey, the discovery Adriano Bernetti Da Vila dedica a Lisbona accordi in azzurro, quello del cielo e del mare che si aprono allo sguardo nel momento in cui si posa sull’immensità dell’oceano, evocando gli odori e i sapori di una città ai confini del vecchio continente che ha saputo accogliere il nuovo ma anche conservare tradizioni e costumi; racconta tutta la fascinazione che il viaggio di scoperta nella sua memoria ha esercitato nel momento in cui lo ha compiuto trovandosi davanti a un panorama sospeso tra aria e acqua che lo ha lasciato senza fiato.

Accordi
5 Accordi: Blu oltremare, rosso di cadmio, rosso carminio

Nella tela Accordi blu oltremare, rosso di cadmio, rosso carminio invece siamo nel mondo dell’indefinito, in quell’attitudine dell’artista a lasciar vagare la mente e le emozioni senza una destinazione stabilita, semplicemente ponendosi in posizione di ascolto e di apertura nei confronti delle infinite possibilità che si presentano ma anche all’opposizione tra forze contrarie che appartengono inevitabilmente al vivere quotidiano. Ed è esattamente in quell’antitesi che è possibile misurarsi con se stessi e scoprire l’alternanza che è l’essenza stessa dell’esistenza.

Accordi giallo
6 Accordi: Giallo di cadmio, rosso arancio, rosso di cadmio

Così come in Accordi giallo di cadmio, rosso arancio, rosso di cadmio l’elemento che prevale è l’armonia cromatica, la gradualità di una scala tonale che diviene metafora della vita, durante la quale si apprende a cercare la similitudine piuttosto che il contrasto, la complementarità anziché l’opposizione, tanto quanto il rosso in basso testimonia le intemperanze e le irruenze giovanili che poi, nel corso della crescita e della maturazione, si vanno attenuando e mitigando in virtù di un crescente equilibrio e maggiore consapevolezza di sé.

Deep unknown
7 Deep unknown (Sconosciuto profondo)

Anche nel momento in cui l’approccio alla tela di Adriano Bernetti Da vila è più inquieto, più concentrato a esternare emozioni di disagio interiore, come nella tela Deep unknown realizzata durante il periodo più buio della pandemia che ha bloccato il mondo intero nell’anno 2020, il tocco espressivo è sempre di tipo introspettivo, mai irruento, mai impetuoso piuttosto rivolto a conoscere e a metabolizzare una ferita interiore, condivisa con l’intera umanità espressa dal rosso indefinito e minaccioso che attraversa il quadro, all’interno del nero dell’incertezza, della perdita di quelle sicurezze, interne ed esterne, che avevano contraddistinto la vita fino a poco prima del momento in cui tutto è cambiato. È un universo pittorico silenzioso quello di Adriano Bernetti Da Vila, che proprio in virtù di quella comunicazione sottile in grado, con la sua pacatezza, di far vibrare le corde dell’osservatore, riesce ad avere un forte impatto sul mondo delle emozioni e delle sensazioni che spesso solo con l’arte riescono a fuoriuscire.

ADRIANO BERNETTI DA VILA-CONTATTI
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