Turbativa d’asta in gara d’appalto per la fornitura di milioni di mascherine

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Arrestato imprenditore romano con precedenti: “una puntata d’azzardo giocata sulla salute pubblica e individuale” commenta il giudice per le indagini preliminari

ROMA ‒ Turbativa nella prima gara d’appalto bandita dalla Consip per la fornitura di dispositivi di protezione individuale. La Guardia di Finanza ha arrestato l’imprenditore romano A. I., 41 anni, per turbativa d’asta e inadempimento di contratti di pubbliche forniture: il gip ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Le attività investigative, condotte dal GICO del Nucleo di Polizia Finanziario-Economica di Roma, sono state avviate dopo la denuncia effettuata da Consip alla Procura della Repubblica di Roma. La Consip aveva riscontrato una serie d anomalie, in particolare nel lotto n. 6 della gara, relativo alla fornitura di 24 milioni di mascherine per un importo di 15,8 milioni di euro, e aggiudicato alla società Biocrea Srl.

La società si era impegnata a fornire 3 milioni di mascherine entro 3 giorni dall’ordine, ma alcune incongruenze hanno fatto scattare i sospetti: “Sin dai primi contatti con la stazione appaltante pubblica ‒ spiega una nota della Gdf ‒ finalizzati all’avvio della fornitura, però, Ieffi che interloquiva per conto dell’impresa sebbene non risultasse nella compagine societaria, ha lamentato l’esistenza di problematiche organizzative relative al volo di trasferimento della merce, asseritamente già disponibile in un punto di stoccaggio in Cina. Permanendo l’inadempimento alla data di scadenza prevista nel contratto per la prima consegna di mascherine, attraverso la collaborazione dell’Agenzia delle Dogane, veniva effettuata presso l’aeroporto cinese di Guangzhou Baiyun un’ispezione, che accertava l’inesistenza del carico dichiarato”.

Dalle indagini è emerso che la società aveva “pregresse posizioni debitorie per violazioni tributarie, per oltre 150 mila euro nei confronti dell’Erario ‒ non dichiarate in sede di procedura dalla società che, di converso, aveva invece falsamente attestato l’insussistenza di qualsiasi causa di esclusione ‒. Tale situazione comportava l’esclusione di Biocrea dalla procedura e l’annullamento in autotutela da parte di Consip della intervenuta aggiudicazione”.

Dalla tempestiva ed efficace indagine è emerso che I., gravato da precedenti giudiziari (non definitivi) e di polizia, che avrebbero potuto inficiare la sua partecipazione alla gara, ha escogitato un espediente per dissimulare la riconducibilità a sé della società Biocrea: ha infatti nominato come amministratore un prestanome privo di precedenti, cui ha ceduto il capitale sociale al prezzo di 100mila euro da corrispondere non subito, ma tra due anni. È emerso inoltre che la Biocrea è in realtà una “scatola vuota”: priva di dipendenti e di mezzi, e in stato di totale inoperatività, ha inoltre un oggetto sociale estraneo al settore merceologico relativo alla gara, ovvero coltivazione di fondi e allevamento di animali.

Nell’ordinanza, il gip evidenzia la gravità dell’accaduto: essendo la Biocrea completamente incapace di adempiere in tempi brevissimi alla fornitura di milioni di mascherine per l’emergenza coronavirus, la vicenda è definita “una puntata d’azzardo giocata sulla salute pubblica e su quella individuale di chi attendeva, e attende, le mascherine, che bene rende la capacità a delinquere del soggetto”.