Al via la campagna per la diagnosi precoce del cancro alla vescica

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Medico dottore visiteROMA – Parte oggi, e durerà 3 mesi, la campagna di sensibilizzazione ‘Tumore della vescica: conoscilo, controllalo, curalo’, promossa da Merck Italia in collaborazione con Aps Associazione Paliniuro (Pazienti liberi dalle neoplasie uroteliali), Salute donna e Salute uomo. L’iniziativa – spiega una nota congiunta – è rivolta alle tre figure maggiormente coinvolte in questo iter: pazienti, specialisti di patologia (urologo e oncologo) e infermieri. Spesso sottovalutato per l’assenza di sintomi specifici all’esordio tali da permettere una diagnosi precoce, il tumore alla vescica, che molte volte corrisponde al carcinoma uroteliale, talvolta ha limitate opzioni terapeutiche per specifiche categorie di paziente.

“In Italia ogni anno sono circa 30mila i nuovi casi di tumore vescicale – afferma Cinzia Ortega, direttore Soc di Oncologia Asl Cn2 Alba-Bra, Ospedale Michele e Pietro Ferrero di Verduno – Tra i fattori predisponenti: il fumo di sigaretta con effetto irritativo e cancerogeno sulla mucosa vescicale e l’esposizione a sostanze chimiche tossiche di origine industriale come i coloranti e solventi. I sintomi sono spesso sfumati. Anche l’ematuria, ovvero la comparsa di sangue nelle urine, può manifestarsi in maniera discontinua, ma quando si verifica è un segno che va immediatamente riferito al medico di famiglia per predisporre accertamenti e poter fare una diagnosi precoce. E’ importante infatti riconoscere tempestivamente un eventuale tumore della vescica per aumentare le possibilità di cura”.

E conclude: “Oggi sono disponibili diverse opzioni terapeutiche da proporre al paziente, ma tutte le decisioni vanno prese in ambito multidisciplinare. Anche per la malattia avanzata o metastatica – sottolinea Ortega – abbiamo terapie che possono aumentare l’aspettativa di vita. La cosa importante è definire strategie terapeutiche integrate con terapie in combinazione o in sequenza, che tengano conto della tipologia di paziente e della sua progressione di malattia”.