“Sarebbe – aggiunge – una misura che depotenzia uno strumento sociale apprezzato da tutti (proprietari ed inquilini) che in questi anni ha contribuito a calmierare i canoni e a far emergere quote ampie di evasione fiscale. Tant’è che questa agevolazione ha prodotto una crescita complessiva delle entrate come ampiamente testimoniato in numerosi documenti del Tesoro e dell’Agenzia delle entrate). Il fatto che la rideterminazione dell’aliquota su questi contratti sia accompagnata da una sua stabilizzazione a regime non cancellerebbe il nostro dissenso sulla misura di aumento ove fosse confermata”.
Zagatti conclude: “Resta poi da capire se verrà prorogata, come sarebbe necessario, la possibilità di stipulare contratti a canone concordato in quei comuni soggetti in passato a calamità naturali come previsto dal Decreto del 2014. Si tratta di centinaia di comuni che, in assenza di proroga vedrebbero cessare il beneficio fiscale dopo anni di vigenza. Se così fosse si andrebbe in direzione contraria rispetto alla necessità di allargare il più possibile l’area dei comuni in cui è possibile e conveniente stipulare contratti a canone concordato. Se queste anticipazioni fossero confermate agiremo nei confronti del Governo e del Parlamento per ottenere le modifiche necessarie chiamando ad un’iniziativa unitaria tutte le associazioni della proprietà e degli inquilini”.
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