L’Associazione Italiana Stewarding scrive al Ministro Boccia

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Non accettano che sia stata inventata la figura dell’assistente civico quando viene dimenticata una categoria formata

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MILANO – Qualche giorno fa gli steward italiani, con una nota, avevano voluto far sapere come pur essendo personale, regolarmente formate con corsi e attestati riconosciuti, verificato con controlli personali eseguiti dal Ministero dell’Interno tramite le locali Questure e Prefeture, fossero una categoria completamente dimenticata dal Governo, in occasione dell’emergenza Covid.

Ora l’Associazione degli Steward ha scritto una lettera al Ministro Francesco Boccia, a seguito del  suo intervento andato in onda presso la trasmissione: “di Martedì” sul canale La7 il giorno 26 maggio 2020.

“A Suo avviso, il volontario “Assistente Civico” -si legge nella nota- deve, tra l’altro, gestire i flussi davanti ai luoghi di culto, senza specificare il tipo di formazione e modalità operative utili a svolgere la mansione. Siamo letteralmente preoccupati del suo intervento in quanto, in meno di 30 secondi, é riuscito a distruggere più figure professionali messe insieme.

Per sua conoscenza le riporto parte del DM 13/08/2019, che ci interessa direttamente, riguardanti le attività di steward, incaricati di pubblico servizio, durante manifestazioni calcistiche:

Art. 2.
[…] d) «steward»: gli assistenti di stadio di cui si avvalgono le società sportive organizzatrici delle competizioni calcistiche, cui è affidato lo svolgimento dei servizi di controllo dei titoli di accesso agli impianti sportivi, di accoglienza e instradamento degli spettatori e di verifica del rispetto del regolamento d’uso degli impianti medesimi, nonché dei servizi ausiliari dell’attività di polizia, relativi ai controlli nell’ambito dell’impianto sportivo, ai sensi dell’art. 2-ter, commi 1 e 1-bis del decreto-legge n. 8 del 2007.

Art. 3.
Servizi svolti dagli steward e figure professionali
1. I servizi che possono essere svolti dagli steward sono i seguenti:
a) controllo dei titoli di accesso agli impianti sportivi;
b) accoglienza e instradamento degli spettatori;
c) verifica del rispetto del regolamento d’uso degli impianti sportivi;
d) svolgimento di servizi ausiliari dell’attività di polizia, relativi ai controlli nell’ambito dell’impianto sportivo, per il cui espletamento non è richiesto l’esercizio di pubbliche potestà o l’impiego operativo di appartenenti alle Forze di polizia.
[…]
3. I compiti connessi con le figure professionali di cui al comma 2, le modalità di collaborazione con le Forze di polizia e i servizi ausiliari dell’attività di polizia relativi ai controlli nell’ambito dell’impianto sportivo, sono sta- biliti nell’allegato D, che costituisce parte integrante del presente decreto. Le riporto, per non farLe perdere ulteriore tempo. il link dove visionare l’Intero DM.

Le società che svolgono queste attività hanno investito soldi in assicurazioni, licenze prefettizie, materiale e altro. Le migliaia di persone, debitamente formate, sono a casa dimenticate da tutti. Ora viene inventata una figura “ruba lavoro” per non investire soldi – per altro in un settore dimenticato – dove migliaia di lavoratori non percepiscono alcuna sussistenza e vivono solo grazie alle attività in stadio e negli eventi.

In merito a quanto emerso sino ad ora è possibile affermare che, probabilmente, il fulcro della Vostra proposta si fonda sul concetto che “0 costa meno di 1”, ma, al tempo stesso, ignorare figure professionali già esistenti e collaudate nella gestione delle attività da Voi paventate, non è la soluzione ideale per aiutare i comuni in difficoltà e pertanto non costituisce la strada corretta da perseguire.

A maggior ragione, tali preoccupazioni, sono avallate anche dal fragore mediatico che ha portato, in brevissimo tempo, intorno alla neo-figura dell’Assistente Civico, un clima di sfiducia e, peggio ancora, un insorgere di molesti epiteti uniti a scherno ed ilarità attorno a tale figura. Sorge spontaneo domandarsi, alla luce di tali presupposti, in che clima potranno mai operare dette figure e soprattutto con quali autonomie e tutele. Più che dotare gli Assistenti Civici di una semplice pettorina e di compiti di contrasto alla diffusione del Covid-19, a noi sembra che tale iniziativa abbia messo un “mirino” addosso ai futuri operatori verso cui gli italiani, esasperati e gravati delle preoccupazioni nutrite dal periodo del lockdown, potranno sfogare le proprie ansie o, peggio ancora, le proprie ire. Ovviamente tutti ci auguriamo che quanto descritto non avvenga, ma purtroppo le prime reazioni e l’attuale clima sociale rovente, non lasciano presagire un lieto fine.

Le motivazioni sopra esposte ci fanno sottolineare che è necessario impiegare collaboratori, formati ed abituati a svolgere determinate attività, all’interno di strutture e procedure già collaudate, garantendo alle risorse sicurezza e capacità indispensabili per lo svolgimento nel miglior modo possibile delle attività richieste dalla Vostra proposta. Attraverso gli Art. 2 e Art. 3 del DM 13/08/2019 descritti in precedenza, si può evincere che attualmente esistono figure abituate ed abilitate alla gestione di flussi e folle in virtù di una forte mobilitazione sociale (stadi, concerti, fiere et similia), tali caratteristiche costituiscono la garanzia che le attività richieste verranno svolte in modo imparziale e prudente, senza creare uno stato di polizia e/o improvvisati sceriffi impreparati.

In conclusione, per quanto concerne l’aspetto economico, ci preme far notare che esistono bonus che possano abbattere i costi di queste attività e ridurre gli impatti sui bilanci dei comuni, oltre che dare un contributo al tasso di occupazione che al momento é ai minimi storici. Tra i bonus ci sono:

  • esonero totale dei contributi per tutta la durata del periodo di emergenza se l’operatore è assegnato a un bando pubblico legato all’emergenza covid-19,
  • promuovere incentivi per assunzione di persone che percepiscono NASPI e/o Reddito di cittadinanza,
  • fondi di formazione professionale per incentivare il know-how specifico dell’emergenza,
  • bonus in caso di mantenimento della risorsa anche dopo l’emergenza covid-19 per un periodo superiore ai 15 mesi dalla fine dello stato di emergenza, etc.

Detto ciò ci appelliamo a Lei Ministro, la sua proposta esiste già, ha un nome e un decreto che regolamenta quanto concepito. Basta allargare il perimetro di utilizzo. La nostra categoria, attualmente in panchina, è stanca di questa mancanza di considerazione”.