Musica

“Attentato alla musica italiana”, il nuovo album de Lo Stato Sociale in uscita il 3 marzo

BOLOGNA – «“Attentato alla Musica Italiana” è il nostro attacco kamikaze e privo di logica commerciale, un tentativo di sovraccaricare il mercato musicale per farlo esplodere e poter tornare a godere con le canzoni». Il quarto disco di inediti de Lo Stato Sociale è una nuova, incredibile, sfida: un quintuplo album composto da 5 capitoli, uno per ogni componente della band, un’operazione assolutamente unica nel suo genere, già disponibile in preorder da ieri via Garrincha Dischi/Island Record. 5 dischi che nascono per spiegare la straordinaria attitudine che fa de Lo Stato Sociale una realtà unica nel suo genere, lasciando spazio alle singole personalità e alle idee artistiche individuali: «Solo noi potevamo farlo e lo abbiamo fatto, era quasi obbligatorio».

Un’operazione corale, che mette a nudo le singolarità dei 5 membri del collettivo bolognese per poi riunirle in un’unica trama che vedrà la luce il 3 marzo in streaming, il 12 marzo in doppio CD e il 19 marzo in triplo vinile. «Questo monumento all’incoscienza» conterrà anche cinque canzoni pubblicate dopo “Primati”: tre colonne sonore (“Il paese dell’amore”, “Sentimento estero”, “La felicità non è una truffa”), un brano scritto durante la pandemia (“Autocertificanzone”) e una cover degli Skiantos (“Sono un ribelle mamma”). Nessuna di queste canzoni aveva mai trovato un posto nella discografia stampata della band: «Ci sembrava bello dare qualcosa in più a voi ultimi romantici».

Ad aprire la luculliana tracklist di “Attentato alla Musica Italiana” è Combat Pop, brano in gara alla 71esima edizione del Festival di Sanremo, un atteso ritorno dopo lo straordinario successo del 2018 con il brano “Una vita in vacanza” e una nuova occasione per portare la band sul palco, la dimensione che li ha resi celebri grazie alle loro esibizioni incendiarie. «Un giorno torneranno i concerti, tornerà il motivo per cui scriviamo le canzoni, ovvero cantarle e ballarle insieme, torneranno i salti e il sudore, torneranno l’aggregazione e la socialità “dal vivo”. Sarà una grande abbuffata e godremo come matti ma nel frattempo abbiamo scelto di far crollare il castello, demolire il palazzo e arare il campo, per poter seminare nuove idee».

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Redazione L'Opinionista

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