Birra: +50% dei costi di produzione, problemi per 1 birrificio su 2

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birre d'italia slow foodMILANO – Un aumento dei prezzi delle materie prime, come mais e malto d’orzo, dell’80 e del 95% in un anno e mezzo, un +50% dei costi di produzione, a cui si aggiungono i costi raddoppiati dei materiali, primo il vetro, e degli imballaggi e quelli quadruplicati dell’energia elettrica. Anche la filiera della birra risente del caro materie prime, dell’inflazione e dell’alto costo dell’energia come emerge da un’analisi di Osservatorio Birra, con la presentazione del 6° Rapporto ‘La creazione di valore condiviso del settore della birra in Italia’, realizzato da Althesys. Una situazione che può mettere a rischio una filiera da 9,4 miliardi di euro, che dà lavoro a 95mila famiglie.

Nel 2022, a parità di valori di vendita rispetto al 2021, per i birrifici l’incidenza dei costi di materie prime ed energia sul valore della produzione è aumentata del +50%. Un aumento di 20 punti percentuali, superiore anche alla marginalità del settore nel 2021 (17,1%). Secondo Osservatorio Birra, le conseguenze per il settore rischiano di intaccare valore e occupazione della filiera, ma anche di azzerare quel ‘fenomeno birra’ che in dieci anni ha reso questa bevanda al centro della gastronomia e della socialità degli italiani. Un calo del 5% dei ricavi del settore, ipotizzabile sulla base di una dinamica classica che vede nell’aumento dei prezzi una possibile diminuzione della domanda, porterebbe a perdite operative per almeno un birrificio su 2 (48%).

Quelle stesse aziende che, negli ultimi quattro anni, non hanno mai smesso di investire (250 milioni di euro tra impianti e risorse umane) e che sono uscite da due anni difficili. Al peso dei costi, sottolinea la ricerca, rischia di aggiungersi anche un nuovo aumento delle accise sulla birra. Inoltre, secondo Osservatorio Birra, gli effetti dei rincari registrati finora non saranno limitati al 2022 e le aziende dovranno fronteggiare una forte incertezza anche l’anno prossimo.