“Come Sto” è il nuovo singolo dei Low Polygon: l’intervista

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“Un brano che si cimenta nell’esplorare la ripetitività e la superficialità di una domanda disinteressata mentre si lascia trasportare dalle onde di tutto quello che ci sta dietro: tra vortici, valichi e te” (Low Polygon)

come stoVenerdì 15 ottobre 21 è uscito “Come Sto” (Costello’s Records | The Orchard), il nuovo singolo della band di Bergamo Low Polygon. “Come Sto”, che segue una manciata di singoli, di cui il più recente dal titolo “Demone” pubblicato prima dell’estate, è una domanda urlata in una stanza vuota, un nuovo tuffo in un mondo segreto che si contamina di elementi tra analogico e digitale, un’immersione profonda in un club sotterraneo dalle luci soffuse, con un ritmo ossessivo che non può che risuonare nella cassa toracica.

I Low Polygon ci hanno gentilmente concesso un’intervista.

“Come Sto” è il vostro nuovo singolo, di che cosa si tratta?

Come sto ha rappresentato per me personalmente un momento in cui ho capito quando e soprattutto come “lasciare andare”, eravamo in piena produzione di un altro brano e abbiamo deciso di tirare il freno a mano e deviare tutto su “Come sto”. Forse è stato proprio il modo fulmineo con cui si è introdotta nel processo di realizzazione che rappresenta questa canzone a pieno. Mi sono divertito ad accanirmi contro questo “Come sto” cantandolo fino a quando ha iniziato a perdere senso, con questo “esperimento” ho cercato anche di esplorare a modo mio il fatto che la risposta che diamo a un “come stai?” non dipende assolutamente dalla domanda posta ma dalla persona che abbiamo davanti. Come band questo brano ci ha permesso di unire diverse sonorità che abbiamo sperimentato in passato solo da lontano, ora per noi è anche un modo di metterci alla prova e cercare di raccontarci in modi sempre nuovi.

Cosa volete trasmettere con questo brano?

Come sto è un brano che alterna momenti estremamente facili all’ascolto quanto momenti dove inevitabilmente il loop proposto diventa quasi “troppo”. Insomma, volevamo rappresentare questa dualità e permettere anche alle persone di riempire questi due contenitori con quello che per loro è “come sto”. Non portiamo risposte, solo domande!

Che tipo di accoglienza vi aspettate?

Puntiamo al massimo ma ci aspettiamo sempre il peggio (scherzano ndr)

Come nasce il vostro progetto musicale?

Ci conosciamo da tantissimo tempo, tanto che suoniamo insieme da quando eravamo alle scuole medie, Low Polygon nasce come presa di coscienza di un percorso che stavamo inevitabilmente già prendendo perché le canzoni che abbiamo iniziato ad arrangiare per il live rispettavano già le caratteristiche di quello che per noi è “low polygon” in musica, di colpo un brano che ora non esiste più chiamato appunto low polygon,mp3 diventa il nome della band.