Comunicare la salute, discernere il grano dal loglio

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La diffusione dell’utilizzo di internet in strati amplissimi della popolazione ha permesso di migliorare l’efficienza del sistema sanitario: dalle prenotazioni al ritiro dei referti, la tecnologia ha abbattuto i costi e i tempi di lavorazione del sistema sanitario.

Allo stesso modo, la dimensione social ha consentito la creazione di nuovi spazi di condivisione pubblica di informazioni sulla salute e sul sistema della cura. Questa situazione, de da un lato porta una serie di vantaggi, quale una più rapida soddisfazione della domanda, un flusso continuo di informazioni di facile accesso e un incremento delle conoscenze personali, dall’altra presenta alcune criticità, come la diffusione di informazioni non accurate, il rischio di confondere informazioni sanitarie disinteressate e proposte pubblicitarie oppure un effetto negativo sulla salute di chi non ha acceso a internet rispetto a chi può procurarsi informazioni attraverso questo strumento.

Per evitare i rischi, legati soprattutto a informazioni poco professionali, le istituzioni accreditate si trovano sui social media. In questo modo ai cittadini vengono fornite informazioni mediche avallate dalla credibilità scientifica di chi le emette.

Contemporaneamente, la presenza sui social media permette di raggiungere target di pubblico che altrimenti sarebbero disinteressati ai temi della salute, come gli utenti più giovani, o i migranti che spesso non sanno come avere accesso ad informazioni sanitarie.

In questo processo un ruolo cruciale è quello della farmacia. Se, infatti internet può essere appannaggio di malati, la farmacia lo è di tutti. Chiunque può entrare in farmacia e confrontarsi con il farmacista ponendo domande, esprimendo dubbi, chiedendo informazioni su ciò che magari ha letto nel web riguardo la sua patologia.

Il farmacista è, infatti, a disposizione del pubblico come presidio sanitario di prossimità e il suo ruolo diventa tanto più importante quanto le informazioni mediche si diffondono nella società.

Non si tratta solo di colmare il gap fra chi ha accesso alle informazioni di internet e chi invece è escluso quanto di discernere fra informazioni corrette e “fake news”, fra notizie sanitarie scientificamente validate e pubblicità.

Grazie alla professionalità del personale e all’apertura delle farmaci nei confronti delle richieste del pubblico, il farmacista diventa quindi la figura che consente al paziente di tradurre ciò che ha appreso dai mezzi di comunicazione virtuale in pratiche di cura e di assistenza. Allo stesso modo il farmacista si conferma come il punto di riferimento del cambiamento, nella sua duplice dimensione: da un lato per “discernere il grano dal loglio”, evitando così al cittadino il rischio di curarsi con pratiche scientificamente non validate, e dall’altra consentendo a tutti di avere la stessa possibilità di ottenere informazioni relative alla salute e alla cura.