Coronavirus, direttive sul Green Deal: l’intervento di Lancini

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EP Plenary session – Plastics Strategy and chemical, product and waste legislation

BRUXELLES – Oggi, in occasione del dibattito che la Commissione Ambiente (ENVI) del Parlamento Europeo ha tenuto in videoconferenza, l’On Danilo Oscar Lancini, eurodeputato della Lega e relatore-ombra per il Gruppo “Identità e Democrazia”, è intervenuto in merito alla proposta di nuovo regolamento europeo per istituire il JTF (Just Transition Fund), la prima proposta legislativa della Commissione Europea per il “Green New Deal”.

In primo luogo Lancini ha sottolineato che «alla luce delle profonde conseguenze socio-economiche causate dall’emergenza coronavirus, è inevitabile un ripensamento delle priorità sottese alla proposta di Bilancio UE. In particolare gli onerosi obiettivi climatici all’interno dell’attuale congiuntura diverrebbero un ulteriore freno agli investimenti per le aziende e si rende quanto mai necessario differire e rivedere le direttive legate al Green Deal».

Lancini ha poi posto l’accento sulle pesanti contraddizioni presenti nella proposta di Fondo di Transizione presentato dalla Commissione Europea: «La creazione di questo nuovo strumento finanziario, che va ad aggiungersi e sovrapporsi a quelli esistenti nell’ambito delle politiche di coesione, rischia di generare confusione amministrativa e procedurale. Oltretutto la dotazione finanziaria – 7,5 miliardi di euro nel quadro finanziario pluriennale 2021-2027 – appare largamente insufficiente per gli obiettivi dichiarati. Ma a preoccupare è soprattutto la logica di fondo di tale misura, perché rischia di creare una distorsione del mercato interno, sia sotto il profilo energetico (si supporta chi non ha fatto investimenti rilevanti in tecnologie green, mentre l’Italia i propri “compiti a casa” in questo caso li ha fatti), che sul piano ambientale (si premia chi inquina ed ha il vantaggio di un costo più basso di produzione dell’energia elettrica).

Si aggiunga che i criteri di allocazione dei contributi europei appaiono poco chiari e coerenti. Ad esempio, mi chiedo: secondo quale criterio inconfutabile la Germania si trova al secondo posto nella classifica dei beneficiari del fondo? La Commissione ha tenuto conto del fatto che questo Paese ha registrato un avanzo di bilancio record di oltre 13 miliardi di euro nel 2019 ed un surplus commerciale fuori dai parametri dei trattati?

Da ultimo, mi sembra decisamente preoccupante la scelta di escludere totalmente dall’accesso al fondo gli investimenti legati alla produzione, trasformazione, distribuzione, stoccaggio e utilizzo di combustibili fossili. È una scelta che non contempla un ragionevole principio di neutralità tecnologica e che rischia di limitare l’indipendenza energetica di molti paesi. Si tratta infatti di un settore che da tempo sostiene progetti innovativi e che attraverso la sostituzione dei combustibili solidi con il gas naturale sarebbe l’unica alternativa ad oggi tecnicamente ed economicamente percorribile per ridurre le emissioni di numerose categorie manifatturiere, visti i fabbisogni di alte temperature a ciclo continuo».