Covid-19, Sis 118 su aumento insufficienze respiratorie acute

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coronavirus lunedì

Mario Balzanelli a InBlu Radio: “Protezione Civile profondamente inadeguata. È facile discutere dietro le scrivanie quando a noi i pazienti tossiscono a 25 cm nelle ambulanze. Nella Fase 1 sindaci con le FFP3 e noi a morire con le mascherine chirurgiche”

ROMA – “I 118 devono essere potenziati perché le chiamate sono in vertiginoso aumento”. Lo ha detto il presidente nazionale della Società Italiana Sistema 118, Mario Balzanelli, in un’intervista a InBlu Radio, il network delle radio cattoliche della Cei.

“Il fronte dei contagi – ha aggiunto Balzanelli – è in rapido aumento. La situazione cresce con andamento esponenziale soprattutto perché dopo una prima fase in cui predominavano gli asintomatici stanno ritornando in modo importante i quadri di insufficienza respiratoria acuta conseguenti alle polmoniti interstiziali. Pazienti dunque che respirano male e con febbre alta. I 118 ritornano a governare perché tutta la fase territoriale di intercettazione e gestione la viviamo a presa diretta con i pazienti”.

“É facile discutere – ha proseguito Balzanelli a InBlu Radio – stando dietro le scrivanie, bisogna rendersi conto di come ci si sente quando uno di questi pazienti ti tossisce in faccia ripetutamente a 25 centimetri e tu non ti puoi spostare perché sei seduto su un’ambulanza e le distanze sono ravvicinatissime”.

“Adesso le protezioni non mancano – ha concluso Balzanelli a InBlu Radio – ma auspichiamo che ci vengano fornite con la dovuta tempestività e la dovuta qualità. Il tema è avere le protezioni idonee. Gli errore dell’altra volta non devono essere commessi. La Protezione Civile nazionale si è dimostrata profondamente inadeguata nella gestione di questa emergenza pandemica perché non aveva alcuna competenza di medicina dei disastri. Nella Fase 1 abbiamo avuto situazioni assurde con i sindaci e gli assessori che passeggiavano con le FFP3 e noi con le mascherine chirurgiche a prenderci il covid e morire”.

AIOM (ONCOLOGI) SU COVID-19 E MORTALITÁ ALTRE PATOLOGIE

“Ciò che ci lascerà in eredità il covid sarà un rischio di mortalità aumentata per altre patologie. Perché troveremo dei tumori in un momento tardivo rispetto a quello che avremmo potuto fare o rimanderemo dei trattamenti che non dovevano essere rimandati”. Lo ha detto il presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) e vicepresidente di Foce, Giordano Beretta, in un’intervista a InBlu Radio, il network delle radio cattoliche della Cei.

“I pazienti – ha aggiunto Beretta a InBlu Radio – non devono avere paura di venire a fare gli accertamenti ma gli accertamenti devono essere garantiti perché il rischio che si sta determinando in questo momento è che con la paura dell’ondata alcune strutture possono cominciare a dire ‘queste cose le mettiamo nuovamente da parte e ci penseremo quando sarà finita’. Dobbiamo lottare contro l’atteggiamento di coloro che pensano che adesso è tutto e solo epidemia e il resto non è prioritario”.