MILANO – Il Covid “ha un indice di infettività R0 che va da 12 a 15. Tipo il morbillo. Mi creda: con numeri di questo tipo non c’è misura di contenimento che funzioni. Quindi tanto vale non adottarle. E cercare di vaccinare quanta più gente possibile. La priorità rimane sempre di proteggere i vulnerabili. Che, anche se vaccinati, vulnerabili rimangono. Infatti tutte le centinaia di morti che contiamo ogni giorno sono persone vaccinate ma fragili”. Lo afferma, in un’intervista alla ‘Verità’, Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di microbiologia molecolare all’università di Padova, sulle restrizioni legate al Covid.
Continuare con le dosi “non cambia moltissimo la situazione – spiega Crisanti -. Se fragile sei, fragile rimani. Se sei in età da lavoro, devi poter fare il lavoro agile in remoto. Se sei pensionato e soprattutto indigente devi essere economicamente sostenuto. Chi ti viene ad assistere per fare da badante deve farsi il tampone ogni volta che ti viene a trovare. Questo è il motivo per cui a metà gennaio dissi: ‘Liberalizziamo tutto adesso’. Abbiamo invece aspettato tre mesi – osserva – Esattamente il periodo in cui l’immunità della vaccinazione e della guarigione inizia a diminuire. E infatti abbiamo l’aumento dei casi. Lo dissi chiaro. Più aspettiamo e più diventiamo suscettibili. Matematico”.
“La variante Omicron è meno virulenta perché colpisce le vie aeree respiratorie superiori. Ed è quindi più facile uscire e contagiare altre persone – conclude Crisanti – Quindi la riproducibilità si associa a una minore virulenza”.