Decreto liquidità, la CNA al Governo: “Così non va”

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ROMA – Molto critico il giudizio della CNA sul pacchetto di misure per il credito contenuto del decreto liquidità pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale. Il testo “non soddisfa l’urgenza di mettere a disposizione di tutti gli operatori economici la minima liquidità necessaria a far fronte alle spese correnti che devono essere onorate per non far saltare tutta la catena dei pagamenti”.

Senza liquidità “non si potranno pagare stipendi, affitti, fornitori mettendo in crisi famiglie e altre imprese. L’automatismo introdotto per la concessione della garanzia, infatti, non assicura neanche per gli imposti inferiori a 25mila euro la concessione di credito bancario; lasciando, di fatto, la valutazione del merito di credito, della durata e delle condizioni applicabili in mano alle banche”.

Non è sicuro neanche che gli imprenditori possano ottenere credito aggiuntivo. Il Decreto, infatti, prevede “che il debitore possa consentire alla banca di non aumentare l’esposizione, ed essendo in posizione di oggettiva debolezza, potrebbe cedere alla richiesta della banca di sostituire posizioni in essere con crediti totalmente garantiti dallo stato”.

CNA è “profondamente delusa” anche della dimensione dell’intervento; lo stanziamento di 1.729 milioni di euro, destinato ad incrementare la dotazione del Fondo, potrà assicurare “al massimo 20 miliardi di nuovi crediti pari all’1% del fatturato di tutte le imprese che possono essere garantite dal Fondo di Garanzia. Una soluzione destinata a seminare sconcerto e rabbia tra chi confidava veramente di poter avere mezzi finanziari sufficienti per non essere costretto a chiudere”.

In questo momento, cosi “drammaticamente difficile”, i provvedimenti “hanno l’obbligo di essere veloci ed efficaci: serve un percorso rapidissimo per mettere a disposizione delle imprese nuovo credito senza burocrazia, senza procedure valutative, a zero interessi, con 24 mesi di preammortamento e 10 anni per la restituzione”.

Cna conclude così: “Invitiamo il Governo e il Parlamento a correggere immediatamente il provvedimento per mettere in condizioni artigiani, imprenditori, autonomi e professionisti di affrontare con un minimo di serenità il futuro”.