“Dissonanze cognitive”, il nuovo singolo di Pietro Panetta

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pietro panetta

“Ho scritto questo brano partendo da una riflessione sul periodo storico che sta vivendo il genere umano, dove molti dei valori morali e diritti civili stanno via via scomparendo”

Da venerdì 7 gennaio sarà disponibile in rotazione radiofonica “Dissonanze cognitive” (Just in Record), il nuovo singolo di Pietro Panetta. “Dissonanze cognitive” è il titolo del nuovo singolo di Pietro Panetta, un brano tra il rock e il grunge che, con un filo di ironia, descrive quello che dall’artista è visto più come un pan-demonio che una pandemia. Nel brano vengono espresse alcune frasi “contradditorie” che si sentono spesso pronunciare quando si parla di questo ormai sdoganato e quantomeno noioso argomento. Le parole in causa sembrerebbero quelle di un “credente” viste dagli occhi di uno “scettico”. Molta attenzione è stata data nel non toccare l’argomento troppo in profondità e non mostrarsi da una o l’altra parte. Infatti, anche nel ritornello, che prevede una serie di “vieni con noi” ripetuti, non risulta ben chiaro da quale delle due “parrocchie” arrivi la richiesta.

Pietro Panetta ci ha gentilmente concesso un’intervista.

“Dissonanze cognitive” è il tuo nuovo singolo, di che cosa si tratta?

Dissonanze Cognitive è un brano controverso ed ironico e per certi versi anche provocatorio. Rappresenta una mia personale riflessione sul periodo storico che stiamo vivendo, dove molti dei valori morali e civili stanno via via scomparendo lasciando spazio ad un uomo incattivito da una società sempre più frenetica e tecnologica, asettica, da qui la difficoltà nel relazionarsi con il prossimo. L’idea di proporre un personaggio “fuso con la tecnologia”, come la ragazza nella copertina e nel video, munita di antenna wi-fi installata sulla testa per ricevere segnali e geneticamente modifica e/o potenziata, riporta uno scenario dispotico che mi terrorizza molto, quindi sotto questo aspetto, potremmo dire che il brano rappresenta anche una mia fottuta paura di un ipotetico e quantomeno lontano futuro molto diverso dal presente attuale.

Cosa vuoi trasmettere con questo brano?

Con questo brano vorrei, con un po’ di ironia e leggerezza, cercare di far riflettere sul periodo che stiamo vivendo. Vedo molte contraddizioni e la gente è divisa a metà con linee di pensiero completamente differenti. Questo a mio avviso non è plausibile. Si è creata per certi versi una caccia alle streghe e la realtà è stata anche fin troppo distorta. Vorrei che alcuni provassero a non fermarsi alle apparenze, a non prendere per buono tutto ciò che gli viene propinato, senza mai mettere nulla in discussione. In questi ultimi due anni ho sentito tante di quelle contraddizioni, discussioni ed idiozie che la metà basterebbero per mettere su uno show comico. Poi c’è anche il lato drammatico, quello che ha visto molte famiglie perdere i propri cari e qui non posso fare a meno di pensare se si sarebbe potuto fare di più.

C’è anche un video, come si caratterizza?

Il videoclip è realizzato in maniera molto semplice in quanto ho optato per un’immagine fissa che riporta la copertina, adattata in 16:9. Nel video è possibile vedere una ragazza futuristica, con la testa completamente rasata, dalla quale spunta una piccola antenna wi-fi. Sulla bocca è stata posizionata una farfalla a simboleggiare un silenzio imposto e quindi l’impossibilità di esprimere il proprio pensiero. Il video è caratterizzato da piccoli frame di transizione che danno modo di vedere alcune variazioni nel video. Ad esempio è possibile notare la ragazza mentre in alcuni momenti strizza l’occhio all’ascoltatore in segno di complicità o notare che l’antenna wi-fi di tanto in tanto riceve alcuni segnali radio o ancora cambi di colore e luci nello scenario. Questa modalità minimale è stata voluta per sottolineare ancora di più l’ambiguità dello scenario e al contempo tenere l’ascoltatore concentrato più sul brano che sul video.

Come ti sei appassionato alla musica?

In realtà non ricordo un vero e proprio momento che potrei identificare con l’inizio di questa mia passione. Amo la musica da quando ho ricordo… Sicuramente l’essere cresciuto in una famiglia dove mio padre ed alcuni zii si dilettavano a strimpellare la chitarra, potrebbe avermi dato qualche forma di imprinting nei confronti della musica, anche se a me non è mai stato concesso di toccare gli strumenti. Ricordo che già da bambino utilizzavo un vecchio mangianastri a doppia cassetta per fare dei montaggi rudimentali incollando piccoli pezzi di musica di artisti diversi. Quindi REC e STOP e poi dentro un’altra cassetta e nuovamente un altro REC e STOP… E così via… Inutile dire che il risultato era qualcosa di inascoltabile ma io mi divertivo un mondo.