“Firmamento”, Valeria Caliandro: “Una preghiera per legittimarne la presenza”

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valeria caliandro

Il video di “Firmamento” riflette un pensiero di Valeria Caliandro, che ha sempre immaginato l’esistenza di una stanza vuota dentro l’essere umano, un luogo immaginario ma necessario dove riporre e far transitare l’assenza, la mancanza

Da venerdì 10 dicembre è disponibile in rotazione radiofonica “Firmamento” (Blackcandy Produzioni), il nuovo singolo di Valeria Caliandro. “Firmamento” è la prima canzone scritta da Valeria Caliandro dopo “La seducente assenza” e, per questo, ancora legata al tema del vuoto. È una preghiera verso l’altro, un’invocazione verso l’altrove, un patto inconsapevole che, al di là della memoria, abbiamo stretto con gli assenti che continuano a guardarci e guidarci nel presente verso il futuro.

Valeria Caliandro ci ha gentilmente concesso un’intervista.

“Firmamento” è il tuo nuovo singolo, di che cosa si tratta?

“Firmamento” è un brano che parla di e con l’assenza, un sentimento umano, forse inevitabile, ma anche un vuoto propulsivo verso la creatività. Una preghiera per legittimarne la presenza, per non farsi schiacciare dalla mancanza ma sfruttarne lo spazio necessario per accogliere il futuro.

Cosa vuoi trasmettere con questo brano?

Credo, nello specifico, che il passato e il futuro abbiano sempre un filo che li lega. Questo voglio dire: che la nostalgia e la curiosità possono coesistere, anzi, forse abitano nella stessa casa.

C’è anche un video, come si caratterizza?

Il video è proprio la rappresentazione di ciò che ho descritto fin’ora. C’è un dialogo con un assente, che in questo caso sono proprio io, una doppelganger venuta dal passato o forse dal futuro con cui dialogare, guardarsi in faccia, restituirsi al presente. Il tutto si svolge in una casa abbandonata nel bosco, una stanza vuota, metaforica, il luogo in cui tornare e accorgersi che ciò che è distante in realtà ci somiglia.

Come ti sei avvicinata alla musica?

Non ricordo un momento esatto in cui mi sono avvicinata alla musica. Ho sempre suonato, fin da bambina. Solo che poi ho studiato pianoforte classico, cantato in un coro gospel, preso lezioni di chitarra e sperimentato con molto altro migliorandone la forma. Ho come l’impressione che la musica ci sia sempre stata e che stia soltanto continuando ad evolversi la mia ricerca.