Francesco Savini cerca una cura per la sua ipocondria nel nuovo singolo “Equatore”

62

francesco savini

Francesco Savini è un cantautore abruzzese classe 1996. A quattordici anni inizia a scrivere canzoni ispirandosi ai grandi del rock internazionale, per poi innamorarsi della musica italiana

“L’altro giorno in erboristeria cercavo una cura per la mia ipocondria”. Così si apre Equatore, il nuovo singolo di Francesco Savini, in uscita il 30 settembre 2021 per Le Siepi Dischi in distribuzione Believe Digital. Una canzone che è stata scritta in un periodo complicato dove hanno iniziato a prendere il sopravvento pensieri negativi, in primis l’ipocondria citata nel brano, che si insidia nel cervello proprio nei momenti di maggior vulnerabilità. La canzone ci presenta Francesco alle prese con alcuni metodi “convenzionali” per uscire da questa trappola, come una bevuta di troppo, ma anche con la realizzazione che alla fine per un cantautore la cura migliore resta sempre scrivere testi. Questa la genesi di Equatore, che Francesco descrive come “un susseguirsi di flussi di coscienza a cui dopo ho trovato un senso, ma che in realtà in quel momento erano solo un insieme di immagini e di parole che suonavano bene nella mia testa: mi piace giocare con i suoni delle parole e sperimentare scrivendo musica in funzione del testo”. Il brano si apre in tono smorzato e sommesso, quasi in punta di voce, ma esplode da metà in poi con un ritornello appiccicoso e un sound fiero e potente, come se l’artista avesse effettivamente trovato la cura per la sua ipocondria e ce la presentasse con orgoglio.

Francesco Savini ci ha gentilmente concesso un’intervista.

“Equatore” è il tuo nuovo singolo, di che cosa si tratta?

Ciao ragazzi! Equatore è un brano nato in stile “flusso di coscienza”, ovvero un insieme di immagini e parole che inizialmente suonavano solo bene nella mia mente e a cui ho trovato un senso dopo. La musica come sempre è il primo sfogo di pensieri, sia positivi che come in questo caso negativi e così è nata Equatore. Diciamo che è la mia cura per l’ipocondria.

Cosa vuoi trasmettere con questo brano?

Con questo brano vorrei trasmettere una sperimentazione artistica data da suoni che ho tanto lavorato prima personalmente e poi in studio. Mi piace scrivere la musica in funzione del testo e trasformare anche i concetti in suoni, per questo è uno dei brani a cui sono più affezionato.

Che tipo di accoglienza ti aspetti?

Vorrei evitare di crearmi aspettative. Sono contentissimo e orgoglioso di come insieme al mio team stiamo portando avanti questo progetto e non vorrei più rovinarmi tanti bei momenti a causa dell’ansia di non piacere agli altri, cosa che purtroppo sta succedendo ultimamente. Ci sto lavorando, spero di godermi appieno l’uscita di Equatore e vedrò di farlo con della buona birra e i miei amici.

Come ti sei avvicinato al mondo della musica?

Sono sempre stato legato alla musica ma ho scelto di farne un mestiere una sera di luglio di dieci anni fa. Il primo concerto della mia vita fu con una cover band dei Bon Jovi in una festa di paese all’insegna di birra e arrosticini circondato da camioncini e balle di fieno. Quella sera ho deciso di voler fare il musicista nella vita.