“Il mio posto migliore”, Fabio Mora parla del primo singolo

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“É una canzone d’amore. Una canzone d’amore universale, che può essere interpretata in molti modi”. L’intervista al cantautore emiliano

fabio moraDa venerdì 25 settembre è disponibile in rotazione radiofonica “Il mio posto migliore”, il primo singolo da solista di Fabio Mora, cantautore emiliano già noto per essere il frontman della band I Rio e del duo Mora e Bronski. Puoi avere guardato, scrutato, studiato milioni di paesi, di persone, di culture, accumulato esperienze che ti hanno permesso di crescere ampliando le tue prospettive donandoti la possibilità di farti sentire come a casa, dappertutto. Puoi avere visto il mondo intero, vissuto tanto, pensato e sognato milioni di cose, averne possedute e perse altrettante. “Il tuo posto migliore” è quello dove stai veramente bene, è sempre e solo tra le braccia della persona che ami.

L’artista ci ha gentilmente concesso un’intervista.

“Il mio posto migliore” è il titolo del tuo primo singolo, di che cosa si tratta?

É una canzone d’amore. Una canzone d’amore universale, che può essere interpretata in molti modi. Tant’è che a alcune persone mi hanno chiesto se era una dedica alla mia compagna. Nei primi difficili mesi di questo 2020 ho vissuto un emozione che mai avrei pensato di provare… Sono un solitario, e amo rifugiarmi nel mio mondo e ascoltare musica, guardare film, leggere libri, vivere la mia famiglia…tutte cose che mi rimettono in pace col resto, se fatto però in completa libertà. Essere costretto al distanziamento col rischio di diventare un fuorilegge nel caso d’ incontrare qualcuno è tutto un altro paio di maniche…non era naturale. La musica, l’ho sempre vissuta come un ponte che mi permette ogni volta, di buttarmi nella bolgia…in mezzo alla gente. Azzerandomi l’imbarazzo degli incontri, e poter così liberamente comunicare, senza dover essere il primo a proferire parola. Mi ha salvato la vita più di una volta, dandomi un grosso vantaggio aiutandomi con la mia timidezza. Quindi, famiglia e musica sono le cose che mantengono stabile il mio equilibrio. Togliendomi il ponte, la stabilità è venuta a mancare. Non riconosco “anche se lo rispetto e lo capisco”, il mondo della musica attraverso la rete. Non è il mio modo di comunicare. Non è il mio modo di vivere la musica. Ho bisogno di volti, di occhi, di voci e di abbracci dopo i concerti. Ecco perché ho scritto “Il mio posto migliore”. Perché nonostante fossi circondato da un milione di cose che mi potessero aiutare a stare bene, qualcosa non tornava… Perché tra tutte quelle cose ce n’era una che mi mancava da morire… Il contatto.

Qual è il tuo posto migliore?

Credo che la risposta sopra possa essere abbastanza esaustiva sul quale possa essere il mio posto migliore. Come scrivevo poco fa, si può estendere a molte altre situazioni, ma per quanto mi riguarda è tra le braccia di chi amo, la mia famiglia e le persone che mi seguono da una vita e che apprezzano quello che artisticamente faccio. Ecco, è proprio lì, in mezzo a loro, “Il mio posto migliore!”.

Quali sono le peculiarità che hai incontrato nel lavorare come solista e come componente di una band?

Il mio ruolo, lo vivo sempre facendomi coinvolgere al 100%. Sia artisticamente, in fase di scrittura prima e arrangiamento poi, sia in veste commerciale. Nelle scelte promozionali o di comunicazione. Devo essere padrone e consapevole di tutto quello che concerne un progetto, sapere di cosa sto parlando e conoscerne gioie e dolori, altrimenti poi, in un secondo momento trovandomi in ogni modo portavoce di entrambe le situazioni, non riuscirei a sentirne il peso emotivo e parlarne come se fosse il più grande amore della mia vita. In questa nuovo percorso in “solo”, non sono poi, così veramente single, 🙂 Fabio “Bronski” Ferraboschi “già autore e bassista de i Rio e di Mora & Bronski, gli altri due progetti di cui faccio parte”, mi ha affiancato nella realizzazione e produzione del brano. Ne sono stato molto felice. Non avrei potuto farlo con nessun altro.

Sei anche autore e regista dei videoclip delle tue band. Che tipo di impulso dà questa attività alla tua carriera musicale?

E’ sicuramente un ulteriore valvola di sfogo creativo. Ma personalmente la vivo un pò come una condanna… Sento sempre il peso di dover dare il massimo in rapporto a quello che ho, che abbiamo scritto e spesso “preso da non so quali deliri”, temo mi sfugga l’intuizione migliore. Che poi è sempre la prima. Così entro in un turbine di visioni senza fondo… È mia consuetudine poi “per la gioia di tutti”, ogni volta che mi trovo ad affrontare l’idea di un nuovo video, cercare di passare la palla a qualcuno di esterno. Penso sempre che, essendo meno coinvolto, qualcuno che ti vede da fuori, può darti una visione diversa delle cose, e può trarne una interpretazione imprevedibile e inaspettata. Poi, i miei garbugli mentali mi portano a pensare che, proprio quel non coinvolgimento porti a una esecuzione sciatta e poco emozionante, cosi… Stringo i denti, mi sobbarco il peso dei miei interrogativi e vado avanti. I risultati sono tutti sulla rete.. Se buttate un occhio potete poi farvi un’idea e magari, farmi sapere cosa ne pensate!

P.s.
A proposito…Non ho voluto dare un ulteriore interpretazione de “Il mio posto migliore”, aggiungendo le immagini di un video. Non mi è sovvenuta nessuna idea tanto brillante da convincermi a farlo. Poi, sinceramente, romanticamente mi piace pensare di come una volta le canzoni fossero sostenute dai sogni e dall’immaginazione di chi le ascoltava. Così…semplicemente!